Monet e l'impressionismo
Claude Monet (1840-1926) è il principale
esponente dell'impressionismo, corrente che abbandona le regole tradizionali di
rappresentazione della realtà: Monet dipinge come se frantumasse lo spazio e lo
gettasse a manciate sul quadro. I primi visitatori dell'esposizione degli
impressionisti del 1874 rimasero sconcertati e i critici scandalizzati: quei
quadri sembravano loro un ammasso confuso di pennellate arbitrarie.
Osservando da vicino Impression, solei levant
(1873) di Monet: le immagini sono decomposte in una molteplicità di tratti di
colore, stesi a rapide pennellate; le figure sono prive di contorni e di
rifiniture,. Sembra un abbozzo sommario e approssimativo. Ma proviamo ad
allontanare l'immagine: le macchie prendono forma, si riconoscono mentre l'insieme
dell'immagine ci provoca impressioni profonde. Percepiamo come cose vive,
animate, pulsanti l'atmosfera e la luce nell'aria e nell'acqua. Gli
impressionisti hanno capito che all'occhio imano basta dare i suggerimenti
giusti prece esso ricostruisca, sulla base della propria conoscenza della
realtà le forme.
Lo spazio della pittura impressionista è
definito dal gioco dei colori, frazionati in migliaia di tratti accostati e
giustapposti. Monet non vuole dipingere il sole che si leva al mattino, ma
l'impressione del sole che si leva: per questo non punta ai particolari, ma
alla visione d'insieme.
Gli impressionisti dipingono en plain aire per
cogliere tutte le vibrazioni della luce, mutevole e cangiante. Monet, nel 1894,
dipinge una serie di trenta tele che rappresentano La cattedrale di Rouen in
diversi momenti del giorno e in diverse condizioni atmosferiche. Qui l'oggetto
è solo un pretesto per cogliere le infinite variazioni di luci e colori, che
mutano nel tempo suscitando impressioni sempre diverse.