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La prospettiva della costituzione dell'Unione europea, cioè della trasformazione della Comunità economica europea in un'organizzazione non solo economica ma anche politica, era prevista sia dalla Dichiarazione solenne del Consiglio europeo di Stoccarda del 1983 sia dal progetto di Trattato-Costituzione approvato dal Parlamento europeo nel 1984 ed era espressamente indicata negli obbiettivi dell'Atto unico europeo del 1986, che indicava nel 1°gennaio 1993 la scadenza precisa, destinata a rafforzare notevolmente il vincolo comunitario con l'attuazione del mercato unico europeo. Si sono così gettate le basi del Trattato le cui linee portanti dovevano trovare la loro realizzazione nel dicembre del 1991 a Maastricht, durante il semestre di presidenza olandese, con la costituzione dell'Unione europea.
Il Trattato istitutivo dell'Unione europea è stato realizzato, sotto l'aspetto formale, secondo la stessa procedura di stesura che aveva caratterizzato l'Atto unico europeo, cioè mediante la giustapposizione di parti diverse, frutto del lavoro distinto delle due Conferenze intergovernative. Tale procedimento è la causa di una scarsa organicità del documento, di talune ripetizioni di parti e di una limitata sistematicità. Il testo, approvato nelle sue linee generali e nelle scelte fondamentali durante il Consiglio europeo di Maastricht del 9-10 dicembre 1991, è stato sottoscritto nel corso di un'apposita Conferenza dei ministri degli Affari Esteri dei Paesi membri il 7 febbraio 1992 nella stessa città olandese.
Il Trattato consta di un Preambolo, un Titolo primo contenente le disposizioni comuni, un Titolo secondo che modifica il Trattato CEE, istituisce la cittadinanza dell'Unione ed integra le politiche comunitarie, un Titolo terzo che modifica il Trattato CECA, un Titolo quinto (noto altresì come il secondo pilastro del Trattato) che istituisce la politica estera e di sicurezza comune, un Titolo sesto (ovvero terzo pilastro) relativo alla giustizia e agli affari interni, una serie di protocolli aggiuntivi e di disposizioni comuni, un Atto finale della Conferenza con ulteriori dichiarazioni e protocolli allegati.
Come tutti i precedenti testi relativi ai Trattati comunitari, il Preambolo chiarisce le linee di tendenza del Trattato, costituisce l'elemento di individuazione delle principali scelte compiute e indica le prospettive previste, "nella volontà di portare avanti il processo di creazione di un'Unione europea sempre più stretta fra i popoli europei". Il Preambolo sottolinea poi l'importanza storica della fine della divisione del continente europeo e dei principi di libertà, democrazia, rispetto dei diritti dell'uomo, delle libertà fondamentali e dello Stato di diritto" ed esprime " la volontà di intensificare la solidarietà dei popoli europei, rispettandone storia, cultura e tradizioni, di rafforzare il funzionamento delle istituzioni comunitarie in un unico contesto, di conseguire il rafforzamento e la convergenza delle economie, di promuovere il progresso economico e sociale, la realizzazione del mercato interno e il rafforzamento delle coesioni". Esso dichiara altresì "la volontà di istituire l'Unione economica e monetaria e la moneta unica, la cittadinanza europea, una politica estera e di sicurezza comune, disposizioni relative alla giustizia e agli affari interni, il principio di sussidiarietà e nuove politiche comunitarie". L'orientamento perseguito e quello di "attuare politiche volte a garantire che i progressi compiuti sulla via dell'integrazione economica a paralleli progressi in altri settori, di riaffermare l'obbiettivo di agevolare la libera circolazione delle persone, garantendone la sicurezza, di compiere con l'Unione europea ulteriori passi ai fini dello sviluppo dell'integrazione e di rafforzare l'identità europea e la sua indipendenza, in una realtà di pace, di sicurezza e di progresso".
Dal 1° gennaio 1995 tre nuovi Paesi sono entrati ufficialmente a far parte dell'Unione europea: l'Austria, la Finlandia e la Svezia; l'adesione della Norvegia si è nuovamente scontrata con l'esito sfavorevole di un referendum popolare, che ha quindi impedito a quel Paese di unirsi alla Comunità; attualmente l'Unione europea è perciò costituita da quindici Stati membri.
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