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Il programma liberal-democratico di giolitti




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IL PROGRAMMA LIBERAL-DEMOCRATICO DI GIOLITTI


UNA STAGIONE DI RIFORMISMO SOCIALE:ZANARDELLI E GIOLITTI

Le elezioni del 1900 e la successiva elezioni a capo del governo di Zanardelli, costituirono una svolta significativa nella storia della politica dell'Italia unita.

Infatti questo aveva dimostrato che la politica repressiva e autoritaria adoperata dai diversi capi del governo, tra cui Crispi, si dimostrò inutile contro il grande successo e la grande forza del movimento dei lavoratori. Secondo Zanardelli l'unica soluzione per risolvere i conflitti sociali era quella di permettere una volta per tutte, anche ai ceti subalterni di partecipare alla vita politica della nazione.

Giolitti che fu il successore di Zanardelli  e venne nominato capo del governo nel 1903 , si dimostrò assolutamente favorevole a proseguire l'iniziativa di Zanardelli (inserire i ceti subalterni nella vita politica).Giolitti era nato a mondavi da una famiglia della media borghesia, e aveva rivestito il ruolo di funzionario al ministero di Grazia e Giustizia e al ministero delle Finanze lavorando per Sella. Venne eletto deputato per la Sinistra e fu ministro del Tesoro durante il governo di Crispi. Dopo il ruolo di primo ministro abbandonò il gruppo crispino e divenne il capo della sinistra liberale.

L'obiettivo principale della politica di Giolitti era quello di far coincidere gli interessi della borghesia industriale con quelle del proletariato urbano e agricolo, dimostrandosi aperto al dialogo con i socialisti riformisti e riconoscendo la neutralità dello stato riguardo alla questione sociale. Nel 1904 egli prese modificò la legislazione sociale prendendo diversi provvedimenti tra cui le leggi per tutelare il lavoro delle donne e dei bambini, le leggi sugli infortuni, sull'invalidità e sulla vecchiaia. Vennero anche creati i comitati consultivi per l'emigrazione e per il lavoro, a cui partecipavano anche i componenti provenienti dal movimento sindacale e del Partito socialista. Alle gare d'appalto per i lavoro pubblici poterono partecipare anche le cooperative di lavoratori


LE CONVERGENZE POLITICHE TRA GIOLITTI E I SOCIALISTI

Giolitti stava cercando di ottenere il consenso dell'aristocrazia operaia e contadina, avente diritto di voto . Però anche il riformismo socialista contava sull'appoggio delle componenti privilegiate della classe operaia. Per questo motivo la tutela degli interessi delle componenti operaie privilegiate portò ad una collaborazione tra socialisti riformisti e governo. Giolitti infatti approfittò della divisione esistente all'interno dello stesso movimento socialista in cui si potevano distinguere due diverse componenti. I socialisti riformisti che rappresentavano gli interessi delle componenti operaie privilegiate, eseguivano il programma minimo, guidati da Turati  e i socialisti minimalisti che rappresentavano gli interessi delle componenti non privilegiate della classe operaia come ad esempio le donne e i manovali; questi massimalisti affermavano che l'obiettivo del socialismo era il programma massimo, ovvero la rivoluzione socialista, volta all'abolizione della proprietà privata e della società di classe. I massimalisti guidati da Labriola e Ferri erano quindi contrari alla collaborazione tra governo e socialisti, e criticavano il programma minimo, cioè tutti i programmi parziali come ad esempio le riforme che erano state concordate tra governo e socialisti. Però questa aristocrazia operaia era anche la base di massa del riformismo socialista di Turati che proprio tra le cooperazioni dei lavoratori trovava maggiori adesioni.

Al congresso di Bologna del 1904 , i massimalisti (programma massimo) ottennero la maggioranza nel partito e quindi toccò al Psi guidare il governo, però furono sconfitti alle elzioni e questo fece rafforzare i socialisti riformisti.



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