Claude Oscar Monet nasce il
14 novembre 1840 a Parigi, figlio primogenito di un droghiere che, cinque anni
dopo, si trasferisce a Le Havre:
qui egli compie gli studi regolari e, manifestando una precoce inclinazione
all'arte, dal 1856 al 1858 studia disegno da un certo F.
J. Ochard. La sua prima passione è la caricatura. Che pratica con successo,
poi, sotto la guida del paesaggista Eugene Boudin, impara ad amare la pittura all'aria aperta. Nel
negozio di un corniciaio di Le Havre dove erano
esposti alcuni suoi quadri, Boudin aveva notato delle
caricature di celebri personaggi locali opera di un giovane di nome Monet. 'Dovreste provare a dipingere', gli disse
quando si incontrarono e fu così che partì con Boudin
per dipingere en plein air. Ben
presto si impadronì delle tecniche di rappresentazione del paesaggio, imparò ad
usare i colori chiari e nacque in lui l'amore per il mare e l'acqua che lo
accompagnerà per tutta la vita.
Nel 1859 si reca a Parigi trascorrendo molte giornate al Salon
e, contro il parere di tutti, studiando per conto suo senza frequentare i corsi
all'Accademia: la conoscenza delle opere di Delacroix
e le discussioni alla brasserie des
Martyrs arricchiscono il suo patrimonio culturale e
la sua esperienza artistica più di ogni insegnamento scolastico.
Nel 1860 è richiamato sotto le armi e parte per l'Algeria con i cacciatori
d'Africa ma, ammalato di anemia torna a Le Havre in
convalescenza all'inizio del 1862 e, in cambio del pagamento della tassa per il
riscatto dal servizio militare, la sua famiglia ottiene che Claude
entri nello studio di un pittore 'serio'.
L'intervallo di Le Havre è particolarmente felice per
il giovane pittore che di frequente si reca in campagna o sulla riva del mare a
dipingere il paesaggio della Normandia in compagnia di Boudin
o di Jongkind che casualmente conosce. L'incontro con
il pittore olandese è un'altra esperienza fondamentale per Monet:
lo portò con se nelle sue spedizioni e il suo fine insegnamento completò quello
di Boudin.
A Parigi, in autunno, entra nell'atelier di Gleyre,
dove conosce Bazille, Renoir,
Sisley coi quali si lega di una amicizia destinata a
durare tutta la vita, conosce la pittura di Manet e
l'anno successivo la pittura di Courbet.
Gleyre era un uomo
schietto e cordiale che cerca pazientemente di portare Monet
a disegnare secondo lo stile accademico, ma i suoi metodi di insegnamento non sono
abbastanza stimolanti per il giovane pittore che, grazie al contatto con queste
altre grandi personalità, impara a 'vedere' in maniera diversa.
Durante questi anni di dure difficoltà e di miseria, conseguenti alle ripetute
liti con la famiglia che non approva la sua carriera di indipendente e di
ribelle rifiutandogli ogni sostentamento economico, Monet
lavora accanitamente all'aria aperta, nella foresta di Fontainebleau,
lungo la Senna, in Normandia. E' interamente assorbito dalla progettazione e
l'esecuzione di due grandi tele. Una è le
dejeuner sur l'herbe(1865),
un tributo a Manet autore di una tela dallo stesso
titolo quanto mai rivoluzionaria, che egli aveva ammirato al Salon des Refusés
del 1863; l'altra, dipinta due anni dopo, è la non meno ambiziosa donne in giardino, in cui il
pittore cerca di rendere l'effetto prodotto da una luce che, filtrando a
chiazze tra il fogliame, si posa su di un gruppo di persone.
Nel 1866, in seguito al discreto successo ottenuto al Salon
dal suo Riratto di Camille Donceux. I suoi familiari nuovamente lo
aiutano, ma per poco: quando sanno che egli vive con Camille
gli impongono di abbandonare l'amica che nel frattempo, a Parigi, ha dato alla
luce Jean. Queste dolorose vicende gli impediscono di
dipingere con regolarità: è sempre in giro come un vagabondo, sbattuto da
Parigi alla Normandia e durante una visita a Le Havre
nel 1867, spinto dall'intento di riappacificarsi con la famiglia, dipinge la
famosa Terrazza sul mare a Sainte-Andresse in cui compaiono la zia e il padre nel
giardino affacciato sul mare.
Nella primavera dell'anno successivo un suo quadro viene accettato al Salon e così le sue difficoltà finanziarie temporanemente diminuiscono. Con la sua famiglia si sistema
in una locanda del piccolo villaggio di Gloton, un
posto sperduto, un paradiso di prati verdi e ranuncoli, raggiungibile solo
attraverso la Senna su di un vecchio traghetto tirato da una catena. Qui Monet, trascorre molte ore felici con Camille
e Jean e dipinge Fiume,
oggi conservato all'Art Istitute di Chicago, forse,
il primo dipinto d'ispirazione impressionista per la presenza di tutti gli elementi
caratteristici: acqua, riflessi, ombre colorate.
Nel 1869 va a vivere a Saint-Michel, vicino a Bougival. Nonostante le difficilissime condizioni
economiche, chiaramente testimoniate dalla corrispondenza tra Monet e Bazille e tra Renoir e Bazille. Monet, spesso in compagnia del pittore di Limonges, dipinge in questo luogo alcuni tra i quadri più
sereni della sua carriera come le tele della "grenouiellere",
un caffè galleggiante che si trova in un punto della Senna di fronte all'Ile de Croissy dove le acque del
fiume scorrono più lente. Qui Monet ama dipingere il
fiume ricreando la superficie dell'acqua nei suoi riflessi e nella sua
trasparente lucentezza.
Nel frattempo, l'artista non perde occasione per recarsi a Parigi, dove un
gruppo di pittori indipendenti ha preso l'abitudine di riunirsi al Café Guerbois, nella Grand'Rue des Batignolles oggi Avenue de Clichy. Ogni venerdì
sera si ritrovano insieme Renoir, Sisley,
Pisarro, Degas, Cezanne, Bazille e Monet per discutere di pittura con Zola, con Manet, con l'incisore Desboutins,
con il musicista Cabaner, Duranty
o Whistler verso il quale Monet
nutre una grande ammirazione. Negli anni della guerra franco-prussiana il Café Guerbois è, dunque, la culla dell'Impressionismo, dove
nacquero le teorie del movimento grazie alle discussioni animate tra Manet, Degas, Cézanne
e gli altri protagonisti, discussioni a cui Monet
preferiva non partecipare attivamente rimanendo in disparte con la sua pipa.
Nel 1870 sposa Camille, lo stesso anno in cui, in
seguito alla guerra franco-prussiana, ripara a Londra. Daubugny,
Bouvin e Sisley sono già in
Inghilterra, Boudin e Diaz erano incerti se partire,
ma Monet, dopo essersi recato a Le Havre per informarsi sugli ultimi avvenimenti, s'imbarca e
viene raggiunto dopo poco dalla moglie Camille e dal
figlio. Contro ogni aspettativa, gli affari a Londra presero una svolta
favorevole. Alcuni giorni dopo il suo arrivo Monet
incontra Daubigny in un caffè frequentato da esuli
francesi. Quest'ultimo, quando sa della difficile situazione in cui si trova il
giovane pittore che egli aveva sempre appoggiato tanto da dimettersi dalla
giuria del Salon dopo il rifiuto di un suo dipinto,
lo presenta subito al mercante Durand-Ruel, un altro
profugo che aveva aperto una galleria al n° 168 di New Bond
Street. Durand-Ruel aveva ereditato una delle prima
gallerie d'arte di Parigi dal padre decidendo di occuparsi in particolare della
generazione di artisti contemporanei, tra cui Carot, Daumier, Courbet, Baubigny, Diaz e i paesaggisti della scuola di Barbizon. L'incontro è, dunque, fortunato per entrambi: il
mercante è felicissimo di incontrare un artista che ammira da tempo e,
attraverso il quale entrerà in contatto con la cerchia dei futuri
impressionisti, prima Pissarro, poi Sisley, Manet, Degas, Renoir, mentre per Monet è quasi superfluo sottolineare che in questo modo può
avere la possibilità di vendere le sue tele. Grazie a questa nuova fonte di
guadagno Monet inizia a vivere in maniera
confortevole in un appartamento di Kensington, si
innamora subito di Londra , dei ponti, dei parchi alberati, del Parlamento
nascosto da un velo di foschia e nel corso delle sue varie visite londinesi
produce più di un centinaio di tele. Insieme a Pissarro
visita i musei soffermandosi in particolare sulle opere di Turner nella National Gallery, opere che sono
per lui una sensazionale scoperta e fonte di grande suggestione, come le Cattedrali di Rouen sembrano
testimoniare. La vita a Londra si sarebbe svolta piacevolmente se dalla Francia
non fossero giunte notizie drammatiche, ma solo dopo la repressione della
rivolta popolare Monet decide di tornare.
Nel giugno del 1871 si trova nella cittadina olandese di Zaandam,
poi visita Amsterdam, i musei e rimane impressionato dalla campagna e dai
mulini a vento; in seguito, giunto a destinazione, si stabilisce a Argenteuil.
Non è più la miseria, ma le continue difficoltà economiche non gli impediscono,
questa volta, di dipingere con regolarità e con una applicazione quasi
costante, specie per l'aiuto del mercante Durant-Ruel,
il solo a credere nel valore delle ricerche di Monet
e dei suoi amici. Da questo momento egli assume la posizione di caposcuola del
movimento, ricoperta precedentemente da Manet, e con
la sola eccezione di Degas che non ama la pittura en plein air, il gruppo di frequentatori
del Café Guerbois prende ad radunarsi ad Argenteuil per dipingere nel giardino dell'amico e lavorare
sulle rive della Senna.
E' con costoro, oltre che con Degas e la Morisot, che organizza la prima mostra di gruppo, quel
gruppo che il titolo di un suo quadro - Impression soleil levant
- fa battezzare ironicamente, dal critico Louis Leroy sul Charivari, 'impressionisti'.
La mostra è inaugurata il 25 aprile al n° 35 del boulevard des
Capucines, nei locali messi a disposizione del
fotografo Nadar, un uomo straordinario che partecipa
animatamente alle riunioni del gruppo. Furono esposte 165 tele dei 30
partecipanti, tra cui Il palco e una Ballerina di Renoir,
la casa dell'impiccato di Cézanne e L'esame di
ballo di Degas. Quasi nessuno, in questo 1874,
crede nella serietà dei giovani pittori che fanno scandalo; per i più non si
tratta che di assurde e ridicole buffonate, ciò nonostante qualche quadro si
vende (Monet fu il più fortunato riuscendo a vendere Impression a un
collezionista destinato ad avere un ruolo fondamentale nella sua vita, Ernest Hoschedé) e qualche
critico ha il coraggio di alzare la sua voce per sostenerli. Così queste mostre
si terranno ripetutamente (1874, 1876, 1877, 1879, 1880, 1881, 1882, 1886), Monet però non partecipa né alla quinta, né alla sesta, né
all'ottava edizione, per polemica con le tendenze e gli inviti di taluni promotori.
Hoschedé acquista molte tele oltre alla tela più
famosa della prima mostra, tanto che Monet spera che
questi prenda il posto di Durand-Ruel tra i suoi
estimatori, ma sfortunatamente il finanziere è già sull'orlo del fallimento
quando lo invita a trascorrere alcune settimane nel suo castello di Montgeron. Il tentativo di salvare il suo patrimonio porta
spesso Hoschedé a Parigi e Monet
si trova solo con la sua giovane moglie, Alice; forse durante una delle
consuete lunghe conversazioni scocca la scintilla che avvierà una amicizia
destinata a sfociare in un legame duraturo.
In autunno Monet, tornato ad Argenteuil,
ottiene il permesso di dipingere l'interno della stazione di saint-lazare. Evidentemente non ha dimenticato le
conversazioni al caffè su quella pittura della vie moderne e la stazione lo attrae per la sua atmosfera fumosa,
rischiarata dalla luce che si riversa all'interno dal grande tetto di vetro.
All'inizio del 1878, Monet lascia Argenteuil
e si trasferisce a Vétheuil. La scelta di una abitazione
grande era divenuta una necessità da quando i Monet e
la famiglia Hoschedé cominciano a vivere insieme a
causa delle cattiva condizione economica dell'amico Ernst.
Intanto, Camille è debole e malata, il suo stato di
salute è ancora più precario dopo la nascita di un secondo figlio, Michel e, nel settembre del 1879, muore. Egli riprende la
sua vita di cacciatore alla ricerca di impressioni: Poissy,
Verengeville, Dieppe, Pourville, Etretat, sono le tappe
più frequenti, poi si stabilisce a Giverny, da dove
spesso punta verso il Sud, solo o con Renoir.
Intanto la sua situazione economica comincia a dar segni di netto
miglioramento. Un'atmosfera nuova, di gioia e di sollievo, si esprime nel
quadro che il pittore esegue nell'autunno del 1881 dando l'addio a Vétheuil: il giardino di Monet e Vetheuil.
Il 1883 vede Claude Monet
avventurarsi ancora una volta lontano dai luoghi abituali. In dicembre assieme
a Renoir fa un breve viaggio sulla Riviera italiana,
spingendosi fino a Genova e con l'anno nuovo parte da solo per Bordighera e Mentone, dove lavora
in uno stato di euforia, incantato dal fulgido spettacolo della natura e dalla
lieve foschia rosata che avvolge il paesaggio. Lascia Bordighera
alla fine di aprile e un coro di lodi accoglie i paesaggi liguri esposti presso
Durand-Ruel, facendo riconoscere la propria
definitiva sconfitta alla critica che aveva osteggiato il 'Maestro di Giverny'.
Nel 1890 Claude Monet
inizia a lavorare alle sue opere più personali e incisive: i cicli dedicati ai Pagliai, ai Pioppi, alle
Cattedrali di Rouen, e più tardi alle Ninfee. Già in passato Monet si era spesso concentrato su di un unico motivo o una
serie di motivi: pensiamo alle tele del primo soggiorno londinese, ai paesaggi
eseguiti ad Antibes, alla coerenza stilistica delle opere realizzate durante le
successive visite a Londra (dal 1870 fino al 1904 non passò anno che il pittore
non facesse ritorno nella capitale inglese), ma queste serie rappresentano per
molti aspetti la naturale evoluzione e l'affinamento dei mezzi e dello stile
fino ad allora impiegati.
Cinque anni dopo è la volta della Norvegia, dove l'attira l'idea di dipingere
neve immacolata, per due mesi si ferma a Oslo e tutte le mattine parte pieno di
entusiasmo per dipingere per ore e ore a 25° sotto zero. I suoi spostamenti
cominciano, però, a diventare meno frequenti: alcune puntate a Londra (1899, 1900, 1901, 1904), una corsa a
Madrid a vedere Velasquez (1904), brevi visite a Venezia (1908, 1909). Il suo tempo ora, è
principalmente occupato dalla sistemazione del giardino acquatico a Giverny, dalla cura
delle piante e dei fiori che incessantemente dipinge. Non gli importa di essere
considerato il maggiore artista francese vivente, non gli importa della gloria
a tanta fatica raggiunta e pagata così a caro prezzo, a nulla gli valgono le
lodi e gli onori che artisti, letterati e uomini politici gli tributano, egli
sente sempre la disperazione di non riuscire, l'ansia di dovere andare oltre il
risultato raggiunto, di avvicinarsi ogni giorno di più alla sua percezione
delle cose nella rappresentazione delle apparenze. Con questo giovanile
slancio, che nemmeno la dolorosa malattia agli occhi riesce a frenare, lavora
alle sue ultime tele.
L'artista fa realizzare un piccolo stagno nella sua tenuta di Giverny, ottenuto deviando un piccolo affluente del fiume Epte, il Ru, che attraversava la
sua proprietà. Nello specchio d'acqua così ottenuto, Monet
fa crescere delle ninfee e tutto intorno, pianta salici e altre piante
esotiche. A completamento del progetto costruisce sopra lo stagno un ponticello
di legno ispirato alle stampe orientali. L'artista è sempre stato affascinato
dai fiori e dai riflessi dell'acqua ma in questo progetto è innegabile
l'influenza di quella cultura giapponese diffusasi in Europa a partire dalla
seconda metà del secolo e della quale Monet, come i
suoi contemporanei, è stato un grande estimatore. Questo meraviglioso angolo di
giardino sarà il soggetto delle ultime grandi opere di un Monet
ormai stanco, afflitto col passare degli anni da problemi alla vista sempre più
gravi.
Nel 1914 muore il primogenito Jean. Monet è sempre più solo ma è stimolato al lavoro da amici
come Georges Clemenceau e Octave Mirbeau, che si recano
sovente a fargli visita. Decide di far realizzare un nuovo e grande atelier
nella sua tenuta. Il nuovo studio è pronto nel 1916: uno spazio lungo
venticinque metri, largo quindici e coperto per i due terzi da un lucernario in
vetro. Qui Monet si mette al lavoro. Dipinge su tele
di circa quattro metri per due e realizza un meraviglioso condensato delle
impressioni di insieme del suo regno, rievocando gli effetti delle nebbie
dell'aurora, dei tramonti, del crepuscolo o della notte. Nel 1918, in occasione
dell'armistizio, decide di far dono della nuova serie allo Stato. L'amico Georges Clemenceau, allora primo
ministro, tiene ad assegnare alle opere di Monet una
collocazione prestigiosa, quella del padiglione dell'Orangerie
alle Tuileries. In alcune di queste, non datate ma
senz'altro appartenenti all'ultimo periodo, si scopre una produzione vicina ai
risultati che verranno poi raggiunti da correnti d'arte d'avanguardia di inizio
secolo, quali l'Espressionismo. Infatti, Monet porta
alle estreme conseguenze il processo di smaterializzazione
che già si era manifestato nella serie delle cattedrali.
Nei primi mesi del 1926 gli viene diagnosticato un tumore al polmone, debole e
malato è costretto a letto, e il 5 dicembre dello stesso anno muore poco prima
che i pannelli della Grande decorazione vengano prelevati ed esposti al museo
dell'Orangerie a Parigi dove continuano a dare allo
spettatore la sensazione di essere immerso nel suo giardino a Giverny.