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MODELLI ED EFFETTI DELL'INTERAZIONE MEDIA-POLITICA
Media e politica sono legati da quella che abbiamo definito "negoziazione della notiziabilità" che è quello che determina l'informazione. Il loro rapporto è di interdipendenza. Esistono dei modelli basati su 2 parametri. I parametri sono gli strumenti che ci permettono di costruire i modelli. C'è il parametro sistemico-normativo che ha un continuum subordinazione-autonomia dei media in un sistema politico e poi c'è il parametro massmediale che è quello dell'orientamento professionale.
PARAMETRO SISTEMICO NORMATIVO: ci sono 4 gradi di integrazione fra giornalismo e potere politico.
GRADO DI CONTROLLO STATALE: dipende dal fatto che il governo possieda o meno strumenti istituzionali e di altra natura per tenere sotto stretta vigilanza il sistema dei media oppure se allo stato sia impedita qualsiasi politica di limitazione della libertà come negli USA. Il governo può tentare di influenzare le nomine dei vertici dei media, finanziare o meno le imprese mediali.
GRADO DI PARTIGIANERIA ha 5 livelli di intensità:
Massimo grado: i partiti sono direttamente coinvolti nelle imprese editoriali come proprietari
Forte grado: i partiti non controllano direttamente ma esercitano una forte influenza diretta grazie alla prossimità ideologica. Lottizzazione.
Grado medio: appoggio per un partito che però è sottoposto a valutazione critica. È il caso di un giornali simpatizzante.
Basso grado: la manifestazione di appoggio non è scontata ma varia a seconda delle vicende politiche
Grado zero: equivale alla piena autonomia politica ed editoriale al punto da evitare posizioni che convergano nella sfera di alcun partito.
GRADO DI INTEGRAZIONE NELL' ELITE POLITICO-MEDIALE: vi possono essere giornalisti che sono stati socializzati nei medesimi ambienti delle elite politiche o condividere gli stessi valori. Oppure può verificarsi una coincidenza di ruoli tra esponenti delle elite: giornalisti che fanno attività politica e politici che vengono dai ranghi del giornalismo. Vi è anche la frequentazione di tipo "simbiotico" fra i 2 che avviene dentro e fuori i palazzi del potere.
GRADO DI CONVICIMENTO CIRCA LA FUNZIONE SOCIALE E POLITICA DELLA PROFESSIONE GIORNALISTICA: riguarda la sfera della coscienza professionale, più essa è forte maggiore è la garanzia di distinzione tra ruoli politici e informativi.
PARAMETRO MASS MEDIALE: riguarda l'orientamento professionale dei news media. Il continuum riguarda da un lato l'atteggiamento laico del giornalismo che presuppone un distacco comportamentale dalle logiche della politica. Dall'altro si collocale un informazione mediale pià attenta alle logiche politiche. 2 tipi di orientamento:
ORIENTAMENTO PRAGMATICO: i news media tendono a dare copertura a quegli aspetti ed elementi della vita politica che ritengono corrispondere alla domanda o agli interessi del pubblico. Questo può collocare i media su posizioni non gradite alle elite politiche
ORIENTAMENTO SACERDOTALE: giornalismo sensibile ai bisogni del sistema politico. Si concede dignità di notizia a eventi che rispondono prima di tutto alle esigenze degli attori politici e solo secondariamente ad attività commerciali.
MODELLI DI INTERAZIONE
MODELLO AVVERSARIO: è quello che ha alimentato molta letteratura romantica sul giornalismo paladino dei cittadini contro i potenti. È il giornalismo che fa da watch dog e da advocay. Questo atteggiamento è tipico della terza fase della comunicazione politica. L'atteggiamento di cane da guardia non è determinato da un'ostilità strutturale ma dall'autoconsapevolezza del proprio potere come distinto dal politico e dalla volontà di proteggerlo dalle macchinazioni del media management del mondo politico.
MODELLO DEL COLLATERALISMO: qui vi è la concordanza degli interessi e degli scopi dei 2 attori. È quello che si può definire parallelismo tra media e politica che è molto più tipica della tradizione giornalistica dei paesi europei. A questo proposito è stata avanzata l'ipotesi che i media ricorrano a una pratica chiamata INDEXING che consiste nel criticare leader e partiti al potere soltanto quando vi sono divisioni nelle compagini governative o conflitti tra governo e parlamento o di assumere atteggiamenti collaborativi nelle situazioni di tregua delle forze politiche (accade specie in USA ma non in Italia). In Italia Pansa ha coniato il termine di giornalismo dimezzato per indicare il giornalismo collaterale e schierato. In questo modello è il sistema politico a condurre il gioco.
MODELLO DELLO SCAMBIO: è il modello su cui fa perno il concetto di interdipendenza tra i 2 sistemi. I politici hanno bisogno dei media e viceversa. Questa reciprocità induce entrambi gli attori a preferire al conflitto il negoziato e lo scambio di risorse. Questi rapporti non significano che ogni gruppo di attori sia "ricattato" o alla mercè dell'altro. Il modello prevede che l'interdipendenza sia compatibile con la preservazione della distanza fra i 2 e della diversità di interessi. Questo è il modello "normale" dell'interazione fra i 2. i giornalisti svolgono il ruolo di gatekeepers e i politici esercitano pressioni con strumenti "normali".
MODELLO DELLA COMPETIZIONE: vi è un confronto e una sfida con il potere politico. I media cercano un potere di influenza politica alternativo a quello che in democrazia detengono di norma le istituzioni e i soggetti politici. Rientra in questo modello l'ipotesi della "deriva videocratica" ovvero di un potere mediatico che invade il territorio della politica e tende a sostituire le dinamiche tradizionali con dinamiche "irresponsabili". È il caso dove testate editoriali fanno politica sottraendo il terreno all'attore politico. Giornali come l'Espresso e Repubblica si comportano come veri e propri partiti dall'ideologia variabile.
MODELLO DEL MERCATO: la natura del mondo dell'informazione è ibrida e vede i media come componente fondamentale della democrazia ma anche come industria soggetta alle regole del mercato. Il "going commercial" dei media ha diversi tipi di effetti. Il modo con cui la politica viene trattata si coniuga con l'esigenza di intrattenere il pubblico e nasce l'infotainment con la prevalenza di soft news.
EFFETTI SISTEMICI DELLA MEDIATIZZAZIONE
Sono il risultato dell'azione dei media sul funzionamento del sistema politico. I media non sono diventati istituzioni politiche ma hanno fornito al sistema politico lo spazio, gli strumenti e i canali necessari al suo funzionamento. Si può dire che oggi la politica è mediadipendente (MEDIA POLITICS). Rimane comunque una forzatura affermare che tutta la politica sia una funzione dei media. I MEDIA NON ESERCITANO IL POTERE POLITICO MA HANNO LA POTENZIALITÀ DI INFLUIRE SULL'ESERCIZIO DEL POTERE. Dunque la MEDIATIZZAZIONE è L'INSIEME DEGLI EFFETTI EMPIRICAMENTE OSSERVABILI PRODOTTI DAI MEDIA SUL SISTEMA POLITICO. Gli effetti si possono dividere in 2 categorie:
EFFETTI MEDIATICI: sono quelli che riguardano gli aspetti mediali della comunicazione politica (spettacolarizzazione, costruzione dell'agenda politica, frammentazione dell'informazione politica). Vi sono state modificazioni riguardo al "discorso politico" ovvero al modo di produrre, articolare e diffondere il messaggio politico da parte dei media. Prima esso era un processo comunicativo a circuito chiuso tra elite politiche e le masse popolari erano escluse da questa dialettica. Con la nascita della sfera pubblica borghese, l'aumento della secolarizzazione e il suffragio universale nascono i media di massa. La comunicazione politica in televisione è obbligata ad adattarsi alla naturalezza del linguaggio televisivo e di adottare i codici tipici di questo mezzo.
SPETTACOLARIZZAZIONE: la spettacolarizzazione moderna della politica provocata dai media non rappresenta una rivoluzione clamorosa. I media hanno semplicemente raccolto un eredità narrativa plurisecolare e si è coniugata con la relatà politica che già aveva mostrato spiccata suscettibilità alla narrazione. L'attività politica ha perso la sua sacralità perchè è stata oggetto del processo di una costante spettacolarizzazione. Si ha avuto per questo una mutazione genetica del discorso politico. I media drammatizzano la vita politica e i politici stanno al gioco assicurando strategie e atteggiamenti che assicurano l'attenzione dei media.
COSTRUZIONE AGENDA POLITICA:
Agenda setting: avviene quando si ha una corrispondenza fra le issues coperte dai media e quelli che l'opinione pubblica ritiene più importanti (impatto dei media sul èpubblico).
Agenda building: ruolo nei media nella selezione e nelle determinazione dei temi al centro del dibattito pubblico (effetto media sui politici).
FRAMMENTAZIONE DEL DISCORSO POLITICO: è l'effetto noto con il nome di "sound bites" ovvero dei pezzetti di dichiarazioni da parte dei politici che ben si adattano ai tempi televisivi e alle esigenze del pubblico. Si ha il rischio di una banalizzazione del discorso politico.
EFFETTI POLITICI: toccano direttamente il modo di essere e di porsi del sistema politico (personalizzazione, leaderdizzazione).
PERSONALIZZAZIONE DELLA POLITICA: l'insistenza dei riflettori mediatici sulle persone che governano o che sono a capo di singoli partiti ha portato alla individualizzazione della politica e alla "personalizzazione della rappresentanza". Al pari della tendenza a spettacolarizzare quella di personalizzare risale ai primordi della società organizzata. In questo processo influisce anche il sistema elettorale a seconda della sua natura.
LEADERDIZZAZIONE: la democrazia può essere guidata da un leader oppure acefala cioè guidata da partiti. La democrazia guidata da un leader si adatta maggiormente ai processi di modernizzazione avvenuti in occidente. Tuttavia essa può anche essere prodotta da fattori costituzionali che rendono possibile il governo del leader (sistemi presidenziali con elezione diretta).
SELEZIONE DELLE ELITE POLITICHE: ulteriore conseguenza anche questa interpretabile come progressiva perdita di peso dei partiti. I meccanismi di reclutamento del ceto politico si spostano dalle macchine di partito agli agenti esterni ad essi. Ovviamente ciò non avviene in tutti i paesi. I nuovi criteri soddisfano la logica dei media. Essi svolgono una sorta di "effetto setaccio" dei candidati nella fase delle primarie delle campagne elettorali. Ovvero puntano i riflettori su alcuni candidati che ritengono più mediagenici.
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