Arte espressionista e
cinema
Nel 1919, Erich Pommer,
un produttore tedesco indipendente, decise di offrire un' opportunità ad una
sceneggiatura assai poco convenzionale propostagli da Carl Mayer e Hans
Janowitz. Pommer consultò tre pittori, i quali proposero di girare il film in maniera espressionista. L'Espressionismo era un movimento di avanguardia artistica
del Novecento che si era sviluppato in tutta Europa, in particolare in
Germania. L'Espressionismo in arte costituiva una sorta
di moto dall'interno verso l'esterno: dall'anima dell'artista direttamente
nella realtà, senza mediazioni né filtri. In altre parole il processo
inverso dell'Impressionismo. Ecco spiegata la durezza
di tale arte, senza prospettiva, né chiaroscuro. La natura stessa
dell'Espressionismo, inteso come proiezione immediata di sentimenti e stati
d'animo estremamente soggettivi, è ricca di contenuti sociali, di spunti
dialettici, di drammatica testimonianza della realtà. Realtà
della guerra, contraddizioni politiche, di perdita di valori, di aspra lotta di
classi: e proprio questi sono i temi più cari agli artisti espressionisti.
L'esperimento di Pommer ebbe successo e portò il
cinema tedesco a vertici mondiali: "Il cabinetto del Dottor Caligari" di
Wiene fece sensazione in Francia, in America e in molti altri paesi. Questo cinema espressionista lavorava sulla messa in scena che
sottoponeva a forme di assoluto controllo. Le
scenografie, di derivazione teatrale e pittorica, erano volutamente distorte e
irreali. Gli attori portavano un trucco pesante e si muovevano in modo sinuoso,
a volte con estrema lentezza, altre con scatti improvvisi. Tutti gli
elementi della messa in scena interagivano fra loro dando vita ad una
complessiva dell'immagine in cui i personaggi non erano
semplicemente qualcosa che esisteva in un determinato ambiente, bensì un
elemento visivo che si fondeva con esso, come testimonia quell'
inquadratura di Cesare (foto a lato) - un sonnambulo che, manovrato da un
misterioso psichiatra, il dottor Caligari, compie una serie di omicidi - in cui
il corpo dell'attore e le sue braccia e mani distese echeggiano graficamente i
tronchi, i rami e le foglie degli alberi che lo circondano. In questo film le
soluzioni espressionistiche sono funzionali alla rappresentazione del distorto
punto di vista di un folle: noi vediamo il mondo così come è lui a vederlo. Il mondo del film è letteral-mente una proiezione della
visione allucinata del personaggio, come allucinato è il mondo dei pittori
espressionisti, come Munch (a lato a destra "L'urlo") o il gruppo del Die
Brucke.