|
Appunti scientifiche |
|
Visite: 807 | Gradito: | [ Picolo appunti ] |
Leggi anche appunti:Sviluppo in serie di una funzioneSviluppo in serie di una funzione Si definisce sviluppo in serie di Area del trapezoideArea del trapezoide Con il calcolo dell'integrale vogliamo illustrare Dall'osservazione della realtÀ al modelloDALL'OSSERVAZIONE DELLA REALTÀ AL MODELLO Frattali presenti in natura Un |
La fonte originaria della conoscenza, per Leibniz, è la disposizione dell'intelletto a ordinare e ad organizzare l'esperienza. Ciò presuppone l'esistenza di una sorta di innatismo, che però non concerne la presenza di idee già formate, quanto piuttosto una disposizione a pensarle, che si attiva e si realizza solo in occasione dell'esperienza.
Avere un'idea non significa esserne necessariamente coscienti, a differenza di Cartesio e Locke. Leibniz distigue tra percezione e coscienza: nella psiche umana esiste una sfera dell'appercezione (cioè dell'autocoscienza) e una sfera in cui operano piccole percezioni, cioè percezioni di cui non siamo consapevoli.
Leibniz distingue nettamente il mondo della necessità dal mondo della contingenza.
Esistono infatti verità di ragione (giudizi determinabili a priori dall'esperienza, il cui contrario è contraddittorio) e verità di fatto (giudizi determinabili solo a posteriori dall'esperienza, il cui contrario non è contraddittorio).
Le verità di ragione sono necessarie; le verità di fatto sono contingenti e a loro fondamento c'è un principio di ragion sufficiente, che afferma che nulla accade senza che vi sia una ragione perché accada così e non altrimenti. L'uomo può attribuire un predicato ad un soggetto secondo una ragione individuata attraverso il principio di ragion sufficiente.
Dunque esiste libertà, in quando esistono dei legami tra gli enti che non sono vincolati da una necessità, dei giudizi che fanno riferimento ad aspetti del reale non determinabili a priori dall'esperienza.
Ma l'intelletto può arrivare a cogliere la causa prima di tutti gli eventi, ovvero Dio (bene assoluto). Tutto è regolato dall'ordine del bene, che coincide con l'ordine della ragione, in quanto Dio è ragione. Quindi anche i fatti contingenti in realtà sono necessari, anche se l'uomo non può arrivare a cogliere la loro necessità.
Poiché tutto è necessario, non è più possibile affermare che per Leibniz esiste libertà.
Appunti su: |
|
Appunti Geografia | |
Tesine Statistica | |
Lezioni Contabilita | |