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Fino all'Ottocento la pittura ha cercato di tradurre sulle due dimensioni della tela una realtà a tre dimensioni: ha utilizzato la prospettiva e il chiaroscuro per dare l'illusione della profondità e della distanza degli oggetti nello spazio.
Non pretendeva di rappresentare il passare del tempo ed il movimento ma rappresentava solo, fissandolo sulla tela, l'attimo di un gesto o di un'azione.
Tra fine Ottocento e inizio Novecento la rappresentazione esatta della realtà viene sentita come una limitazione alla creatività artistica.
Nascono nuovi modi di rappresentare la realtà esterna ed interiore, cambiano i criteri di rappresentazione dello spazio e delle cose nello spazio, si cerca di rendere sulla tela il mutare e lo scorrere del tempo, il movimento ed il il ritmo della vita.
Ho analizzato questo nuovo modo di interpretare la pittura attraverso la pittura di Pablo Picasso e ho cercato di vedere se ci fosse una relazione tra due "geni" di due diverse discipline: Picasso ed Einstein.
All'inizio del Novecento fioriscono molti movimenti artistici d'avanguardia tra cui il cubismo.
I cubisti cercavano di rappresentare la realtà in una maniera completamente nuova, non semplicemente imitando l'oggetto, ma scomponendolo e indagando la sua struttura: le diverse parti che compongono un quadro sono messe in prospettiva ma da angoli visivi diversi e di fatto demoliscono il principio fondamentale della prospettiva che è l'unicità del punto di vista e introducono nella pittura un nuovo elemento: il tempo che deve essere considerato come la quarta dimensione della realtà.
Pablo Picasso, un giovane pittore spagnolo di appena 25 anni, nel 1906 dipinge a Parigi "Les Damoiselles d'Avignon" che è il quadro che convenzionalmente indica l'inizio del cubismo e che mette in crisi la concezione classica dello spazio.
Il soggetto del quadro è la visione di una casa di appuntamento, in cui figurano cinque donne. in origine doveva contenere anche due uomini, poi scomparsi nelle successive modifiche apportate al quadro da Picasso.
Le due figure centrali hanno un aspetto molto diverso dalle figure ai lati: specialmente le due figure sul lato destro hanno i volti rappresentati da maschere grottesche che ricordano le sculture africane.Le cinque donne sono rappresentate prevalente-mente attraverso linee spezzate oblique, così come lo sfondo, che non si stacca dalle figure, ma si insinua tra di esse.
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La deformazione delle figure e dello sfondo è il risultato di un processo di smontaggio e di ricostruzione delle immagini, osservate contemporaneamente da punti di vista diversi.
Il risultato che ci giunge è una realtà disomogenea: la grande novità dell'opera è l'annullamento tra pieni e vuoti.
L'immagine è composta da una serie di piani solidi che si intersecano secondo angolazioni diverse. Ogni ango-lazione è dovuta alla visione parziale e quindi lo spazio si riempie di materia annullando la separazione tra un corpo e l'altro
Le figure sono dipinte secondo il criterio della visione simultanea da più lati ed il loro aspetto sembra ignorare le leggi dell' anatomia: su di un volto frontale vediamo un naso di profilo (figura in basso a destra), la testa è ruotata sulle spalle secondo un angolo innaturale.
E' questo il principio fondamentale alla base del cubismo vero e proprio: tenere conto non solo di quello che si à visto in un istante ma di tutta la conoscenza che l'artista ha di quello che vuole dipingere.
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Testa |
Busto di donna |
Nudo femminile |
Figura - Studio per Les damoiselles d' Avignon |
La scomposizione cubista degli oggetti e la loro compenetrazione con lo spazio circostante viene applicata soprattutto a nature morte, come possiamo osservate in Violino, bicchiere, pipa, calamaio (1912), ma Picasso utilizza questa tecnica anche per ritratti di persone, come nel Ritratto di Ambroise Vallard (1910).
Per approfondireAmbroise Vollard è stato uno dei maggiori galleristi e mercanti d'arte parigini di fine Ottocento e inizi Novecento. La sua attività è stata molto importante per consentire la conoscenza e la diffusione di molti artisti del periodo postimpressionista. In contatto quindi con grandi talenti, di lui ci rimangono numerosi ritratti. Questo tipo di dipinti, chiamati 'analitici', èdifficile da leggere, visto che il contorno delle figure si confonde con lo sfondo .Tuttavia questo di Picasso, se confrontato con le foto di Vollard, appare molo somigliante, purse fatto con una tecnica realizzativa molto poco ortodossa per un ritratto. Siamo nel periodo del cubismo analitico, e lo stile di Picasso si riconosce soprattutto per queste numerose sfaccettature. I suoi quadri appaiono un po' come un'immagine riflessa
in uno specchio rotto, i cui frammenti riflettono porzioni dell'immagine da
diverse angolazioni, ma che riescono a comporsi lo stesso nel nostro occhio
per farci capire qual è la cosa riflessa dallo specchio in frantumi. |
Figura - Ritratto di A.Voilard 1910 Museo Pushkin, Mosca |
Questi due personaggi dell'inizio del '900, Picasso ed Einstein, sembrano avere ben poco in comune, poiché operano in campi del tutto diversi ed usano strumenti e tecniche che sono lontanissime tra di loro, ma in qualche modo sono interpreti dello stesso cambiamento: essi guardano la realtà che li circonda in modo diverso ed entrambi compiono un "terremoto" nel loro campo.
Einstein, un giovane fisico tedesco di appena 26 anni, a Berna, nel 1905, pubblica sugli "Annali della Fisica" la sua nuova teoria in cui assume che la velocità della luce sia costante in qualsiasi sistema di riferimento, che il principio di relatività galileano sia valido per ogni sistema fisico in moto relativo uniforme, e che spazio e tempo sono diversi per ogni osservatore.
L'articolo manda in frantumi la concezione classica del tempo e dello spazio nel campo della fisica analogamente a quanto fatto da Picasso nella pittura.
Le due opere, il quadro di Picasso e l'articolo di Einstein, con metodi molto diversi affrontano il medesimo problema: il concetto di simultaneità, e negli stessi mesi, giungono alla medesima conclusione rivoluzionaria: spazio e tempo che per più di mille anni sono stati considerati come un contenitore di corpi e di eventi, uguali per tutti, hanno invece un significato puramente relativo.
C'è qualcosa che lega il dipinto e l'articolo del fisico? C'è una qualche correlazione tra queste due opere che aprono una nuova era, rispettivamente, nell'arte figurativa e nella fisica? C'è qualcosa che lega il più grande pittore del XX secolo, Pablo Picasso, al più grande fisico del XX secolo, Albert Einstein?
Ovviamente anche se ci fosse, non sarebbe facile dimostrare una correlazione tra l'intuizione di un'artista e l'elaborazione analitica di uno scienziato.
Il problema, più che dagli storici della scienza, è stato affrontato dagli storici dell'arte, che pensano che nel mandare in frantumi lo spazio classico Picasso ha interpretato lo "spirito del tempo", compreso lo "spirito scientifico" di inizio '900: vi è quindi una relazione tra la dimensione artistica e la dimensione scientifica della cultura umana; anche se il pittore spagnolo e il fisico tedesco non si conoscevano e ciascuno dei due ignorava l'esistenza dell'altro, evidentemente entrambi hanno fissato la loro attenzione sulla concezione dello spazio e del tempo: entrambi hanno studiato la simultaneità (Picasso più nello spazio ed Einstein nel tempo), per entrambi non esistono sistemi di osservazione privilegiati e la simultaneità assoluta non esiste.
In definitiva, entrambi, Albert Einstein e Pablo Picasso, tra il 1905 e il 1906 scoprono il concetto di relatività ed entrambi, uno nel campo scientifico e l'altro nel campo artistico, incontrano incomprensioni e resistenze e ci vorrà del tempo perché sia riconosciuto il valore delle loro ricerche.
Nessuno dubita che Einstein con il suo articolo sulla relatività e Picasso con il quadro Les Damoiselles d'Avignon hanno rivoluzionato la visione classica dello spazio. È stupefacente che lo abbiano fatto negli stessi mesi.
In conclusione. tra scienza e arte, e più in generale tra tutte le diverse dimensioni della cultura umana, esiste un processo incessante di comunicazione di idee e di metodi di ricerca.
BiografiaPablo Picasso nacque a Málaga in Spagna nel 1881 da un padre che insegnava nella locale scuola d' arte, che gli insegno le basi formali dell'arte figurativa, quali il disegno e la pittura a olio. A soli quattordici anni venne ammesso all' accademia delle Belle Arti di Barcellona. Due anni dopo si trasferì all'Accademia di Madrid. Dopo un ritorno a Barcellona, effettuò un primo viaggio a Parigi nel 1900, vi ritornò più volte fino a stabilirvisi definitivamente.. Pablo Picasso morì per un attacco di cuore l'8 aprile 1973 a Mougins, in Provenza, dove aveva fatto erigere la propria residenza.
Il lavoro di Picasso è spesso suddiviso in 'periodi': |
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il 'periodo blu' (1901-1904) Il nome di questo periodo deriva dal fatto che Picasso usava dipingere in maniera monocromatica, usando prevalentemente il blu in tutte le tonalità e sfumature possibili. I soggetti sono prevalen-temente poveri ed emarginati. Picasso li ritraeva preferibilmente a figura intera, in posizioni isolate e con aria mesta e triste. Il risultato sono immagini cariche di tristezza, accentuate dai toni freddi (blu, turchino, grigio)
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il 'periodo rosa' (1905-1907) In questo periodo Picasso schiarì la sua tavolozza utilizzando le gradazioni del rosa più calde rispetto al blu. Oltre a cambiare i colori dei quadri, Picasso cambia anche i soggetti: ad essere raffigurati sono personaggi presi dal circo, saltimbanchi e maschere delle commedie, come arlecchino |
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il 'periodo africano' (1908-1909) In questo periodo Picasso si interessò alla scultura africana e la sua arte ne fu influenzata. Se ne considera l'inizio il quadro Les demoiselles d'Avignon, in cui due figure sulla destra del dipinto sono ispirate da oggetti d'artigianato africano
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il 'cubismo analitico' (1909-1912) Questo periodo fondato sull'idea di cogliere l'oggetto da tutti i punti di vista simultaneamente, che dà al quadro una particolare densità, anche se talvolta questo non sempre è perfettamente leggibile.
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il 'cubismo sintetico' (1912-1919). Il 'cubismo sintetico' rappresenta un successivo sviluppo del cubismo. Nelle composizioni di questi anni vengono spesso inseriti frammenti di carta, carta da parati, carta di giornale che vengono riportati sulla tela. Carta incollata & appuntata su cartone |
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Surrealismo Si avvicina ai lavori dell' espressionismo e del surrealismo soprattutto nella scultura. E' di questo periodo il quadro "Guernica" che è uno dei suoi capolavori.
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Nel periodo successivo alla prima guerra mondiale Picasso produsse lavori di stile neoclassico. Si dedica con impegno alla ceramica, mentre la sua opera pittorica fu caratterizzata da lavori "d'apres" ossia rivisitazioni, in chiave del tutto personale, di famosi quadri del passato come "la colazione sull' erba" di Manet. Gli ultimi lavori di Picasso furono una miscela di stili. Dedicando tutte le sue energie al lavoro, Picasso divenne ancora più audace, colorato ed espressivo producendo dal 1968 al 1971 tantissimi dipinti e centinaia di acqueforti. All'epoca questi lavori furono pesantemente accolti dalla critica, salvo essere riscoperti dopo la morte dell'artista e valutati come opere di neoespressionismo in anticipo sui tempi. |
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Aneddoti e curiositàUn uomo criticò Picasso perché creava arte poco realistica. Picasso gli chiese: «Mi può mostrare dell'arte realistica?» L'uomo gli mostrò la foto della moglie. Picasso osservò: «Quindi sua moglie è alta cinque centimetri, bidimensionale, senza braccia né gambe, e senza colori tranne sfumature di grigio?»
Ad un uomo che lo accusava di dipingere come un bambino di cinque anni il pittore rispose: 'Magari potessi! |
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