La
vertigine dell'infinito: Vincent Van Gogh, "Notte stellata"
1889, New York, Museum of Modern Art
E'uno dei
dipinti più famosi di Van Gogh, punto di arrivo della sua arte: egli, pur
essendo sfinito nel fisico e nella mente dalla malattia nervosa,ha raggiunto
una perfetta padronanza del tratto, che si fa concitato e violento, ma
estremamente efficace dal punto di vista pittorico. Nella sua visione la natura
subisce una profonda trasformazione che riflette il suo disagio esistenziale in
un turbinio di luci e colori. E'evidente il contrasto fra il cielo(l'universo
illimitato)e la terra, uniti dai cipressi sulla sinistra in primo piano che
somigliano a lingue di fiamma. Il paesino addormentato e pacifico è Saint Remy,
filtrato dal ricordo dei borghi olandesi dell'infanzia dell'autore; l'atmosfera
di calma è sottolineata dai segni morbidi e poco pronunciati. La forza
interiore del dipinto si trova nel cielo notturno, nel quale la Luna si
trasforma in un corpo incandescente; la sua forma è puramente immaginaria e non
trova riscontro in nessuna fase lunare attestata scientificamente e nemmeno
nell'osservazione comune. Allo stesso modo le stelle sono dei globi di luce che
tracciano nell'atmosfera spirali vorticose. L'impressione del paesaggio
con Van Gogh comincia a trasformarsi in espressione del mondo interiore,
che può estendersi attraverso le infinite profondità dell'anima umana,
paragonabili a quelle degli spazi siderali.