Caravaggio: Michelangelo Merisi,
ebbe vita drammatica e violenta, condizionato da atmosfera controriformistica,
vita in fuga. Si forma in ambiente lombardo (sensibilità ai mutamenti del
gusto), ma conosce anche il colorismo veneto. Straordinaria bravura nel
dipingere nature morte. Canestro di
frutta: olio su tela, il soggetto è un pretesto per un'indagine minuziosa
della realtà, in tutte le sfaccettature, il risultato artistico è indipendente
dai temi rappresentati; foglie mela rovinate, mela intaccata da baco, uva senza
acini, foglie di vite accartocciate. Si accosta alla natura più per
contemplarla che per indagarla: preferisce le emozioni alle riflessioni. Vocazione di San Matteo: raffigura Gesù
che sceglie Matteo come suo apostolo, oscurità ricorda il Tintoretto. Cristo a
destra tende braccio verso Pietro; Matteo a tavola con compagni, in
atteggiamento di stupore. Solo Matteo e due giovani di destra si accorgono di
Cristo:complesso gioco di sguardi. La chiamata di Dio rivolta a tutti ma
ciascuno è libero di aderirvi o no.Luce vera protagonista: da concretezza,
irreale (dall'esterno) e ideale (si irradia dalle spalle di Cristo che la
proietta simbolicamente sugli altri cinque personaggi), no riferimento sacro.
Conversione di San Paolo: sulla via di Damasco, in una stalla, unici testimoni
cavallo e vecchio scudiero, Paolo abbattuto al suolo dalla luce sfolgorante
dall'alto, realismo corpo gettato per terra, rappresentazione drammatica. Morte
della Vergine: Madonna morta con Maddalena e Apostoli che le si stringono
intorno piangendo, figura per il cui modello sembra fosse utilizzato cadavere,
dimensione quotidiana e umanissima dei personaggi, profonda religiosità del
Caravaggio, ambientazione cupa e spoglia. David
con la testa di Golia: David giovinetto, ambientazione oscura, testa del
gigante davvero drammatica, profonda e sofferta umanità.
MANIERISMO: alcune tendenze
dell'arte cinquecentesca successiva al 1520 (morte Raffaello) diffusesi in
Italia; ricerca grazia, licenza dalla regola, virtuosismo, difficoltà,
inusuale, bizzarria, eccentrico, capriccio. Pontormo: tenta di conciliare ricerca volumetrica
michelangiolesca ed effetto luministico dello sfumato leopardiano (Donna seduta); nella Deposizione riassunto temi manierismo:
ambientazione innaturale, corpi allungati con teste piccole (elemento
ascensionale), equilibrio inconsistente (nuvola, drappo vaporoso), gesti
sospesi, vesti come incollate ai corpi, colori nei toni più chiari con ombre
inesistenti. Giulio Romano:
continuatore attività Raffaello; Palazzo Te, forma quadrata, un solo piano
sovrastato da mezzanino, simile domus romana (si articola attorno a cortile),
ogni facciata diversa (settentr.: portale a tre aperture affiancate da lesene
doriche giganti che sottolineano la volontà di un unico piano; occid.: unico
accesso che immette in vestibolo diviso in tre spazi da colonne rustiche;
orient.: facciata più monumentale e più ariosa, divisa da arcate, lesene e
colonne trabeate, porzione centrale, separante Loggia di Davide da giardino, sormontata da un timpano mentre due
sostegni centrali per tre archi sono costituiti da quadruplici colonne),
estrosità per timpani spezzati nelle quattro facciate del cortile d'onore; Sala dei Giganti: si fonde affresco con
architettura, immensa tragicità. -CONTRORIFORMA:
importanza sacramenti e opere unite alla fede, valorizzazione tradizione
cristiana, profonda crisi religiosa degli artisti (Chiesa del Gesù di Giacomo
della Porta e San Fedele di Pellegrino Tibaldi). Andrea Palladio: architetto,
rinnova guardando all'antichità (Villa
Almerico-Capra), edificio a pianta quadrata, ripartizione simmetrica
ambienti interni attorno salone circolare con cupola emisferica, in ogni
facciata (quattro) accesso preceduto da pronao; San Giorgio Maggiore facciata con unico accesso, ordine gigante di
quattro colonne composite su alti plinti sormontate da trabeazione reggente
classico timpano a dentelli, soluzione che si intreccia con retrostante schema con frontone che
poggia su architrave sorretto da paraste, pianta grande ambiente rettangolare
diviso in tre navate e dal quale sporgono due esedre, presbiterio quadrato e
profondissimo coro che si conclude a semicerchio: effetto circolarità;
sostituisce materiale povero (mattoni o legno) ai marmi; poi Teatro Olimpico. Tintoretto: dal colore alla luce, Michelangelo suo punto di
riferimento, sviluppa profondissimi studi di numerose tecniche (Studio di un arciere), luce fondamentale
per mettere personaggi e oggetti in evidenza proiettandoli in spazio
scenografico, nei ritratti maggiore profondità psicologica (Ritratto di senatore veneziano); Miracolo dello schiavo, scena ricca di
luci e movimento, tre personaggi principali (schiavo a terra, San Marco in
cielo, a fianco vecchio padrone), folla percorsa da moto violento, colore da
forma, luce diversissima; Susanna e i
Vecchioni riferimento biblico pretesto per nudo femminile, ricorda
classicità, cura dei particolari, sfondo eden, profonda prospettiva, luce
sempre; Crocifissione imponentissimo
e vario; Ultima Cena ambientazione in
taverna veneziana, mensa trasversale, luce protagonista assoluta, proviene da
lampada, realismo sincero e profondo, fatto di atmosfere e odori, luce
sovrannaturale apostoli, luce che ritaglia i personaggi nell'ombra, colore e
disegno in secondo piano. Veronese:
esperto ogni tecnica, pupillo di Tiziano, soggetti finiti e chiaroscurati (La vittoria della Virtù sul Vizio),
predilige giustapposizione colori più che prospettiva tonale (colori
complementari) e ne fa uso raffinatissimo, Palazzo
Ducale a Venezia (Giunone, bambina, giovane dama con nutrice.); Cena in casa di Levi dipinto come atto
istintivo, personaggi inseriti per necessità non ideologiche.
IL NEOCLASSICISMO Termine
coniato nell'Ottocento per indicare un'arte fredda, poco originale e
accademica. In realtà è la trasposizione in arte del pensiero illuminista,
esprime il desiderio di ritorno all'antico e la volontà di dar vita ad un nuovo
classicismo. Sede privilegiata Roma, massimo teorico Johann Joachim
Winckelmann. L'arte antica viene studiata per la prima volta anche dal punto di
vista estetico. Purtroppo questo criterio, basato sulle teorie di Winckelmann,
si rifaceva solo alle copie artistiche del tardo ellenismo romano, sicché
quando venivano scoperti gli originali erano molto deludenti rispetto a tutto
il castello di carte che ci si era costruito sopra (per esempio i marmi del
Partenone o i frontoni del tempo di Zeus a Olimpia). Winckelmann diceva che il
buon gusto aveva avuto origine in Grecia e che tutte le volte che ce ne si era
allontanati si era perduto qualcosa, quindi teorizzava l'imitazione degli
antichi. Imitare significa ispirarsi al modello e tentare di uguagliarlo,
copiare è invece un'azione molto più limitativa. Per la scultura Winckelmann
consigliava di imitare l'Antinoo del
Belvedere e l'Apollo del belvedere.
Inoltre dice che "più tranquilla è la posizione del corpo e più è in grado di
esprimere il vero carattere dell'anima, infatti una scultura neoclassica deve
sempre presentare la situazione precedente o successiva ad un attimo di forte
emozione o passione, quando il tumulto di passione si è spento, quando cioè
l'anima è più "grande e nobile". ANTONIO
CANOVA Canova incarna le idee di Winckelmann e ciò si nota già dalle accademie (esercitazioni e studi su tela
o carta) in cui rivela attenzione costante per nudo maschile e femminile, tutto
ciò per "farsi la mano" e studiare un'ampia casistica di atteggiamenti da
riprodurre poi in scultura. Studio del gruppo di Castore e Polluce, le
due statue di piazza del Quirinale: sicuro e deciso contorno, lievissima ombreggiatura
(più marcata nelle pieghe del drappo) e corpo percorso da linee con le misure
da riportare sull'originale; studio propedeutico a capire geometricamente le
forme dell'uomo. Accademia di nudo virile supino su di un masso,
caratteristica peculiare del Canova: alcune parti del corpo (qui busto, braccia
e testa) sono studiate in modo particolareggiato con ombreggiature che
riprendono la volumetria statuaria, mentre il resto del corpo ha solo la linea
di contorno. Nudo virile in posizione eretta: decisa linea di contorno
rinforzata all'interno della gamba destra che così risulta più nervosa e
scattante. Tratteggio ad archetti (braccio destro teso) o a segmenti verticali
paralleli (parte centrale del busto, dello sterno e dell'inguine) per dare
volume; incrociato (gamba sinistra e volto) per chiaroscurare. Due nudi
femminili, studio del corpo femminile morbido, carezzevole e privo di
asperità reso con la tecnica dello sfumato e della linea di contorno leggera. Studio
per Ebe schizzo assai sintetico e veloce, qualche tratto per i contorni del
corpo e un leggero tratteggio. Teseo sul Minotauro, incarnazione delle
teorie Winckelmanniane, momento rappresentato dopo la lotta, ogni passione
spenta. L'anima grande di Teseo è mostrata in sintonia con il suo corpo rilassato;
l'eroe simboleggia la vittoria della ragione sull'irrazionalità bestiale. Scopo
di Canova è il raggiungimento della bellezza ideale, derivante da un'idea di
"bello" che l'artista si forma nella mente dopo aver constatato l'impossibilità
di trovare un corpo perfetto in natura. A ciò si arriva con la massima
padronanza della tecnica scultorea ed imitando la scultura classica. L'opera è
in marmo e fu ricoperta di cera rosata per rendere meglio l'effetto
dell'incarnato. Tutte le sculture di Canova sono rifinite fino al maniacalismo,
tutte le asperità sono levigate fino a che il marmo non appare traslucido. Ciò
si vede in Amore e Psiche che si abbracciano, Canova fissa nel marmo un
momento di sospensione in cui i due giovani si abbracciano con sensualità,
nell'attimo che precede il bacio. Solo la visione frontale permette di
apprezzare la forma geometrica dell'opera, che presenta simbolicamente due
archi che si intersecano a "x" e che hanno il loro centro nelle due teste dei
giovani. Girando intorno all'opera i rapporti reciproci cambiano. Ebe, coppiera
degli dei figlia di Zeus ed Era (noi esaminiamo la seconda delle quattro che
Canova scolpì), è sorretta da una nuvola ed ha il seno nudo; come nel bozzetto,
il chiaroscuro più accentuato si riscontra nella veste che scende fluente lungo
le gambe. Tutto in lei tende alla grazia ed all'armonia. Ebe manca di una forte
espressione in quanto altrimenti sarebbe sembrata una Baccante e non una
divinità (e ciò concorda con l'idea di eliminare le passioni forti per la
rappresentazione del bello ideale). Paolina Borghese (sorella di
Napoleone) come Venere vincitrice tiene in mano la mela della vittoria
offertale da Paride che la giudicava la più bella. Il busto è nudo fin quasi
all'inguine, creando così un effetto evidentemente erotico, che tende
all'immaginazione del nudo piuttosto che alla sua volgare mostra.
L'idealizzazione del volto e le sembianze divine collocano Paolina fuori dalla
realtà terrena. Monumento funebre a Maria Cristina d'Austria il
monumento di Canova si lega al tema della morte così com'è espresso nei
Sepolcri di Foscolo. La forma del sepolcro deriva probabilmente dalla piramide
di Caio Cestio a Roma; la defunta (la cui faccia è ritratta sul medaglione
appeso alla facciata) è onorata dalla personificazione delle proprie virtù: la fortezza resa dal leone accovacciato, la
Pietà o Beneficienza dalla giovane donna che guida un vecchio cieco
beneficiato. E' inoltre accompagnata dalla tenerezza del suo sposo (il genio
alato teneramente abbandonato sulla Fortezza
della sposa). Il mondo classico rivive nella scena composta quasi teatralmente
dal Canova. Le ceneri della defunta vengono portate verso il buio della morte
(l'interno della piramide) da un mesto corteo fatto di giovani donne, di
fanciulle e di un vecchio. JACQUES-LOUIS
DAVID I suoi disegni non sono elaborati, ma si riscontra la chiarezza del
segno, la purezza dell'immagine e la sua semplificazione per mezzo del contorno
netto, della linearità. Giovane
addormentato nelle braccia di un vecchio la linea evidenzia i contorni
mentre l'acquerello ombreggia lievemente. Questa tecnica ricalca bene l'effetto
di un antico e classicheggiante bassorilievo. Donna dal turbante
tratteggio incrociato e fitto determina il fondo scurissimo contro cui si
staglia il volto della fanciulla, tecnica simile a quella dell'incisione con
puntini che sfumano il passaggio dal tratteggio obliquo a quello verticale. Studio
per una donna di profilo che poi sarà la giovane donna del lato sinistro
delle Sabine, l'interesse è rivolto al drappeggio mentre tutto il resto della
figura è accennato solo da una doppia linea di contorno. Studio d'insieme
per Leonida alle Termopili
presenta lo stadio quasi definitivo (nel quadro mancherà poi qualche
personaggio); la linea fa da padrona contornando con vigore ogni corpo. Giuramento
degli Orazi: atrio di una casa romana inondato di luce solare, impianto
prospettico sottolineato da fasce marmoree che racchiudono riquadri di
pavimento in laterizi disposti a lisca di pesce. Nel fondo due pilastri e due
colonne doriche dal fusto liscio sorreggono tre archi a tutto sesto oltre i
quali, immerso nell'ombra, un muro delimita un porticato, mentre un'ulteriore
arcata - a destra - lascia intravedere altri ambienti abitativi. Il padre è la
figura centrale (infatti è al centro, e la sua mano è il punto di fuga di tutto
il dipinto) e con le labbra dischiuse richiede ai figli il giuramento "o Roma o
Morte". I tre giovani sono uniti in un abbraccio che indica unanimità
d'intenti. A destra le donne meste e mute sono abbandonate nel dolore e nella
rassegnazione. In posizione più arretrata la madre degli Orazi copre con il suo
velo scuro, presago di lutto, i suoi due figli più piccoli, mentre la figlia
Sabina, affranta e con le mani in grembo, si volge verso la cognata Camilla
(moglie del maggiore dei fratelli) che, piegata verso di lei, tiene sulla
spalla una mano su cui appoggia il capo chino. In conformità all'estetica
neoclassica, David non mostra il momento cruento del combattimento. La morte
di Marat la tappezzeria del bagno costituisce il fondo scuro e monocromo
dove si svolge la scena, pistole e cartina appesa al muro, che c'erano nella
realtà, non vengono riprodotte così come il cestino è sostituito da una
cassetta di legno chiaro che funge da lapide in quanto Davidi ci scrive sopra "A Marat, David, 1793, L'an deux). La
povertà e l'essenzialità dell'arredo quasi monastico rappresentano la virtuosa
povertà di Marat, repubblicano incorruttibile. La posizione di Marat ricorda
quella delle deposizioni di Cristo, modo per elevare Marat al di sopra della
realtà umana (anche se il sangue gronda ancora, la freddezza mortale della
scena astrae la situazione dallo spazio e dal tempo). Naturalmente la scena è successiva all'evento (Winckelmann) e il
volto dell'assassina (Marie Anne Charlotte Corday, che lo uccise a tradimento
dopo essersi fatta ricevere nel bagno dove Marat giaceva per necessità
curative) è così condannato all'oblio (perché se n'è andata). Le Sabine
I Sabini, guidati da Tazio, tentano di riprendere le loro donne rapite dai
Romani guidati da Romolo per popolare la neonata Roma. I due condottieri che
stanno per sfidarsi a duello vengono bloccati dalle donne con i loro bambini
che si interpongono tra di loro ponendo fine a tutto: l'amore coniugale ha la
forza di evitare molte morti e di far sì che i due popoli si uniscano in una
sola entità. La qualità artistica spicca con i nudi statuari di Tazio (a
sinistra) e di Romolo (a destra) e con la bella Ersilia che si pianta a gambe
larghe in mezzo ai due. Si vede lo studio dei modelli antichi e la traduzione
del linguaggio scultoreo in quello pittorico. David ha ben memorizzato la
lezione di Raffaello dell'Incendio di
Borgo. Leonida alle Termopili, rappresentazione delle virtù civiche,
rappresentazione dei nudi perfetti e
statuari: da Leonida ai giovanetti. L'abbraccio del Giuramento degli Orazi è riproposto con i quattro amici che,
allacciati, offrono delle ghirlande ad un commilitone che incide con la spada
sulla roccia un messaggio per i futuri viandanti. Marte disarmato da Venere
e dalle Grazie: disimpegno politico degli ultimi anni di vita di David
trascorsi in Belgio. Delicatezza di Venere riprende quella della Psiche di
Canova e la posizione sembra il rovescio di quella di Paolina Borghese sempre
del Canova. NEOCLASSICISMO E
ROMANTICISMO Neoclassicismo e Romanticismo costituiscono due importanti
fasi di uno stesso processo storico e, pur sembrando a prima vista
assolutamente antitetiche, risultano in realtà tra loro strettamente connesse
sul piano artistico e culturale. Mentre il Neoclassicismo si fa promotore del
ritorno all'ordine, alla regolarità e alla disciplina, ispirandosi ai modelli
classici, il romanticismo esalta la fantasia, la sensibilità personale e la
malinconia, esasperando il sentimento e rifiutando tutto ciò che si poteva in
qualche modo ricollegare con il razionalismo illuminista che del neoclassicismo
aveva costituito la base teorica. Tuttavia neoclassicismo e romanticismo sono
entrambi caratterizzati da un disperato timore del presente e dal conseguente
rifiuto dei suoi aspetti più veri e concreti. Gli artisti e gli intellettuali
romantici, pur contrapponendosi in modo vivace a quelli neoclassici, hanno di
fatto una formazione assai simile e sono nutriti dagli stessi studi. Sia gli
uni che gli altri vivono alla costante ricerca di forme espressive che si
dimostrino in grado di far evadere dall'insoddisfazione di un oggi in sempre
continua e spesso troppo rapida evoluzione. A tal fine i Neoclassici fanno
appello direttamente al mondo della classicità greco-romana, mentre i
romantici, dal canto loro, tendono a riconoscersi nella spiritualità del
Medioevo, visto come periodo di origine dei sentimenti e dell'orgoglio
nazionali. Il modo di vedere e di sentire la natura, ad esempio, rende
perfettamente l'idea della radicale contrapposizione ideologica dei due
movimenti. L'uomo romantico si sente parte integrante della natura e vi si
immerge profondamente, personalizzandola e modificandola in funzione dei propri
stati d'animo e delle proprie necessità espressive. L'uomo neoclassico, al
contrario, si sforza di rimanerne estraneo e di indagarne razionalmente le
caratteristiche al fine di padroneggiarla, negandole volutamente qualsiasi
valore poetico ed espressivo. In un caso e nell'altro, comunque, l'arte tende a
diventare stile, cioè insieme omogeneo di regole, di tecniche e di contenuti
facilmente individuabili ed altrettanto facilmente trasmissibili attraverso le
scuole d'arte e le accademie. In questo modo si arriva a creare una sorta di
gusto nazionale egemone, generalmente ritenuto valido sia sul piano formale
(estetico) sia su quello dei contenuti (etico), ottenendo al tempo stesso il
non sottovalutabile risultato di controllare (ed eventualmente contrastare)
l'emergere di personalità o movimenti artistici in disaccordo con gli indirizzi
ufficiali. Nasce, in altre parole, la cosiddetta arte di regime. Contro questo
stato di cose si batteranno singoli artisti ed interi movimenti (primo fra
tutti l'Impressionismo), ma le resistenze da vincere saranno sempre molte e
molto agguerrite. THEODORE GERICAULT
La sua poetica è sospesa tra neoclassicismo e romanticismo, con una maggiore
propensione verso la sensibilità romantica. A ciò lo inlinava la sua indole
irrequieta. I suoi interessi per la tragica condizione umana erano alti;
risultato di questo atteggiamento era l'indagine pittorica del mondo della
follia, un'indagine esente da ogni morbosità e tesa soprattutto a rivelare la
dignità di chi è prigioniero di una malattia mentale e del dolore, più o meno
cosciente, che ne consegue. Paride e i suoi portatori disegno ancora
legato al gusto neoclassico, il segno è forte deciso e vigoroso. Acquarello
denso e contorni evidenti che conferiscono al disegno un andamento diagonale. Leida
e il cigno disegno a penna molto simile ad un'incisione, chiaroscuro
ottenuto con incrocio linee. L'abbraccio ninfa e satiro stretti in
abbraccio voluttuoso, rapidi tocchi di tempera rivelano il temperamento
sensuale dell'artista. Corazziere ferito che abbandona il campo di battaglia
evidente l'amore e lo studio per i cavalli; richiamo al neoclassicismo in
quanto la scena è lontana dal campo di battaglia, il corazziere non ha un volto
sofferente e l'attenzione è alla forma. Il cielo oscuro e i bagliori del fuoco
lontano ci presentano però il soldato come un vinto che cerca di aver salva la
vita, rappresentazione questa della caduta delle certezze e delle grandi
aspirazioni napoleoniche. Cattura di un cavallo selvaggio nella campagna
romana suggestioni del clima classicista di ambiente romano. Scena
proiettata nel passato in un mondo classico ideale e senza tempo. Personaggi
tratteggiati con sicurezza in ricordo dei rilievi antichi e della lezione della
pittura rinascimentale. La zattera della medusa l'artista piega la
perfezione formale classicista alla nuova sensibilità romantica preannunciando,
addirittura, il realismo. Gli uomini ancora vivi sono accalcati nell'unica
porzione di zattera ancora non immersa, porzione al di sopra della quale le
cime che reggono la vela di fortuna disegnano una piramide. La stessa piramide
è formata dalle braccia che si toccano e culminano nel negro che sventola il
panno per farsi avvistare. I corpi sono modellati statuariamente e colpiti
dalla luce che dà loro solidità. I cadaveri sono testimonianza della lunga sofferenza
patita. Alienata con la monomania del gioco vecchia solcata da mille
rughe con sguardo spento e assorto nel pensiero che l'ha estraniata dalla
realtà. EUGENE DELACROIX Si staccò
molto presto dalla poetica neoclassica ed arrivò ad essere il maggiore dei
pittori romantici francesi. Del romanticismo la sua arte incarna la malinconia,
il desiderio di cambiamento, l'avversione per l'accademismo, il riferimento ai
fatti della storia medioevale, l'impetuosità creativa, l'esotismo. Con
l'osservazione personale dei fenomeni della luce e del colore, Delacroix
divenne un pittore colorista. Nelle sue osservazioni ci sono già tutte quelle
linee di ricerca che apriranno la via all'Impressionismo (che lo ammirerà
molto). Il segno di Delacroix è immediato, nervoso, fortemente espressivo, sia
negli schizzi che nei bozzetti. La Barca di Dante ottavo canto
dell'Inferno dantesco, passaggio dello Stige, sulla barca di Flegias. Ambiente
tenebroso dal cui fondo emergono fuoco e nuvole di fumo dai riflessi rossastri
che si sprigionano oltre le mura possenti della città di Dite. Ogni corpo ha
tuttavia bagliori di luce che lo modellano. I nudi vigorosi e volumetrici sono
un richiamo di quelli michelangioleschi. Delacroix ha posto uno di fianco
all'altro i colori complementari senza fonderli (per gli impressionisti questa
tecnica sarà fondamentale). La Libertà che guida il popolo riferimenti
alla Zattera della Medusa di
Gericault per quanto riguarda la composizione piramidale della scena e per i
due uomini riversi in primo piano. Alla perfezione anatomica di Gericault si è
però sostituita la massa indistinta del popolo (così ciascuno poteva
riconoscersi nei ribelli); unione delle varie classi sociali, con una punta di
populismo, nella lotta comune: popolani, militari e borghesi. La Libertà, a
seno scoperto, viene verso di noi impugnando il tricolore francese: è un modo
per invitarci (noi osservatori) a partecipare. Probabile riferimento artistico
della Libertà è la Venere di Milo; in ogni caso la Libertà è il primo tentativo
di proporre un nudo femminile in abiti contemporanei (prima erano solo soggetti
mitologici). I colori della bandiera si ripetono negli abiti della figura ai
piedi della Libertà. Giacobbe lotta con l'angelo lotta di Giacobbe, in
viaggio per incontrare suo fratello Esaù, con un angelo misterioso. L'angelo
rappresenta Dio stesso che si lascia vincere; tema romantico dell'eroe
solitario. Per Delacroix ogni colore contiene i tre colori primari: azzurro,
rosso e giallo.