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IL TERRORE. IN ECONOMIA
Insieme alle Twin Towers sono crollate ieri le ultime speranze per evitare la recessione
[Sole
24 ore del
Sono queste le parole di un articolo del più importante quotidiano economico-finanziario italiano. L'attentato alle Twin Towers, questa la teoria, avrebbe dato il colpo di grazia all'economia americana e all'unico elemento che poteva evitare la recessione[1]: i consumi privati. È un ragionamento lecito e convincente a prima vista ma, come si sa, la teoria è differente dalla pratica, la quale si è rivelata, invece, ben diversa e per comprenderne i motivi, è necessario analizzare tecnicamente l'argomento. Nell'ambito dell'economia politica, il sistema economico di uno Stato è in equilibrio quando l'offerta globale è uguale alla domanda globale. L'offerta globale è data dall'insieme dei beni e servizi prodotti in un paese in un dato periodo (cioè il reddito nazionale), mentre la domanda globale è costituita da due aggregati: i consumi (ossia la domanda di beni e servizi finali diretti a soddisfare i bisogni attuali) e gli investimenti (ossia la domanda di beni strumentali atti ad aumentare la produzione). Affinché ci sia un'espansione della produzione, dell'occupazione e del reddito è necessario che il livello dei consumi sia tale da garantire uno sbocco dei beni e dei servizi sul mercato e che il livello degli investimenti sia tale da permettere un incremento delle attività produttive. Per questi motivi l'attentato, a causa della caduta della fiducia dei consumatori, avrebbe fatto diminuire la domanda globale, provocando un'alterazione dell'equilibrio economico e quindi una situazione di recessione. Effettivamente tutto ciò è in parte avvenuto, ma non tutti hanno subito in modo negativo le conseguenze dell'attentato.
La parte maggiore della caduta della fiducia dei consumatori americani in settembre, come si può leggere su un articolo del giornale the Economist, in realtà si è verificata solo nei primi dieci giorni del mese . È un dato senza dubbio sorprendente. In realtà, leggendo i reports di alcuni analisti finanziari usciti a caldo dopo l'11 settembre, ci si rende conto che non c'è nessuna sorpresa, anzi si nota che la situazione post-attentati non era del tutto negativa come si immaginava in un primo momento; al contrario gli stessi analisti distinguevano con molta attenzione i settori (e quindi i titoli borsistici) da cui stare alla larga o quelli su cui speculare.
Dopo il 9/11 (come direbbero gli americani), nel mondo regnava la paura di volare, di viaggiare, di risparmiare, le assicurazioni hanno dovuto risarcire, ai loro clienti, i danni provocati dall'attentato ed è proprio per questi motivi che, tra i settori colpiti troviamo: le compagnie aeree, le compagnie assicurative, il settore turistico, le banche e le società finanziarie.
Tra i settori favoriti troviamo invece: il petrolio, le risorse di base (primo fra tutte l'oro, classico bene di rifugio in caso di crisi politico-militare), il settore della difesa e militare, il settore dell'elettronica (hardware e software), la logistica e le costruzioni.
I titoli relativi alle imprese operanti nei suddetti settori favoriti hanno avuto rialzi talmente elevati che non solo si sono riuscite a compensare le perdite dei settori colpiti, ma chi avesse seguito i consigli degli analisti, avrebbe realizzato mastodontici profitti.
Basti
pensare che imprese quali
Per quanto riguarda i titoli dei settori colpiti anche in questo caso le previsioni (negative) sono state rispettate. Gli analisti finanziari però invitavano gli investitori ad essere prudenti e a non vendere i titoli a qualsiasi prezzo. Questo per un motivo semplicissimo: diversi di questi titoli avevano già perso terreno nella settimana precedente l'attentato.
La recessione è una situazione macroeconomica caratterizzata da livelli di attività produttiva più bassi di quelli che si potrebbero ottenere usando completamente ed in maniera efficiente tutti i fattori produttivi a disposizione. Tecnicamente si parla di recessione quando il Prodotto Interno Lordo reale diminuisce per almeno due trimestri consecutivi. Sintomi tipici delle fasi di recessione sono la diminuzione del tasso di crescita della produzione, l'aumento della disoccupazione, la diminuzione del Tasso di interesse in seguito alla riduzione della domanda di credito da parte delle imprese, il rallentamento del tasso di inflazione causato dalla diminuzione della domanda di beni e servizi da parte dei consumatori; dal sito web https://www.wikipedia.it/
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