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L' antropologia evuluzionista dell'eta' vittoriana




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L' ANTROPOLOGIA EVULUZIONISTA DELL'ETA' VITTORIANA


L'Inghilterra della regina Vittoria,la quale regnò dal 1837 al 1901, può a buon diritto essere considerata la culla dell'antropologia moderna. L'antropologia sviluppatosi nell' Inghilterra Vittoriana fu una scienza ottimista, come la società che l'aveva prodotta ,essa fu anche definita     "la scienza del riformatore"proprio ad indicare l'idea che essa avrebbe potuto fornire un contributo utile ad una società bisognosa di riforme sul piano sociale,politico,culturale. Chi chiamò l'antropologia "scienza del riformatore" fu Edward B.Tylor. Gli interessi antropologici di Tylor nacquero da un viaggio che egli compì in America centrale. "Cultura primitiva" è il titolo dell'opera più celebre di Tylor. Essa si apre con una definizione di cultura : "La cultura o civiltà ,nel suo senso etnografico, è l 'insieme delle conoscenza ,delle credenze,dell'arte ,del diritto ,della morale e di ogni altra capacità e abitudine acquisita dall'uomo in quanto membro della società ". Questa definizione contiene delle idee molto importanti . 1 ° Innanzitutto la cultura, o civiltà, è presente ovunque ,non esistano popoli con civiltà e popoli senza civiltà . La 2° idea è che la cultura è un'insieme complesso di elementi,la 3° idea è che la cultura è acquisita, cioè non è comma turata ad una razza né si trasmette col sangue,la 4° idea è che la cultura è acquisita dall'uomo per mezzo della società : l'uomo riceve cultura dalla società a cui appartiene ,e poiché esistono tante società diverse tra loro ,esistono tante culture quanto sono le società.Il concetto di cultura è il concetto chiave dell'antropologia evoluzionista. Vediamo ora la sua valenza. La cultura è un'insieme complesso ,ogni insieme per quanto complesso è scomponibile nei suoi elementi, e qui risiede la valenza del concetto di cultura come concetto chiave dell'antropologia evoluzionista. Anche Tylor come i suoi contemporanei credeva nell'esistenza di popoli superiori e popoli inferiori. In "Cultura primitiva" egli definisce la cultura come frutto di un processo evolutivo di conoscenze . Al pari dei suoi contemporanei egli considera i popoli selvaggi come rappresentanti di stati culturali passati.

In "Antropology" del 1881,scritto con intenti divulgativi ,egli afferma che i selvaggi rappresentano gli stadi culturali attraverso cui sono passati tanto e tanto tempo fa,i nostri progenitori. Proprio il concetto di stadio  culturale premette a Tylor di inserire il concetto di cultura in una rappresentazione complessiva della storia dell'umanità dai caratteri progressivi. Tylor non nega il regresso culturale in quanto tale, ma gli attribuisce una posizione secondaria e contingente rispetto al processo evolutivo delle conoscenze. Fra gli interessi dei primi antropologi vi furono anche la religione e la parentela Tylor dedicò gran parte di "Cultura primitiva" allo studio dell'evoluzione religiose, e in particolare a ciò che grazie a lui entrò a far parte del gergo antropologico col termine "animismo ".

Con questo termine Tylor indicò la credenza negli animi e negli esseri spirituali in genere. Egli evidenziò la tendenza dei popoli primitivi a considerare gli oggetti anche quelli inerti ,come dotati di anima. Tylor postulò che dall'esperienza del sogno i nostri progenitori abbiano tratto l'idea che i fenomeni di sdoppiamento della personalità e di apparizione che si verificano durante lo stato siano davanti alla presenza di un doppio. Questo doppio è l' anima ,che avrebbe un'esistenza indipendente dal corpo tanto nella vita quanto dopo la morte .

Tylor afferma che la divisione che ha separato le grandi religioni dell'umanità in sette ostili non è nulla a confronto del profondo scisma che ha  separato l'animismo dal materialismo .L'animismo afferma Tylor ,nella sua concezione originaria ,ossia nella credenza dell'esistenza dell'anima umana, costituisce una costante dalla filosofia del selvaggio a quella del moderno professore di teologia. Nonostante il progressivo affermarsi del pensiero razionale,alcune credenze e alcuni riti praticati dai popoli superiori dimostrano l'esistenza del vecchio nel nuovo. Siamo di fronte a un altro importante concetto dell'antropologia evoluzionista ,quello di sopravvivenza.

La sopravvivenza è qualunque cosa, una credenza, una pratica ,un'ideale ,il cui significato è perito da secoli ,ma che continua a sopravvivere solo perché esistito in passato. La sopravvivenza è dunque un fossile sociale e come dice Tylor una miniera per l' indagine storica. L'antropologia viene così a configurarsi come sapere comparativo. Caratteristica dell'antropologia evoluzionista era infatti,quella di fare della comparazione fra cultura la base di ogni affermazione tendente alla generalizzazione . Il concetto di cultura come insieme complesso ( e scomponibile) ,la sopravvivenza ,il metodo comparativo ,erano i pilastri di un progetto che aveva come obiettivo la ricostruzione delle tappe fondamentali dell'evoluzione storica e culturale dell'umanità . Tylor cercò di conferire a tale progetto una base statistica ,attraverso l'applicazione di un metodo detto "delle variazioni concomitanti"o delle "correlazioni statistiche" . Ad es. nel "Saggio su di un metodo per lo studio dello sviluppo delle istituzioni" egli tentò di stabilire la frequenza statistica con cui a certe pratiche matrimoniali corrispondono determinate forme di discendenza .Un esempio su tutti è quello della couvade ossia quel comportamento consistente nel rispetto di alcuni tabù e nella simulazione sei sintomi del parto e del post-parto da parte del marito di una puerpera. Egli, sulla base dei dati statistici notò che vi era una totale assenza di couvade nella società a discendenza doppia ,e bassa frequenza nella società a discendenza patrilenare ,egli concluse,pertanto ,che la couvade abbia dovuto fare il proprio ingresso in una società a discendenza doppia,mentre nella società a discendenza patrilineare era solo una sopravvivenza. Il dibattito sull'origine delle istituzioni religiose e sul monoteismo fu,invece, da sfondo all'opera di William Robertson Smith. Smith fu un orientalista ,la sua opera si colloca nel clima intellettuale della borghesia liberale evoluzionista,egli si schierò a favore della critica storica della Bibbia.

In " Conferenza sulla religione dei semiti" egli espose uno studio caratterizzato da una sterminata raccolta di dati sui rapporti fra società e religione tra gli arabi preislamici e gli antichi ebrei. Al concerto di religione primitiva ,intesa come uno sforzo compiuto da un intelletto primitivo nel tentativo di comprendere la realtà, egli contrappone l'idea che il dato primario di ogni religione sia costituito dai riti e dai simboli ad essa correlati. Alla dimensione pubblica della religione che si manifesta nei riti che coinvolgono l'intera società ,i cosiddetti "riti comunitari", egli contrappone la dimensione individuale .Inoltre Smith evidenziò lo stretto legame che,nelle società arcaiche, avevano religione e vita politica dell'individuo. Smith, per rafforzare la propria ipotesi ,si dedicò allo studio di una istituzione in particolare, il sacrificio presso gli antichi ebrei. Il sacrificio nei confronti di una divinità era un rito di comunione fra le società e la divinità, che rappresentava a sua volta l'unità della società stessa. E' così che la religione viene a configurarsi come fattore regolativo della società, perché attraverso l'adesione ai riti comunitari essa spinge l'individuo a confrontarsi agli standard di comportamento collettivi.

Le ipotesi di Smith si fondavano sullo studio approfondito della Bibbia e dei classici arabi ,ma anche dall'osservazione diretta di popoli beduini d'Egitto e Palestina. Smith riteneva che i popoli nomadi della sua epoca erano molto simili a quelli di patriarchi biblici , e che le loro istituzioni fossero le sopravvivenze di quelle degli antichi popoli d' Israele . Influenzato dalle teorie allora correnti sulle forme di evoluzione egli affermò in "Parentele e matrimonio  in Arabia antica" l'esistenza fra gli arabi pre-islamici di un sistema di discendenza matrilineare che con l'avvento dell'Islam ,venne rimpiazzato da uno patrilineare ma queste affermazioni risultano oggi scorrette. James George Frazer può essere considerato l'ultimo evoluzionista dell'Inghilterra vittoriana , e forse il più famoso.

Il suo nome è legato alla sua opera più celebre "Il ramo d oro ,studio sulla magia e la religione" ,che contiene una teoria fondata sulla sterminata raccolta di dati tratti dalla tradizione etnografica e dalla letteratura classica. Ponendosi come Tylor il problema di ricostruire le tappe dell'evoluzione religiosa,egli affermò che la magia,la religione e la scienza corrispondono ad altrettante tappe dello sviluppo intellettuale caratterizzata da confusione e ignoranza quando alcuni uomini vollero accattivarsi i favori delle potenze della natura nacque ,invece,la religione quando infine alcuni uomini compresero che gli dei nulla potevano nel risolvere i problemi dell'umanità iniziò l'ultima fase dello sviluppo intellettuale: l'osservazione diretta dei fenomeni e lo studio delle leggi cui sono sottoposti.

Ma proprio perché percorso dall'idea che il mondo primitivo fosse prigioniero dell'errore anche il "Ramo d 'oro" può essere considerata una grande raccolta di sbagli e di fatti tenebrosi riguardanti il mondo non civilizzato. Frozen può essere considerato l'ultimo vittoriano perché la sua opera non è caratterizzata dall'ottimismo tipico nelle opere dei suoi contemporanei.


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