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IMPRESSIONISMO : Caratteristiche generali
Pag 692
Nella Parigi di fine Ottocento vi era ovunque novità e progresso: senza Parigi l'Impressionismo non sarebbe potuto esistere (fondamentale è il ruolo dell'incalzante progredire della scienza e della tecnica e delle stampe giapponesi).
Gli Impressionisti si ribellavano alla produzione artistica di tipo accademico, l'anomalia di questo movimento è il fatto che non era ne organizzato, era una sorta di aggregazione spontanea, senza manifesti,ne teorie. Questo gruppo cominciò a riunirsi nel Café Guerbois; era un gruppo privo di una basa culturale omogenea, poiché i vari aderenti provenivano da esperienze artistiche e da realtà sociali diverse. Questi si resero conto che tutto ciò che percepivano attraverso gli occhi, andava ben oltre del nostro campo visivo, quindi vi fu una quasi totale abolizione della prospettiva geometrica, l'importante era l'impressione suscitata, furono aboliti i forti contrasti chiaroscurali. Gli artisti prediligevano dipingere en plein air e cercavano di cogliere l'attimo fuggente, infatti nel momento in cui l'artista dipinge non rappresenta più la realtà, ma le sensazioni che essa gli suscita. Ricorrente è il tema dell'acqua, ma questi ostentano una totale indifferenza al tema, imprimendo alle proprie opere qualcosa di profondamente personale.
Come data precisa d'inizio del movimento si potrebbe dare il 15 aprile 1874 quando alcuni artisti (come Monet, Degas e Renoir) decisero di organizzare una loro mostra, dopo essere stati rifiutati da tutte le principali esposizioni. Si presentarono al pubblico come "Società Anonima degli artisti, pittori, scultori, incisori ecc."; purtroppo questa si rivelò un fallimento, ma portò alla creazione del nome con cui oggi sono conosciuti: il critico Leroy,osservando Impressione, sole nascente di Monet, diede loro l'appellativo derisorio di "impressionisti".
Pag 701 - Edouard Manet
Nel 1850 incomincia il suo percorso artistico, ma questi si dimostra insofferente per l'arte del maestro (giudicata vuota ed innaturale) e nel 1856 lascia l'atelier. Durante i suoi numerosi viaggi ammira i grandi del passato, in particolar modo Delacroix. Nel 1861 conosce Degas e nel 1869 comincia a realizzare le sue prime opere en plein air (giardini delle Tuileries). Anche se rifiutato dai Salons, non partecipa direttamente all'esposizione degli Impressionisti.
Pag 702 - Colazione sull'erba
opera |
Colazione sull'erba |
grandezza |
208 x |
Data di realizzazione |
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Tipo di opera |
Olio su tela |
Esposizione odierna |
Museo del Louvre, Parigi |
Esposta al Salon des Refusés, quest'opera creò
grande scandalo.
opera |
Olympia |
grandezza |
130.5 x 190 com |
Data di realizzazione |
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Tipo di opera |
Olio su tela |
Esposizione odierna |
Musée d'Orsay, Parigi |
Pag 704 - Olympia
opera |
Il bar delle Folies-Bergères |
grandezza |
96 x |
Data di realizzazione |
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Tipo di opera |
Olio su tela |
Esposizione odierna |
Courtauld Istitute of Art, Londra |
Soggetto |
Una cameriera delle Folies-Bergères |
Nel 1865 al Salon viene presenta un'altra opera di Manet: Olympia, ispirata alla Venere di Urbino per la rappresentazione della donna nuda semisdraiata su un letto disfatto, riprende anche il tema della Maya nuda di Goya. Ai piedi della donna vi è un gatto nero, mentre una domestica di colore sopraggiunge dal retro con un variopinto mazzo di fiori. Quest'opera diede nuovamente scandalo: in primo luogo per la scelta del soggetto, ritenuto volgare e sconveniente in quanto rappresentazione di una prostituta, in secondo luogo ancora per la tecnica pittorica non "accademica". Il corpo acerbo e sgraziato della ragazza è privo delle solite sinuosità, tipiche dei nudi femminili di eroine storiche o dee mitologiche. L'opera provoca, al contrario di ciò che desiderava l'autore, un senso di disagio, accentuato dal malizioso nastrino legato al collo e dallo sguardo beffardo, quasi di sfida, della donna. Anche il titolo dell'opera riallacciava il soggetto al mondo della prostituzione francese, poiché il nome Olympia era un nome d'arte usato da molte prostitute dell'epoca.
I forti contrasti, la piattezza delle forme e il risalto dei contorni rimandavano all'arte giapponese, in voga all'epoca. Il mazzo di fiori è del tutto impressionista.
Pag 704 - Il bar delle Folies-Bergères
Accettato al Salon del 1882, l'opera riprende tutti gli elementi caratterizzanti della pittura di Manet: l'amore per il quotidiano (la cameriera) e il gusto per le nature morte (le bottiglie, la fruttiera ed i fiori). L'autore usa i soliti colori piatti senza chiaroscuro, nello specchio l'artista riesce a riprodurre il vasto salone delle Folies-Bergères, locale molto alla moda al tempo.
Pag 706 - Claude Monet
Questo artista è indiscutibilmente riconosciuto come "il più impressionista tra gli impressionisti". Nel 1859 raggiunge Parigi dove non si iscrisse mai a regolari corsi accademici ma frequentò gli ambienti artistici più vicini a Manet. Il servizio militare in Africa contribuì a sviluppare la sua passione per la natura e le sensazioni scaturite dalle sue osservazioni. Nel 1862 torna a Parigi, dove conosce Degas e dove incontra Manet, da cui arricchì enormemente il suo bagaglio di conoscenze. Qui comincia a praticare la pittura en plein air. Nel 1880, anno della sua ultima presenza al Salon, egli diviene l'uomo simbolo dell'Impressionismo. Fuori dalla capitale, possedeva una casa con un giardino dove aveva fatto costruire un laghetto di ninfee.
opera |
Palazzo Ducale a Venezia |
grandezza |
81 x |
Data di realizzazione |
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Tipo di opera |
Olio su tela |
Esposizione odierna |
Brooklyn Museum of Art, New York |
Soggetto |
Il Palazzo Ducale di Venezia |
Pag 706 - Palazzo Ducale a Venezia
Nel 1908 soggiorna a Venezia, dove rappresenta il palazzo veneziano in una sua opera. Questo pare sorgere dall'acqua e galleggiarvi sopra, riflettendosi nelle acque veneziane.
Pag 708 - Impressione, Sole nascente
opera |
Impressione, sole nascente |
grandezza |
48 x |
Data di realizzazione |
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Tipo di opera |
Olio su tela |
Esposizione odierna |
Museo Marmottan, Parigi |
Soggetto |
Il sole di primo mattino, sul mare |
Il quadro non presenta disegni preparatori, ogni oggettività naturalistica del soggetto è stravolta dalla volontà del pittore di trasmettere le sensazione provate attraverso la tela. L'uso giustapposto di colori caldi e freddi rende in modo suggestivo il senso della nebbia del mattino, attraverso la quale si fa strada il pallido sole ed i suoi riflessi aranciati sul mare. Inizialmente l'opera non aveva titolo.
Pag 709 -
opera |
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grandezza |
107 x |
Data di realizzazione |
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Tipo di opera |
Olio su tela |
Esposizione odierna |
Musée d'Orsay, Parigi |
Soggetto |
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Il pittore è del tutto indifferente all'arabescata struttura architettonica della costruzione gotica, questi si concentra esclusivamente sul gioco di luci e ombre che il sole produce sulla facciata.
Pag 710 - Stagno di ninfee
opera |
Stagno di ninfee |
grandezza |
83.3 x |
Data di realizzazione |
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Tipo di opera |
Olio su tela |
Esposizione odierna |
National Gallery, Londra |
Soggetto |
Il ponte giapponese sopra lo stagno del suo giardino |
L'acqua è uno degli elementi che maggiormente affascinano l'artista. Creato nel 1899, questo quadro rappresenta il ponte giapponese che l'artista si era fatto costruire nel suo giardino. La luce verdastra, insieme all'acqua dello stagno punteggiata dalle ninfee in fiore, genera una sensazione di frescura.
Pag 711 - Edgar Degas
Edgar-Hilaire-Germain de Gas comincia a frequentare precocemente il Museo del Louvre, dove ammira soprattutto i grandi del Rinascimento italiano. La prima formazione avviene in ambiente accademico, che però lascia pochi mesi dopo per intraprendere lunghi e regolari soggiorni in Italia, dove ne frequenta i musei. L'esperienza italiana matura nell'artista la consapevolezza dei propri mezzi ma gli fa percepire, al contempo, i limiti; infatti Degas si dimostrerà sempre profondamente insoddisfatto della propria arte, che continuerà ad affinare con lo studio. Tornato a Parigi continuerà lo studio dei classici; nonostante l'impegno di propaganda impressionista, egli rimane un convinto assertore del disegno e della pittura in atelier. Degas non ama i paesaggi, infatti tutte le sue opere sono ambientate in caratteristici interni parigini.
Pag 712 - La lezione di ballo
Questo è il primo dei grandi dipinti appartenente alla serie delle ballerine; questo contiene già tutti i temi della maturità artistica dell'artista. Rappresenta il momento in cui una ballerina sta provando sotto l'occhio vigile del maestro e delle compagne, disposte in semicircolo. I gesti delle ballerine sono indagati con grande attenzione (una che si sta grattando la schiena, una che si fa aria col ventaglio.)e la scena è rappresentata alla fine di una lezione quando l'atmosfera è più rilassata e informale. L'artista ricostruisce l'atmosfera con raffinatezza, inserendo le fanciulle in una luce morbida, che ne ingentilisce le movenze. Il disegno prospettico del parquet e delle pareti contribuiscono a dare un senso di realismo. In opposizione alle teorie impressioniste, egli non rifiuta il disegno, ne l'uso del bianco (tutù) e del nero.
opera |
La lezione di ballo |
grandezza |
85 x |
Data di realizzazione |
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Tipo di opera |
Olio su tela |
Esposizione odierna |
Musèe d'Orsay, Parigi |
Soggetto |
I momenti finali di una lezione di danza |
Il taglio imposto è quello fotografico. Questo è il risultato di un lungo e difficile lavoro di atelier.
opera |
L'assenzio |
grandezza |
92 x |
Data di realizzazione |
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Tipo di opera |
Olio su tela |
Esposizione odierna |
Musèe d'Orsay, Parigi |
Soggetto |
Una prostituta ed un barbone in un Café |
Pag 713 - L'assenzio
L'opera è ambientata nel Café Nouvelle-Athènes, altro luogo di ritrovo per gli impressionisti. Il taglio è sempre fotografico e l'inquadratura è volutamente squilibrata a destra, come una visione improvvisa e casuale. La prospettiva si denota dalla disposizione dei tavolini. Il punto di vista è quello alto e decentrato di un osservatore invisibile. I due personaggi (una modella ed un amico dell'autore) rappresentano una prostituta e un barbone; sul piano di marmo davanti a loro vi sono un bicchiere d'assenzio e un calice di vino. Entrambi hanno lo sguardo perso nel vuoto, pur essendo seduti accanto sono fra loro lontanissimi, a simboleggiare la solitudine e l'incapacità di comunicare. L'atmosfera è pesante come lo stato d'animo dei due personaggi, lo spazio è squallido e angusto. L'artista presta particolare attenzione ai giochi di luce e colore; alle spalle dei due vi è uno specchio appannato che riflette le sagome in modo confuso.
Pag 715 - Pierre-Auguste Renoir
Nel 1862 entra alla Scuola delle Belle Arti dove conosce Monet, con cui condividere le presenze al Café Guerbois e le prime esperienze en plein air. Pur dimostrandosi insofferente all'ambiente culturale della Scuola, accetta comunque lo studio del disegno.
Pag 716 - Confronto tra
opera |
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grandezza |
74.6 x |
Data di realizzazione |
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Tipo di opera |
Olio su tela |
Esposizione odierna |
Metropolitan Museum of Art, New York |
opera |
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grandezza |
66 x |
Data di realizzazione |
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Tipo di opera |
Olio su tela |
Esposizione odierna |
National-museum, Stoccolma |
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Punti e punti in comune |
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Renoir e Monet collocano i propri cavalletti l'uno accanto all'altro, il punto di vista è pressoché il medesimo. |
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Privilegia l'immagine d'insieme, allontanando prospetticamente l0'isolotto centrale. È sintetica. |
- Attenzione - |
È maggiormente sensibile alle presenze umane. |
Le figure sono tratteggiate allo stesso modo delle piante e della natura. |
- Le figure umane - |
Le presenze umane sono più definite. |
Usa pochi colori. Individua i punti di luce e di ombra con bruschi cambiamenti cromatici. |
- I colori - |
Frammenta la luce in piccole chiazzette di colore, conferendo vivacità. |
opera |
Moulin de la Galette |
grandezza |
131 x |
Data di realizzazione |
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Tipo di opera |
Olio su tela |
Esposizione odierna |
Musèe d'Orsay, Parigi |
Soggetto |
Ballo popolare all'aperto |
Pag
718 - Moulin de
È un dipinto abbozzato
en plein air ed ultimato in atelier. L'opera ritrae un ballo
popolare all'aperto ambientato al Moulin
de
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