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Appunti scientifiche |
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IL GRANDE BALZO INDUSTRIALE
I SETTORI CHIAVE DELLO SVILUPPO ECONOMICO:
All'inizio del novecento, la crisi venne superata grazie ad un grande incremento della produzione industriale; infatti vi fu un grande sviluppo del settore tessile, cotoniero,meccanico, siderurgico e chimico. Successivamente grazie all'aumento della produzione industriale , aumentarono anche le importazioni soprattutto del cotone greggio, del carbone, della ghisa e dell'acciaio.
Sempre in questo periodo,
il cerchio
della grande industria italiana, si completò:infatti all' Terni,
alla Breda
e alla Pirelli , si aggiunsero anche
In seguito a questo sviluppo industriale cambiò anche l'organizzazione delle imprese :nascono infatti le società per azioni come modello organizzativo delle attività industriali che andarono a sostituire le tradizionali società di persone. Alla figura del padrone/capitano di industria che possiede il capitale e si occupa direttamente delle attività produttive, si sostituisce la figura dell'imprenditore, che possiede i pacchetti azionari di diverse società. Fu proprio questa nuova classe a promuovere la costruzione dei grandi gruppi industriali nei settori principali , come gli Homines novi, provenienti dalle classi più povere, come Ercole Marelli o Vincenzo Lancia e anche provenienti dai ceti industriali come Donegani.
SETTORE SIDERURGICO E
Nel settore siderurgico si formarono due grandi trust: il primo riguardava
l'integrazione tra
il secondo invece, era
basato sulla società Ilva, che creò un grande impianto siderurgico a
Bagnoli. Anche la produzione della ghisa, dell'acciaio e del ferro ottenne una
grande importanza, grazie all'impiego di tecnologie avanzate, quali ad esempio
i forni Martin Siemens. La meccanica pesante viene promossa da due grandi
imprese quali l'Ansaldo di Sampierdarena e
APPARATO INDUSTRIALE POCO ORIENTATO AL MERCATO INTERNO:
L'apparato industriale era comunque poco orientato al mercato interno. Un esempio di questo fatto fu lo sviluppo dell'industria saccarifera, che era un nuovo settore particolarmente fiorente durante il governo di Giolitti. In seguito allo sviluppo di questo nuovo settore si diffuse anche la coltivazione della barbabietola attorno a cui si sviluppò una fitta rete di aziende di trasformazione per la produzione dello zucchero. I produttori di zucchero diedero vita all'Unione zuccheri, un grande cartello che ne monopolizzò la produzione . I produttori di zucchero,inoltre, imposero altissimi dazi doganali, che resero il prezzo dello zucchero doppio rispetto a quello della Francia e dell'Inghilterra. Nacque cosi, un'alleanza tra stato e produttori di zucchero che ormai dominavano il mercato interno e anche gli agrari (produttori della barbabietola). Alcuni industriali come Agnelli, Olivetti o Lancia, si lanciarono nella produzione di nuovi beni per i consumatori come ad esempio l'automobile e le macchine da scrivere. Ci fu anche la meccanizzazione del lavoro, in cui le macchine ottennero una grande importanza e si ritrovarono quasi a sostituire il lavoro dell'uomo; come l'invenzione della catena di montaggio
INDUSTRIA CHIMICA E NUOVO RAMO INDUSTRIA IDROELETTRICA :
Si sviluppò anche l'industria chimica, come
I FENOMENI DEMOGRAFICI LEGATI ALL'INDUSTRIALIZZAZIONE:
Grazie all'industrializzazione
(sviluppo industriale), si verificò un grande incremento demografico
e di conseguenza anche la crescita delle città. La crescita
demografica comportò una revisione complessiva dell'organizzazione
urbana ; il centro cittadino diventò il centro la sede del sistema
economico, con le Banche,
IL RIFORMISMO AUTORITARIO DI SIDNEY SONNINO:
Attraverso l'industrializzazione si era verificata anche una notevole crescita del proletariato di fabbrica , che non fece altro che rafforzare il partito socialista italiano, nonostante la divisione al suo interno tra riformisti e massimalisti. Giolitti intornò al 1906, lasciò la guida del governo al suo avversario, Sidney Sonnino, che era il capo dell'ala conservatrice del liberismo italiano. Si può dire che Sonnino, si dimostrò favorevole a continuare il programma di Giolitti ponendosi quindi in direzione di un deciso riformismo. Però vi era una differenza tra il suo programma e quello di Giolitti, infatti Giolitti aveva mirato ad una sorta di collaborazione tra governo e massimalisti, mentre Sonnino proponeva delle riforme sociali, gestite però direttamente dal governo, attraverso quindi una politica autoritaria, simile a quella di Bismark. Sonnino infatti mirava ad un riformismo gestito dallo stato però antisocialista e a un azione di conservatorismo sociale.
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