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I primi grandi viaggiatori tra le grandi civiltà esistenti prima del 1000 a.C. erano gli egizi che anche se non sentivano il bisogno di spostarsi, non mancavano comunque i viaggi soprattutto a scopo religioso. Diversa fu la storia dei fenici esperti navigatori, i loro viaggi avevano scopi più che altro commerciali.
Un altro popolo che si distinse per le grandi mobilità fu quello persiano per motivi prevalentemente militari.
La civiltà greca portò a una svolta anche il modo di viaggiare, conferirono infatti motivazioni di tipo culturale, della ricerca del nuovo e accanto ai viaggi con motivazioni religiosi, già presenti in altre civiltà, si diffusero i soggiorni delle località termali. Poi fu la volta delle olimpiadi che avevano luogo ogni quattro anni a Olimpia a partire dal 776 a.C., i giochi olimpici determinarono lo spostamento di un gran numero di persone e rappresentarono il primo esempio di turismo sportivo nella storia. Si ritiene che pernottassero e ristorassero nelle case dei nobili mentre quelli di rango inferiore utilizzassero spazi all'aria aperta. Più tardi, l'aumento del flusso dei pellegrini e sportivi stimolò la costruzione delle prime strutture ricettive come edifici pubblici e campeggi ecc. Pindaro (poeta greco) fornì indizi sui tipi di capacità e strutture ricettive esistenti nell'antica Grecia, come il Leonidaion: uno stabile che forniva riparo ai visitatori di Olimpia.
L'ossatura dell'attuale rete stradale italiana e parte di quella europea è di origine romana. Le ragioni principali per cui i romani realizzarono una rete stradale così articolata ed estesa furono principalmente di ordine militare. Il potere era centrato nella capitale, che necessitava di un controllo continuo su tutte le province. Lungo questi percorsi i romani costruirono le prime strutture ricettive per le soste: stationes che servivano a rendere più agevole il viaggio, e in relazione alla loro funzione si possono distinguere in: mansiones: le strutture ricettive che si trovavano ogni 30 km e che garantivano ai viaggiatori il riposo notturno e inoltre servizi di assistenza come officina e stalle. Mutationes: erano luoghi dove il viaggiatore si poteva fermare per riposare. Sorgevano ogni 5 km e vi si poteva trovare anche la scuderia per il cambio dei cavalli. Non mancarono, neppure ai romani, motivazioni differenti di viaggio: erano molto diffusi i soggiorni termali e balneari, i viaggi verso i santuari, quelli di studio e culturali che avevano come meta principale la Grecia.
Fu durante l'impero romano che si consolidò l'abitudine di trascorrere un periodo di soggiorno in campagna, in villa. Da questa pratica derivò il termine villeggiatura.
La caduta dell'impero romano che ebbe luogo nel 476 d.C. divise l'Europa in un gran numero di signorie e piccoli poteri locali, ogni signoria aveva le proprie leggi, le sue regole, diverse da quelle dei confinanti e l'attraversamento dei territori non delimitati da mura o recinzioni era estremamente pericoloso, per la presenza di bande e di predatori affamati.
Bisogna attendere l'XI sec., cioè l'anno mille per assistere ai primi spostamenti importanti, a un certo rifiorire di commerci a maggiore distanza.
Fino a tutto il XV sec., cioè il 1400, le persone si spostavano prevalentemente per motivi di commercio e conquista.
Gli unici viaggiatori che facevano eccezioni erano i pellegrini, che affrontavano lunghi e pericolosi viaggi per recarsi ai luoghi sacri. Gli unici alloggi nel quale potevano trovare asilo erano i monasteri.
I viaggi dei pellegrini aumentano in occasione del giubileo del 1300, si calcolò che il numero dei viaggiatori affluiti a Roma fosse superiore a 200.000, un numero enorme se si considera, tra l'altro, che gli abitanti di Roma erano meno di 40.000.
Il XVI sec. segnò la rinascita di alcune grandi città come Roma, Firenze, Venezia, Parigi e Londra. Pertanto nel Rinascimento un grande spirito di rinnovamento e progresso percorse tutte le forme di espressione artistica (pittura, scultura, letteratura). Sorsero i primi alberghi per la clientela più esigente e le locande per quella più modesta e si diffusero i viaggi a lunga distanza, come ad esempio il Gran Tour il più noto e il più diffuso tra i viaggi culturali del 600 che toccava tutte le maggiori città europee.
Tra la fine del 700 e l'inizio dell'800, la nascita dell'industria produsse trasformazioni politiche, sociali ed economiche.
Nella società pre-industriale da una parte c'era chi doveva lavorare tutto il giorno, tutti i giorni; dall'altra chi poteva disporre liberamente il proprio tempo, non era legato a nessuna attività lavorativa e aveva cospicue ricchezze a disposizione. Sia ai signori che ai lavorativi l'idea di dividere la loro vita fra lavoro e riposo era sconosciuta. Con la rivoluzione industriale la separazione fisica tra luogo di produzione e luogo di residenza portò anche alla distinzione tra il tempo di lavoro e quello di riposo. E' con la nascita del tempo libero che nasce anche il turismo in senso moderno.
Nella prima metà del XIX sec. si registrò una consistente diffusione delle ferrovie. Il tempo libero da una parte, la possibilità di usufruire di un mezzo di trasporto dall'altra permisero lo sviluppo di attività turistiche a sempre nuovi soggetti, e non solo ai ricchi. Questo processo si sviluppò prima in Inghilterra e fu un inglese Thomas Cook l'inventore di un viaggio organizzato. Thomas Cook era proprietario di una piccola tipografia a Leicester, nel nord dell'Inghilterra. Thomas era un sostenitore delle lotte contro la diffusione delle bevande alcoliche. Poiché il tempo libero di cui godevano gli operai era in gran parte speso nel bere, si determinavano problemi sociali di vasta portata. Cook pubblicava nella sua tipografia opuscoli sull'argomento, e l'idea di organizzare viaggi scaturì proprio da questo suo impegno sociale. Era previsto, per il 5 luglio del 1841, un raduno contro l'alcolismo a Loughbroug, un paese a circa 20 km da Leicester. Cook organizzò un treno speciale di supporter. L'iniziativa ebbe un grande successo: furono venduti 570 biglietti. Da allora Cook organizzò escursioni in occasione di meeting, fiere, mostre ed esposizioni e il successo delle sue iniziative fu tale che nel 1865 aprì a Londra un ufficio con la funzione principale di fornire alloggio a tutti i viaggiatori che giungevano nella capitale da tutta l'Inghilterra. Ben presto Cook cominciò a stampare un periodico, il Cook's Excursionist and tour Advertiser, che indicava date, prezzi e itinerari di tutte le sue iniziative. Si trattava del precursore dei cataloghi che pubblicano oggi i Tour operator. Con il passare degli anni Cook estese i suoi itinerari e nel 1886 organizzò il primo viaggio oltre oceano, in America e l'anno successivo il primo giro del mondo. Nel 1878, la sua attività si era così allargata che, in occasione dell'esposizione universale che si tenne nella capitale francese, fornì trasporto, accoglienza e alloggio per 75.000 inglesi. Prima di morire, nel 1892, aveva creato un'organizzazione concepita in modo estremamente moderno, molto simile a quella che ancor oggi esiste e porta il suo nome. Poco dopo l'esperienza di Cook nacquero in tutta Europa le agenzie di viaggio e negli anni successivi in Italia, la CIT (compagnia italiana turismo), la Oltremare e la Perlo. Il turismo determinò lo sviluppo delle infrastrutture alberghiere cioè la creazione di alberghi, pensioni, locande, ristoranti, trattorie, nonché di attività commerciali e anche di attività editoriali di supporto per il turista. La prima pubblicazione dichiaratamente destinata a fungere da guida per i turisti risale al 1827 e fu stampata dall'editore tedesco Beadeker. Nel 1860 Beadeker disponeva di una collana completa di guide relative a tutti i paesi che potevano costituire mete turistiche. Per tutto l'800 il suo nome veniva usato anche in Italia come sinonimo di guida turistica.
All'inizio del secolo cominciò a diffondersi la pratica da parte delle aziende, di concedere giorni di ferie ai loro dipendenti.
La prima guerra mondiale costituì un punto di svolta di grande importanza non solo nei rapporti fra le potenze europee, ma anche nei rapporti sociali all'interno dei singoli paesi. La nobiltà europea perse molte delle proprie ricchezze e del proprio potere. Diventava sempre più potente la borghesia legata all'attività industriale, che si era arricchita proprio grazie alla guerra, producendo armi, mezzi, divise e beni che erano stati usati e distrutti durante il conflitto. Si trattava di una classe sociale meno riservata, più appariscente, che cercava forme di divertimento meno raffinate. In Italia, i treni popolari assicuravano escursioni domenicali per tutti e in Germania, sorsero i centri vacanza strutturati un pò come gli attuali villaggi turistici. Accanto al turismo d'èlite si sviluppò quindi una prima forma di turismo di massa. Il primo era individuale, libero, non controllato; il secondo era di gruppo, guidato e controllato dagli enti pubblici. Infatti, un anno dopo la fine della prima guerra mondiale il governo capì che il nostro paese rappresentava un itinerario obbligatorio per i turisti stranieri e che le entrate valutarie estere potevano rafforzare l'economia e il bilancio dello stato. Così, il governo, sostenne gli imprenditori nella creazione delle strutture ricettive e fondò la prima organizzazione turistica pubblica: ENIT nel 1919.
L'ENIT aveva lo scopo di provvedere alla promozione turistica dell'Italia all'estero. Nel 1929 nacquero le Aziende di cura e soggiorno e svolgevano la funzione di rappresentanza periferica dello Stato e un punto di riferimento per i turisti.
Nel 1936 nascono gli Enti provinciali per il turismo (EPT) con il compito di controllare e coordinare le aziende autonome e le strutture ricettive.
La seconda guerra mondiale seminò distruzione e morte e cancellò, per tutta la sua durata, quasi tutte le forme di turismo. Il secondo dopoguerra fu un periodo di grande sviluppo per tutte le attività economiche la diffusione della motorizzazione privata ebbe il suo boom verso la metà degli anni 50, con la produzione delle utilitarie, automobili di piccola cilindrata come la Fiat 600 e il "Maggiolino" della Wolkswaghen, consentendo di sviluppare nuove possibilità di movimento turistico.
Negli anni 50 si assiste ad una crescita senza precedenti dei viaggi sia a livello nazionale sia a livello internazionale. Gli stranieri che entrarono in Italia nel 1950 furono poco meno di 5 milioni, di cui il 40% in treno e più del 50% su automezzi. Dieci anni dopo nel 1960, i movimenti d'ingresso alle frontiere italiane erano quasi quadruplicate e anche il modo di viaggiare si era profondamente modificato: solo il 24% si servì della ferrovia e oltre il 70% scelse invece il percorso stradale.
Negli anni 60 si sviluppa il turismo di massa, un numero crescente di persone cerca percorsi standardizzati.
La capacità ricettiva raddoppiò dal 1949 al 1960, sorgono le prime strutture extralberghiere dando via al boom economico e cancellando la miseria e i danni bellici.
La presenza degli stranieri in Italia significava un giro d'affari conveniente per gli alberghi, ristoranti, trasporti, ADV e tour operator.
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