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Le conoscenze scientifiche smentivano la concezione popolare della struttura meccanica di tutto l'universo. "Teoria della relatività" di Einstein (1905-1915).
Nietzsche affermava che "Dio è morto". Chamberlain parlava di un "Gesù ariano". I protestanti oscillavano tra "fondamentalisti e modernisti". Il cattolicesimo si opponeva criticamente alle dottrine liberali e democratiche.
Alcuni partiti cristiani rivolsero anche le loro simpatie ai movimenti autoritari.
Il conflitto molto aspro fu tra democrazia liberale e Chiese. Difficoltà anche con il rapporto col socialismo, nella sua formulazione ateistica. Ci furono in quel periodo anche conflitti interni alle Chiese riguardo all'estensione e interpretazione delle riforme.
A un socialismo cristiano si opponeva il fondato dubbio sulle conseguenze di una completa secolarizzazione o di una ideologizzazione della fede.
C'erano anche nuove correnti spiritualistiche che facevano concorrenza alla Chiesa: avevano orientamento cristiano-antiortodosso o anti-cristiano, e convergevano con il pensiero della crisi.
Tolstoj: massimo esponente di questa forma di religiosità senza Chiese (sorta di comunismo cristiano). Attraverso di lui si diffusero nel mondo le idee di "resistenza non violenta", che si è rivelata effeicace solo contro le democrazie liberali però.
In queste idee rinasceva una sorta di rousseauianeismo.
La Grande Guerra fu la tomba di questa ideologia del ritorno alla natura di Rousseau.
Il fascismo e il nazionalsocialismo vollero essere dei movimenti giovanili avversi all'establishment politico e ai guasti della modernizzazione.
La rivolta contro il materialismo e il capitalismo era stata sviluppata da Dostoevskij, ammiratore di Nietzsche, anche dai propagandisti tedeschi della "Kulturpessimismus"
Il "pessimismo culturale" potà diventare ideologia nazionalista contro la civiltà, ma adoperandone i mezzi distruttivi.
Insomma chiunque sapesse parlare, scrivere, dipingere, comporre,poteva proclamare un nuovo "movimento". Vi fu in questo periodo un'intensa sperimentazione letteraria e artistica. Si arrivò alle più alte vette solitarie dell'arroganza dell'artista nei confronti della società. Fu questo il ruolo che ebbe nel primo fascismo il poeta italiano Gabriele D'Annunzio.
Il nazionalsocialismo e la sua Weltanschauung era costruita più invece da artisti frustrati (Hitler, Goebbels, Rosenberg) che da burocrati. Le idee erano un miscuglio eclettico composto agli elementi più ad effetto delle dottrine. La valenza ideologica era il criterio di queste Welt., nelle quali si ricompattava quella unità delle idee politiche e del pensiero totalizzante.
Le "religioni politiche" cercavano quindi di promettere di essere un movimento collettivo e fede collettiva, con un accentuato carattere militante e attivistico dei movimenti. L'ideologia della mobilitazione per la lotta contro il nemico totale. Esse annunciavano la piena realizzazione dell'universale, una sorta di "volonté générale" rousseauiana.
Si richiamavano ai concetto che erano stati elaborati per il perfezionamento della comunità umana: unificazione politica, giustizia sociale, sovranità popolare, missione storica della nazione e della classe.
Nel nazionalsocialismo c'è la prevalenza di irrazionalismo ideologico, ma allo stesso tempo una componente razionale nel culto della tecnica e dell'efficienza.
I due nunzi ella dottrina devastante del razzismo non erano tedeschi: furono Chamberlein (inglese) e il conte francese Gobineau.
Chamberlain: misticismo razzista di Wagner, di Gobineau e egli antisemiti a tinte filosofiche, arrivando a innalzare tutti i grandi uomini al rango di "ariani". La loro mescolanza con le razze inferiori porta alla decadenza.
Una presunta cospirazione mondiale giudaica el 1897 trovò persino una pseudodocumentazione nei falsi "Protocolli dei saggi di Sion".
Il pessimismo riguardo al destino della civiltà e l'antidemocraticismo furono molto attraenti per il giovane Hitler, ed erano un modo di spiegare la realtà sulla base di un'unica causa. La convinzione che certe caratteristiche nazionali e razziali determinassero il progresso interno dei popoli: sentimento di superiorità "etnica".
Finché aveva dominato la concezione religiosa della storia la categoria "etnico-razziale" aveva avuto importanza secondaria; ma col confronto con nuovi popoli esotici la cornice religiosa andò in frantumi e il progresso umano fu inteso come differenze tra popoli di civiltà migliore o peggiore.
Le future controversie: progresso inteso o come ordine gerarchico attraverso la contesa tra popoli e razze superiori, o come processo di incivilimento al quale partecipano tutte le civiltà. Al primo si rifà il concetto politico di lotta e il nazionalismo autoritario, al secondo la democrazia in senso liberale.
Alcuni lampi di antisemitismo li troviamo in Voltaire, che derideva gli ebrei, in Marx, in David Hume. Il culto umanistico dello spirito e del corpo bello e sano che si ammirava nelle statue antiche.
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