LA POLITICA ESTERA DI GIOLITTI
In politica
estera Giolitti decise di allontanarsi dall'alleanza con Germania e Austria e
di avvicinarsi a Francia (con la quale prese accordi x una possibile espansione
francese in Marocco) e Inghilterra, il cui appoggio avrebbe potuto favorire un
ampliamento coloniale dell'Italia e un suo rafforzamento nel contesto
internazionale. In tal modo egli poté preparare diplomaticamente la conquista della Libia (posta sotto il
debole dominio Turco), con lo scopo di migliorare l'economia e x inviare coloni
italiani e limitare l'emigrazione ke era favorita dal notevolmente aumento
della popolazione. L'avventura coloniale era fortemente rikiesta anke dal
movimento nazionalista (Corradini), sostenitore di un nuovo intervento
in Africa e contro ogni tendenza pacifista; perciò, nel 1911, quando la Francia iniziò la conquista
del Marocco, l'Italia prese come pretesto alcuni incidenti verificatisi a
Tripoli ai danni dei cittadini italiani, e sbarcò a Tripoli invadendo tutta la
costa. La conquista dell'interno fu xò più difficile e lenta x le difficoltà
del territorio e x l'opposizione delle popolazioni locali. Il conflitto si
concluse nel 1912 con la pace di Losanna,
con la quale la Turchia
dovette riconoscere all'Italia il possesso della Tripolitania e della Cirenaica.
L'impresa libica contribuì a rafforzare la posizione italiana sul Mediterraneo
ma incoraggiò il desiderio di azione dei nazionalisti, spingendoli sempre più
apertamente contro il governo, considerato debole e indeciso. Inoltre la
conquista della Libia comportò una spaccatura
del Partito Socialista tra riformisti, favorevoli al conflitto, e pacifisti (in maggioranza), avversi ad
ogni tipo di guerra imperialistica. Il congresso di Reggio Emilia (1912) espulse dal partito alcuni riformisti (Bissolati e Bonomi) ke dettero vita al Partito
Socialista Riformista Italiano; gli altri riformisti guidati da Filippo Turati, rimasero nel Psi,
diretto da Benito Mussolini, ke
rappresentava l'ala intransigente del partito, in aperta opposizione al
governo. Questo contribuì ad indebolire la leadership di Giolitti ke, nel 1914,
fu costretto a cedere il governo al liberale moderato Antonio Salandra ke xò seguì una strada differente, ordinando alla
polizia di intervenire durante una manifestazione socialista e uccidendo 3
persone. La situazione sociale si andava così inasprendo sulla spinta di una
forte protesta operaia e contadina, ke dette vita ad uno sciopero generale e ad
agitazioni, tumulti e sabotaggi durati sette giorni (settimana rossa, giugno 1914).