LA
FINE DI OGNI CERTEZZA sulla verità
La creazione della geometria non
euclidea passò come un turbine di devastazione nel regno della verità. Come la
religione in società antiche, la matematica occupava una posizione riverita e
indiscussa nel pensiero occidentale. Nel tempio della matematica riposava ogni
verità, ed Euclide ne era il sommo pontefice. Ma il culto, il suo pontefice
massimo e tutti i suoi assistenti furono spogliati della sanzione divina
dall'opera di tre sacrileghi: Bolyai, Lobacevskij e Riemann. E' vero che,
nell'intraprendere la loro ricerca, questi intelletti audaci avevano in mente
solo il problema logico di investigare le conseguenze di un nuovo postulato
delle parallele. Certo, in principio non si resero conto che stavano sfidando
la verità stessa. E finchè la loro opera fu considerata semplicemente un
ingegnoso gioco matematico, non vennero sollevate questioni scottanti. Nel
momento in cui questi uomini si resero però conto del fatto che le geometrie
non euclidee potrebbero essere descrizioni valide dello spazio fisico, si
presentò loro un problema inevitabile: come mai la matematica, che aveva sempre
preteso di rivelare la verità a proposito della quantità e dello spazio, offre ora
varie geometrie contraddittorie?
Non più di una di esse potrebbe
essere la verità. In realtà, fatto ancor più
sgradevole, la verità è forse diversa da tutte queste geometrie. La
creazione delle nuove geometrie costrinse perciò a riconoscere che tutti i
postulati matematici potrebbero esser soggetti a un "se." Se i postulati
della geometria euclidea sono verità sul mondo fisico, allora lo sono anche i
teoremi. Purtroppo, però, non è possibile decidere sulla base di argomenti a
priori che i postulati di Euclide, o di qualsiasi altra geometria, sono
verità. Privando la matematica della sua condizione di insieme di verità, la
creazione delle geometrie non euclidee privò l'uomo delle verità più rispettate
e forse anche della speranza di raggiungere mai la certezza.