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Il modello bismarckiano di crispi




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IL MODELLO BISMARCKIANO DI CRISPI


L'ALLEANZA TRA PROPRIETARI TERRIERI E INDUSTRIALI:

Intorno alla politica protezionistica si era creato un nuovo blocco sociale, costituito dall'unione della borghesia industriale e dei proprietari fondiari del Sud e del Nord. Questa nuova classe dirigente voleva uno stato forte in grado di garantire lo sviluppo del mercato interno e di risolvere i conflitti sociali. Crispi, incaricato dal re di formare un nuovo governo, si fece portavoce degli interessi della nuova classe dirigente. Egli era un siciliano, ex mazziniano ed ex garibaldino, leader dei gruppi imprenditoriali del Sud.


PROTESTE DEI LAVORATORI E POLITICA AUTORITARIA DI CRISPI:

Crispi ottenne il governo nel 1887, dopo essere stato deputato della sinistra e ministro degli Interni nel governo di Depretis. Egli seguiva il modello Bismarckiano, in tal senso avviò una politica interna autoritaria, accentrando su di se molti poteri; infatti, oltre alla presidenza del consiglio fu anche ministro degli Esteri e ministro degli Interni. Su modello di Bismarck, Crispi, si ripromise di combattere contro tutto ciò che potesse ostacolare l'equilibri sociale. In quegli anni, come sappiamo, gli operai contadini avevano organizzato numerosi scioperi e ribellioni, scontenti del protezionismo. In Sicilia, ad esempio, i braccianti e gli operai erano organizzati nei Fasci dei lavoratori, che organizzarono molte lotte. Crispi utilizzò la forza per reprimere questi movimenti, tanto che i Fasci vennero sciolti e i capi torturati, inoltre modificò la legislazione rendendola più dura nei confronti delle attività delle organizzazioni operaie, compreso il partito socialista. Istituì delle leggi antianarchiche e utilizzò i prefetti  come strumento di intervento.


L'INGRESSO DEI CATTOLICI NELLA VITA POLITICA  E SOCIALE:

La politica di Crispi non colpì solamente il movimento socialista,ma anche quello cattolico; infatti, dopo il non expedit del Papa Pio IX i cattolici riprendono l'iniziativa politico sociale. Grazie all'Opera dei Congressi (associazione fondata dal clero) vennero proposte una serie di iniziative sociali, tra cui opere di beneficenza e la nascita di piccoli istituti di credito rurale a favore dei ceti più poveri, che permisero alla chiesa di partecipare alla vita sociale. Nel 1891 Papa leone XIII, in una famosa enciclica, chiamata Rerum Novarum, mette in evidenza gli ideali del movimento cattolico. Nel Rerum Novarum, non solo si riconosceva la necessità di una distribuzione più equa della ricchezza, ma si riconosceva anche la legittimità dei lavoratori di riunirsi e organizzare sindacati.


UNA NUOVA FASE DELLA POLITICA COLONIALE:

Nell'ottocento, come sappiamo, ci fu la tendenza da parte delle potenze mondiali, di espandere il proprio dominio e cercare nuovi mercati di investimento, tramite il colonialismo

A causa della crisi infatti, i diversi paesi, tra cui anche l'Italia necessitavano nuovi mercati dove poter vendere i propri prodotti.

In questo senso, Crispi segui il programma di Depretis, mantenendo la triplice alleanza con la Germania di Bismark e l'Austria.

Inoltre egli decise di espandere il proprio dominio all'Abissinia.

I risultati di tale impresa furono davvero tragici, numerose sconfitte, tra cui quella più clamorosa e tragica fu quella di Adua. La sconfitta di Adua infatti non solo pose fine al governo di Crispi, ma pose fine anche alla fase della politica coloniale italiana. La fine del governo di Crispi, portò ad un periodo di grande crisi politica e squilibrio, in cui re Umberto I, il 29 luglio del 1900, fu assassinato dall'anarchico Bresci.



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