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L'arte dell'età carolingia e ottoniana
Per la prima volta dopo la caduta dell'Impero Romano d'Occidente una parte consistente dell'Europa si ritrova nuovamente a far parte di un'unica entità politica; Carlo Magno non pianifica, però, un impero dinastico: alla sua morte (814) lascia che venga diviso tra i suoi eredi, e suddiviso ancora alla morte di questi, e ancora fino, a polverizzarsi. Soltanto con Ottone I (963) il potere centrale riprende il controllo dell'Impero.
L'unificazione politica, ottenuta con le conquiste militari, si consolida con l'unificazione culturale; Carlo Magno riunisce attorno a sé gli uomini piu' colti dell'impero: Pietro da Pisa, Paolo Diacono, Teodulfo il Visigoto, Alcuino di York; raccoglie una ragguardevole quantità di libri, fra qui moltissimi testi
classici, e promuove una riorganizzazione del sistema scolastico, nel quale le lettere antiche hanno un ruolo predominante.
Lo strumento principale per la rinnovata diffusione della cultura è la standardizzazione della scrittura: le diverse scritture nazionali, sviluppatesi nei regni romano-barbarici, vengono sostituite da una nuova minuscola (quella che tuttora usiamo nei caratteri a stampa) molto semplice ed estremamente funzionale, compatta, veloce da scrivere e facile da leggere.
L'unificazione culturale trova uno dei suoi nuclei vitali nell'unica fede cristiana; l'appartenenza comune alla Chiesa è ulteriormente sottolineata da una riforma
che unifica i riti liturgici dei vari popoli che fanno parte dell'Impero. Gli intellettuali che attorniano l'imperatore sono quasi tutti uomini di Chiesa e il sovrano mantiene rapporti di stretta collaborazione e di appoggio reciproco con i grandi monasteri dell'Impero.
Carlo Magno e i suoi successori si propongono come legittimi eredi degli imperatori dell'antica Roma, recuperandone la cultura e facendone rivivere le espressioni artistiche, dalla produzione libraria alle arti figurative, all'architettura. Durante l'età carolingia ,vengono rinnovate le antiche basiliche paleocristiane tra cui Santa Cecilia in Trastevere, Santa Prassede e Santa Maria in Domnica e c'è una ripresa della tecnica del mosaico(ad esempio,i mosaici absidali di Santa Cecilia, Santa Prassede, quelli della Basilica dei Santi Cosma e Damiano, Santa Maria in Domnica) ; molte di queste imprese architettoniche sono legate al recupero dei corpi dei martiri dalle catacombe suburbane.
Durante l'età ottoniana, Roma continua a rivestire il ruolo di centro ideale dell'impero, ma anche Milano assume un ruolo importante, specie sul piano artistico. Famosi reperti dell'età ottoniana milanese sono:
la Situla (cioè il secchiello per contenere l'acqua benedetta),commissionata dal vescovo Gotofredo e offerta a Ottone II dove vi sono raffigurati gli Evangelisti in atto di scrivere mentre rivolgono lo sguardo alla Vergine in trono col Bambino; la spettacolare serie di formelle che costituiva la fronte dell'altare commissionato da Ottone I per offrirlo in dono alla Cattedrale di Magdeburgo, una delle città piu' importanti dell'impero; le decorazioni in stucco dipinto del presbiterio della Basilica di Sant'Ambrogio.
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