Gustave Courbet: L'atelier
del pittore
La scena è ambientata nel vasto studio di Courbet, dove s'incontrano i
letterati e gli artisti, amici e sostenitori del realismo, insieme ad una
folle. L'opera è incentrata sull'autoritratto di Courbet intento a disegnare un
paesaggio, osservato attentamente da un bambino che sembra uscito dal paesaggio
stesso, e da una modella nuda che stringe al petto un drappo bianco. Dietro la
tela c'è un manichino con posa innaturale, interpretato come un Cristo o un San
Sebastiano trafitto, simbolo della disprezzata arte accademica, e un teschio
appoggiato su un giornale. Lo studio è affollato da una serie di personaggi
appartenenti ai più diversi tipi umani e sociali, schierati simmetricamente e
divisi in esponenti del mondo culturale, lavoratori e sacerdoti. Seduto in
primo piano a sinistra, un bracconiere fissa un cappello piumato, simbolo di un
romanticismo superato. Di fronte a lui, una donna irlandese che allatta il suo
bambino, simbolo della miseria. Poi alla sinistra appare un rabbino e sul fondo
un mercante che offre una stoffa ad un benestante. Ci sono poi un pagliaccio,
un prete cattolico, un falciatore, un operaio, un becchino e una prostituta. A
destra si riconoscono alcuni amici dell'artista: Baudelaire sul tavolo che
legge, una coppia di eleganti collezionisti e un bambino che disegna sdraiato
sul pavimento, simbolo dell'approccio ingenuo al problema della figurazione.
Il dipinto ricapitola gli interessi e i principi, artistici e morali,
di Courbet. Una luce polverosa e una definizione sommaria delle coordinate
spaziali accentuano l'atmosfera di mistero e poesia, ancora legata alla
sensibilità romantica. Il grande formato dell'opera consente la suggestione
della grandezza naturale e la stesura può alternare ampie superfici levigate,
dovute all'uso della spatola, a un lavoro minuzioso. I colori sono cupi.