IL QUATTROCENTO
Nel '400 in Italia, e in
particolare in Toscana, la rivalità tra aristocrazia feudale e città si risolse
ben presto a favore di queste ultime, che inglobano i nobili nel proprio
tessuto sociale. La moderna circolazione del denaro e il paleocapitalismo
si sviluppano più rapidamente che nel resto d'Europa. Il medioevo non abbandona
comunque le tradizioni mediterranee antiche; l'Italia diviene inoltre il primo
rifugio dei dotti greco-bizantini ancora prima della
caduta di Costantinopoli (1453).Il nuovo orientamento dell'architettura e delle
arti figurative è dovuto tuttavia più alla volontà di singoli artisti che a una
esigenza collettiva. Brunelleschi, il primo
importante architetto della nuova epoca è soggetto a continue contestazioni; i
suoi progetti, a dispetto della apparente semplicità e della loro logica, sono
talmente rivoluzionari che neppure gli esperti a lui contemporanei sono in
grado di comprenderli appieno. Essi subiscono perciò continui arresti in
assenza della sua direzione e, dopo la sua morte, non possono essere realizzati
secondo le sue concezioni, qualora non esistano modelli precisi.L'ampio
consenso popolare per l'arte del Rinascimento è soltanto una leggenda;
quest'arte rappresenta piuttosto la creazione di una minoranza ristretta, di
un'élite di artisti, che può essere identificata esattamente in alcune
personalità; il suo imporsi contro le concezioni artistiche e lo spirito
corporativo del Medioevo avviene grazie agli incentivi provenienti da altre élites, quali gli umanisti, l'aristocrazia finanziaria, i
principi locali, gli ambienti più influenti della Chiesa e alcuni papi.Quando
sui testi troviamo una distinzione l'Umanesimo in architettura è considerato il
momento di introduzione ai problemi che saranno del Rinascimento e che vedremo,
ma principalmente è il momento determinante nel quale 'l'architettura
stessa viene inventata almeno nel suo significato moderno'. Vale a dire
'nasce l'architetto come intellettuale moderno e nasce l'architettura come
strumento di formazione di un ambiente umano'.Le accentuazioni fortemente
ideologiche che Tafuri conferisce a queste
definizioni non tolgono nulla alla chiarezza dell'impostazione. L'architetto,
come intellettuale moderno è il passaggio dalla figura dell'operatore di
altissimo livello, che, insieme ad altri, tutti alle dipendenze del monastero e
del signore, governa il cantiere e ne realizza la concezione, al protagonista
in prima persona del progetto e dell'opera, il quale può esercitare il suo
magistero anche senza avere un cantiere da guidare, perché il suo è un
contributo alla conoscenza e quindi un esercizio della libertà e della ragione.L'architettura come strumento di formazione
dell'ambiente dell'uomo introduce alla concezione organica della città, che si
costituisce, non solo per la giustapposizione o l'accostamento di nuclei di
emergenze eccezionali, ma per la creazione di un tessuto connettivo urbano,
prodotto della libera attività dei cittadini impegnati nella vita e nel governo
della città.Questi due fatti hanno una storia molto antecedente ai primi anni
del '400 : la novità è che solo in questi anni se ne prende coscienza, e si
opera, conducendo a sintesi le due direzioni di sviluppo del pensiero, usando
come strumento la rilettura degli antichi. Delle antiche architetture si
indagano forme e tecnologie in modo scientifico, misurando e disegnando e
quindi togliendo ad esse l'alone mitico che ne aveva fino ad allora
condizionato la grandezza e la eccezionalità e che non erano mai state messe in
discussione in tutto il Medioevo.