|
Appunti universita |
|
Visite: 1074 | Gradito: | [ Medio appunti ] |
Leggi anche appunti:IL NAZISMO: origini ed evoluzioneIL NAZISMO: origini ed evoluzione I l termine Le caratteristiche del Seicento attraverso i Promessi SposiLe caratteristiche del Seicento attraverso i Promessi Sposi La L' eutanasia>>COS'E' L' EUTANASIA?<< Pratica di porre fine alla vita di un individuo |
The Vampire
I caratteri tipici dei vampiri o meglio dei non-morti (strigoiu - valacchi; ogoljen -boemi; vukodlak -serbi e montenegrini) sono la capacità di risorgere dalla tomba, di nutrirsi di sangue umano, di dominare uomini e animali attraverso poteri demoniaci, a volte di mutare la forma in animale. E la leggenda vuole che le pratiche di liberazione dalla maledizione, perché tale è la condizione di non morto - siano molteplici e diverse secondo i luoghi, tra tutte quella di scoperchiare la tomba sospetta e di decapitare la finta salma o di trafiggerne il cuore.
Il termine drakul, in Moldavia, è
solo una varietà della serie articolata dei non-morti, tutti definiti per
proprietà e caratteristiche nel celebre saggio Il vampiro di Ornella Volta (1964): il varcolaco, ad esempio, che può trasformarsi in vari tipi di animali
(rumeno); il farskalcoldo, simile al
lupo mannaro (ungherese) così come il vukodlak
del Montenegro che si trasforma in lupo; il nachzehrer (bavarese) che propaga la peste; il brucolaco (greco) la cui pelle tesissima risuona come un tamburo al
cui ascolto il malcapitato muore.
La superstizione del vampiro presenta diversi motivi comuni:
l'ossessione del sangue
il contagio
la paura mortale della luce
l'orrore per ciò che è sacro<BR
La natura di non-morto ( o
morto vivente) collega il * alle credenze sulla morte e sulla capacità dei vivi
di entrare in contatto con i defunti così come la pratica attribuitagli del
morso collega il * a tutto il complesso di simbolismi che s'intrecciano tra
sessualità e nutrimento (morso come bacio) e quindi tra piacere e morte (la
suzione del sangue come assorbimento dell'anima).
Di qui il legame romantico che attraverso il sangue s'instaurerebbe tra il * e
la vittima femminile, un legame di fatale seduzione, giocato sul simbolo della
malattia (d'amore) e del desiderio d'immortalità come contagio e come epidemia.
I rituali funerari si fondano sulla paura che il defunto ritorni e sono in
realtà, nei loro dettagli, una sorta di incantatoria e di esorcismo. La paura
del fantasma (che non ha più il corpo) è ben diversa dalla paura di un
non-morto, che quel corpo possiede con tutti i suoi desideri ancora intatti e
con quell'apparenza di "vita" ingannatrice e tentatrice. In certe popolazioni,
le mogli dei defunti vengono scacciate dalla tribù proprio per evitare che il
marito, morto, torni a cercarle. La presenza in alcuni siti archeologici di
oggettistica relativa al cibo e di simulacri femminili riporta a questa
preoccupazione di soddisfare e, quindi, di placare il morto nei suoi bisogni
primari, così come le pratiche di incenerimento e/o di muratura (tra le quali
va inclusa la sepoltura nella bara) rispondono a questa atavica paura del
ritorno. Nel celebre studio sulla Paura
della morte nelle religioni primitive (1934) contenuto nel saggio Il ramo d'oro, J. Frazer illustra
pratiche cruenti di lancio delle salme agli animali affinché le divorino, dopo
averle bastonate e sezionate a lungo per spezzare le ossa.
Il compiacimento necrofilo ha avuto nell'immaginario medievale e, dopo, in
quello romantico, il suo apogeo soprattutto nella creazione di storie d'amore
capaci di superare il limite naturale della morte.
Il tema/superstizione del vampirismo trova nell'epoca ottocentesca un filone
ragguardevole che si espande in Moldavia, in Croazia, in Grecia, in Prussia, in
Serbia, in Ungheria, in Transilvania, in Valacchia e in Russia trasferendosi
anche in Europa.
Casi di antropofagia realmente avvenuti o efferati omicidi seriali sono poi
stati interpretati come manifestazioni di vampirismo dove l'elemento del sangue
(bevuto, conservato) fosse in particolare evidenza e la vittima una donna o,
soprattutto, bambine:
Fritz Haarman, reo di aver divorato le vittime condannato alla decapitazione nel 1925
Peter Kuerten, detto il Vampiro di Düsseldorf, assassino di venti donne, tra cui molte bambine, che beveva il sangue delle vittime giustiziato nel 1931 (da questo triste caso di cronaca Fritz Lang trasse il film M del 1931).
La Letteratura trasforma la figura popolare del vampiro in un gentiluomo melanconico e raffinato, sensibilmente estraneo alla vita sociale, colto e seducente, capace di magnetizzare con lo sguardo uomini e donne.
Nasce Lord Ruthwen, (Il vampiro di John William Polidori del
1819) ben lontano come aspetto dal celebre principe valacco Vlad l'Impalatore, detto Dracula per l'appartenenza paterna
all'Ordine cavalleresco del Drago e che con la sua ferocia ha realmente
incarnato il mito. Polidori fece parte di quel circolo di letterati e colti
lettori che il magnetico Byron radunò sul lago di Ginevra lanciando la grande
sfida: scrivere un racconto d'orrore. Erano tra i convenuti Percy Bisshe
Shelley (il poeta), sua moglie Mary Godwin Shelley e la sua sorellastra, Claire
Clermont.
Da quella sfida nacquero Il vampiro di Polidori e Frankestein o il Prometeo moderno di Mary Shelley. Brutta aria si
respirava evidentemente sul Lago di Ginevra se dopo queste prove di scrittura
Shelley morì annegato, Byron trovò, due anni dopo, la morte per febbre e lo
stesso Polidori morì suicida per un debito di gioco.
Ma il vampirismo non è un marchio esclusivamente maschile: famosa e reale fu la
contessa ungherese Erzsebeth Bahory
che uccise ben 600 giovani donne - soprattutto contadine e domestiche - tra
torture inaudite dilettandosi a fare il bagno nel loro sangue per rinnovare ed
eternizzare la propria giovinezza. La donna fu accusata dalle sue stesse
soggiogate aiutanti e condannata a morire murata nel suo castello. Le complici
furono torturate e bruciate.
Nella seconda metà del Cinquecento casi che fino
allora erano definiti "mistici" vengono interpretati e condannati come fenomeni
di possessione diabolica. Il tempo repressivo della Controriforma abbatte le
differenze sostanziali tra magia spirituale e magia demoniaca imputando accuse
di stregoneria ad ogni sorta di fenomeno magico, dove per magico s'intende
anche l'astrologia e la scienza troppo avveniristica di un Giordano Bruno, per
esempio. Nella tradizione favolistica, le streghe, lontanissime dalle figure
reali della storia, sono sempre esistite rappresentando il lato oscuro del
femminile, vissuto come temibile e minaccioso, poiché potente (le * hanno
poteri magici) e non controllabile (le * sono fuori dalle regole della
convivenza civile). Tra i poteri comunemente narrati delle * spicca la loro
capacità di trasformazione in animali (uccelli notturni, rospi, serpenti, gatti
neri) e la vocazione al volo. Possono apparire bellissime, ma perfide oppure
brutte, vecchie e deformi. Partecipano a riunioni diaboliche (i sabba) in cui
si lasciano andare alla lussuria e alla danza frenetica. Profonde conoscitrici
delle erbe e delle piante, posseggono tutti i segreti della farmacopea
naturale. L'Acqua (prova del galleggiamento e/o lancio dell'acqua benedetta
come nel caso delle indiavolate) e il Fuoco (il rogo a cui vengono condannate o
l'incendio appiccato al loro rifugio) sono gli elementi che di norma vengono
utilizzati per eliminarle. Non distante, nel materiale fiabesco, da questa
figura negativa del femminile è la "matrigna",
intesa come anti-madre e, quindi, cattiva, malefica. Soprattutto all'interno
del gotico fiabesco dei fratelli Grimm si assiste all'equivalenza
matrigna=strega. La stregoneria come fenomeno storico è tuttora soggetta a
diverse interpretazioni tra le quali curiosa fu quella proposta, nel 1921,
dalla Murray che la vedeva come il residuo di una religione più antica del
cristianesimo: il paganesimo precristiano diffuso soprattutto nelle aree
agricole.
Il dio cultuale aveva due fronti e delle corna apparentato con Giano o con il
Cernummum di origine celtica. La sua tesi di parentela tra stregoneria e culti
di fertilità non era avvalorata e anzi contraddetta dalla fama medievale delle
streghe portatrici di malattia, siccità, dedite a pratiche orgiastiche e in
molti casi a cannibalismo.
Dal
Dizionario Infernale - "E' la riunione dei demoni,
delle streghe e degli stregoni durante le loro orge notturne. Le attività del
Sabba consistono nel meditare atti malvagi, nel preparare paure e spaventi,
maledizioni, nel compiere misteri abominevoli.
Il Sabba si celebra presso un incrocio o in qualche luogo deserto e selvaggio,
vicino ad un lago, uno stagno, una marana, perché in questi luoghi si fabbrica
la grandine e la pioggia. Il luogo in cui avviene tale raduno conserva una tale
forza maledetta che non vi potrà mai crescere né erba né niente. [.] Le notti
ordinarie della convocazione sono quelle del mercoledì, del giovedì, del
venerdì e del sabato. A volte il Sabba si tiene di giorno, ma è piuttosto raro.
Gli stregoni e le streghe portano un marchio impresso dal diavolo stesso;
questo segno, per un certo movimento interiore che causa, li avverte dell'ora
del raduno. In casi urgenti, il diavolo fa apparire una pecora dentro una
nuvola (apparizione vista solo dalle streghe) per radunare la sua corte velocemente.
[.] le streghe conducono spesso al sabba, per differenti scopi, dei ragazzi che
hanno rubato. Se una strega promette di presentare al diavolo, il sabba
successivo, un ragazzo o una ragazza di qualche mascalzone del vicinato, e se
non riuscisse a sequestrarlo, è obbligata a presentare o il proprio figlio o
qualche altro bambino di grande valore."
Dal Dizionario Infernale
"Secondo Michel Psellus, i demoni si dividono in
sei grandi sezioni. I primi sono i demoni del fuoco che ne abitano le regioni;
i secondi sono i demoni dell'aria, che volano intorno a noi e che hanno il
potere di suscitare gli uragani; i terzi sono quelli della terra, che si
confondono con gli uomini e che si danno da fare per tentarli; i quarti sono i
demoni dell'acqua, che abitano il mare e i fiumi, capaci di suscitare tempeste
e di causare naufragi; i quinti sono i demoni sotterranei, che preparano i
terremoti, spalancano i vulcani, fanno crollare i pozzi e le miniere; i sesti
sono i demoni delle tenebre, così nominati perché vivono lontano dal sole e non
si mostrano che raramente sulla terra.
Ora non si sa dove Michel Psellus abbia trovato questi dettagli; ma dentro
questo sistema i cabalisti hanno immaginato le salamandre, che abitano le terre
del fuoco; le silfidi che riempiono l'aria; le ondine o ninfe che vivono
nell'acqua e gli gnomi che vivono nelle profondità della terra."
Nota:
LE DICTIONNAIRE INFERNAL de COLLIN de PLANCY
Si tratta di un Repertorio universale di esseri, personaggi, libri, fatti e
cose che concernono spiriti, demoni, stregoneria, commercio con l'inferno,
divinazione, maledizioni, Cabala e altre Scienze occulte.
Fu pubblicato per la prima volta nel 1818.
I brani citati appartengono all'Edizione francese
del 1862, rivista dall'Autore, illustrata con 550 immagini, delle quali ben 72
ritratti di demoni, disegnati da M.L. Breton.
Il mito di
Dracula si perde nei secoli, ma non tutto quello che si è detto su questa
misteriosa figura, è frutto della fantasia umana. Vi è infatti un riferimento
storico ben preciso che riferisce come un succhiatore di sangue è veramente
vissuto, in Romania, precisamente in Transilvania intorno al 1400, ed era il
principe Vlad Tepes III Dracula, detto l'impalatore, figlio di Vlad Drakul,
principe in Valacchia.
Nato nel 1431, dominò dal 1456 al 1462, con estrema crudeltà e il suo passatempo
preferito appunto era impalare la gente. Era talmente ossessionato da ciò, che
faceva imbandire la tavola dove mangiava ed intratteneva i vari ambasciatori in
mezzo a foreste di uomini impalati, dissertando con essi delle tecniche di
impalatura che utilizzava.
Torturava i prigionieri nei modi più atroci e neppure la sua morte liberò i
rumeni dall'angoscia. Infatti nel 1931 la sua tomba, situata nella cappella
solitaria del monastero di Snagov (vicino Bucarest), venne riaperta, ma il
cadavere decapitato di Vlad era sparito e al suo posto fu ritrovato lo
scheletro di un cavallo.
Ma perché la storia di Dracula è entrata a far parte di quelle storie
fantastiche di cui protagonisti sono fantasmi, elfi o vampiri? Cosa sta dietro
al fatto che un eroe reale, un principe, è stato assimilato con creature
dell'immaginazione? Perché la figura di Vlad Tapes viene collegata a quella di
un vampiro, che nel folclore popolare si identifica in un cadavere che si alza
dalla tomba durante la notte, spesso nella forma di un pipistrello, succhiando
per nutrimento il sangue di un umano dormiente?
In
queste pagine cercherò di presentare con una spiegazione il più ragionevole
possibile, basandomi cioè su fatti reali che possono essere confermati, cosa si
nasconde dietro la figura di Dracula.
Con Dracula viene dunque identificato Vlad III
secondogenito di Vlad II Dracul e della principessa ungherese Cneajna, nato
nel 1431 in Sighisoara (Transilvania), e che diventerà re di una delle parti
storiche della Romania: la Valacchia. Essa confinava con l'impero Ottomano al
Sud, con il Mare Nero ad est, e con la Moldavia e la Transilvania al Nord. Due anni più tardi Vlad II Dracul è costretto, dall'inarrestabile avanzata turca che ha già travolto le confinanti Serbia e Bulgaria, a tradire il giuramento di fedeltà fatto al Sacro Romano Impero, alleandosi con il sultano turco Murad II. Con il figlio maggiore Mircea, Vlad accompagna l'esercito ottomano in un'incursione armata in Transilvania. Per non tradire il giuramento fatto all'Ordine del Drago, e cioè di proteggere i cristiani, Vlad II userà la sua influenza presso il sultano per salvare la vita ai cristiani transilvani. Intanto il re d'Ungheria Ladislao trama per spodestare Vlad II a favore del più fedele Basarab II. Nel 1442 l'esercito turco invade la Transilvania passando dalla Valacchia, che però questa volta rimane astutamente neutrale in quanto Vlad II fu informato dei trattati segreti fra il re d'Ungheria e il governatore di Transilvania Hunyadi, per insediare sul trono Basarab II. Dunque non prendendo posizioni né a favore dei turchi ne a favore degli ungheresi, egli non si macchierà di tradimento. Hunyadi però, dopo aver sconfitto l'esercito ottomano, punirà Vlad II perché colpevole di non aver tentato di arrestare l'avanzata turca e Basarab II viene eletto principe. Rifugiatosi
in Turchia Vlad II e la famiglia invece di ricevere asilo, vengono fatti
imprigionare dal sultano con l'accusa di tradimento. E qui abbiamo un altro
fatto importante nella storia di Dracula. Infatti successivamente Vlad II
lascia il figlio Dracula e suo fratello Radu, in ostaggio in cambio di un
aiuto armato per riconquistare il trono valacco. In questa lunga prigionia
turca a Egrigoz (1444 - 1448) Dracula impara ad odiare i turchi e il loro
'barbari' costumi, cosa che non fa il fratello Radu che invece,
anche grazie al suo aspetto fisico molto attraente, entrerà nelle simpatie
del sultano Murad II, avvicinandosi alla cultura turca dalla quale poi non si
allontanerà mai più. Intanto Vlad II Dracul, torna sul trono valacco grazie
all'aiuto dell'esercito turco. Negli anni di prigionia Dracula apprende
l'impiego del terrore e delle torture utilizzate dai soldati ottomani, come
l'impalamento, una tecnica che egli stesso userà in futuro e che gli costerà
il soprannome di 'Tepes' (impalatore in romeno). Diventato
governatore di Ungheria, Hunyadi conquista con l'aiuto di Vlad II Dracul la
potente fortezza turca di Giurgiu mentre i turchi, condotti nuovamente da
Murad II succeduto a Mehemed II sul trono dell'Impero Ottomano, invadono la
Grecia. Vlad II viene così richiamato a un nuovo patto di fedeltà da Murad
II, il quale gli promette di salvare la vita dei suoi figli e soprattutto
l'indipendenza della Valacchia. Prendendo questa strada Vlad II firma però la
sua condanna a morte. Infatti Hunyadi decide di vendicarsi una volta per
tutte del suo comportamento ambiguo e invade la Valacchia. Nel dicembre del
1447 Vlad II Dracul viene assassinato assieme al figlio. Ma
il mese successivo Vladislav II invece che correre in aiuto dell'alleato
Hunyadi, caduto prigioniero dei serbi, lotta con successo per riavere il suo
trono e così Dracula torna prima ad Adrianopoli (Turchia) presso il sultano e
poi a Suceava, capitale della Moldavia, presso lo zio Bogdan e il cugino
Stephan. I due cugini si promettono che, una volta saliti sui rispettivi
troni, Moldavia e Valacchia saranno unite da reciproca alleanza. Nel 1452 il cugino Stephan riprende possesso del trono dopo che l'assassino del padre era stato cacciato. Con
la presa di Costantinopoli da parte dei turchi nel maggio del 1453 la
Valacchia diventa l'ultimo bastione cristiano sul confine tra il Sacro Romano
Impero e quello Ottomano. |
mailto:draculailvampiro@yahoo.itmailto:draculailvampiro@yahoo.itindex2.htmindex2.htm
Dracula, nuovo principe di Valacchia, duca di Amlas e Fagaras e cavaliere del Sacro Ordine del Drago giura fedeltà al nuovo re d'Ungheria e signore della Transilvania, Mattia Corvino. Uno dei primi provvedimenti presi dal nuovo principe è lo sterminio dei nobili che giurarono fedeltà a Vladislav II; finiranno tutti impalati nel cortile del palazzo reale di Tirgoviste. A questo periodo di regno, il più lungo, risale anche la ricostruzione del castello di Arges, quello che diventerà il famoso 'Castel Dracula' citato nel celebre romanzo di Stoker (nel quale viene però spostato nel nord della Transilvania, nei pressi di Bistrita). Le pietre per la ricostruzione di questa fortezza saranno trasportate a mano dai nobili infedeli.
Nel 1457 Dracula invade la Transilvania saccheggiando la regione di Sibiu,
probabilmente per scovare il fratello Vlad il Monaco, anch'egli pretendente al
trono valacco, e per vendicare la morte del padre. Stephan il Grande riprende
possesso, con il fondamentale aiuto del cugino, delle sue terre e tornando così
ad essere principe di Moldavia.
A dispetto delle buone relazioni che sembrano intercorre tra Vlad e Matyas,
quest'ultimo aveva infatti dato sostegno finanziario e politico alla guerra
intrapresa da Vlad contro i Turchi, c'erano però alcuni punti di conflitto, e
questo è un altro aspetto fondamentalmente nella storia di Dracula.
Uno era il proprietario primo della corona di Valacchia con Fagaras ed Almas che erano però sotto il controllo del principe della Transilvania. Ma dopo un accordo Fagaras ritornò sotto l'autorità di Vlad mentre Almas no.
Il nuovo monarca Mattia Corvino aumenta le sanzioni imposte ai mercanti e ai nobili valacchi, e ciò non fa che aumentare l'odio di Dracula nei confronti della Transilvania, già macchiatasi dell'assassinio del padre e del fratello. E così nell'aprile del 1459 Dracula, stanco di sopportare le pesanti punizioni di Matyas, invade la città transilvana di Brasov profanandone la chiesa e impalando gran parte dei cittadini e dei nobili sulle colline intorno alla città; è in questa occasione che Dracula mangia fra i cadaveri impalati. Ma le incursioni punitive di Dracula in Transilvania non si fermeranno qui, esse infatti proseguiranno anche nel successivo anno, e tra tutte una delle più sanguinose fu quella del 24 agosto (notte di San Bartolomeo) ad Amlas, dove furono impalate più di 20.000 persone.
L'azione
però fu per lui un successo totale dal punto di vista militare in quanto portò
Almas sotto la sua autorità. Come un forma di vendetta, alcuni anni più tardi
fu pubblicato un libro che raccontava gli atti di crudeltà di Dracula. Questo,
messo insieme al folclore ed ad altri fattori, come il suo modo originale di
uccidere (cioè impalando), ed il suo piacere nell'uccidere, guida alla storia
moderna di Dracula.
Nell'inverno del 1461 la Valacchia dichiara guerra alla Turchia che continua la
sua avanzata inarrestabile. Per resistervi Dracula ha però bisogno di aiuto ma
né il re ungherese Matyas e né il cugino Stephan gli forniscono appoggio e così
il potente sultano Mehemed II detto il Conquistatore, entra in Valacchia.
Stephan di Moldavia, entrato poi in guerra, ma dalla parte dei turchi, viene
ferito gravemente e si ritira col suo esercito tornando in Moldavia.
Radu, fratello di Dracula, viene nominato principe di Valacchia e gli viene
dato il compito di trovare il fratello e ucciderlo, trasformando così la guerra
in una faida famigliare tra Radu, principe legittimato dal sultano, ed il
fuggiasco Dracula accompagnato da pochi boiari fedeli.
Dracula si rifugia così nel suo castello di Arges insieme alla moglie, che per la paura di cadere nelle mani dei turchi, una notte si ucciderà gettandosi nelle acque del fiume Arges, che prenderà poi il nome di 'fiume della principessa'. Scappato dal castello e tornato in Transilvania, Dracula viene arrestato dai soldati di re Matyas e richiuso nella Torre di Salomone del castello ungherese di Visegrad, dove vi resterà per 12 anni, a causa di una falsa accusa di alto tradimento che gli viene rivolta. Il re ungherese infatti inventò la falsa delle lettere scritte dal principe valacco al sultano turco al fine di liberarsi dell'unico unico testimone che lo poteva accusare di aver preso i fondi della crociata senza però prenderne parte.
Negli anni di prigionia Dracula ottiene il consenso di sposarsi con Ilona Szilagy, parente del re ungherese, a patto di convertirsi al cristianesimo.
Nella primavera del 1473 suo cugino Stephan di Moldavia, venuto a conoscenza dell'intenzione di Mattia Corvino di condurre una nuova potente Crociata, attacca Radu scacciandolo dal trono di Valacchia che però non passa a Dracula ma al potente voivoda valacco Basarab III.
Ma Dracula finalmente libero viene nominato comandante della Crociata e insieme al cugino Stephan e al principe provvisorio di Valacchia Basarab III, sconfigge i turchi scacciandoli definitivamente dal suolo valacco. L'anno successivo i tre firmano un patto di alleanza tra Valacchia, Moldavia e Ungheria.
Dracula, ufficialmente riconosciuto come legittimo pretendente al trono valacco, decide di intraprendere insieme a Stephan di Moldavia, Vuc Brancovic ed il nuovo comandante ungherese Stephan Bathory, una guerra per spodestare Basarab III, passato dalla parte nemica, dal trono di valacchia.
Dracula prima conquisterà la capitale Tirgoviste, poi entrerà a Bucarest, e successivamente riprenderà il controllo delle sue terre venendo infatti nominato principe di Valacchia dal Consiglio dei Boiari e consacrato dal metropolita di Arges.
Ma nel dicembre dello stesso anno (1476) Dracula morira nella battaglia con
Basarab III, tornato con un esercito di turchi, dopo un periodo in cui si era
rifugiato prima a Bucarest e poi in Turchia. Vinta la battaglia Basarab III,
probabilante colui che uccise personalmente Dracula, inviò poi la testa di
quest'ultimo al sultano turco presso la corte di Costantinopoli. Dracula venne
poi sepolto nel monastero di Snagov e come già detto, i suoi resti non verranno
mai ritrovati.
Appunti su: |
|
Appunti Economia | |
Tesine Ingegneria tecnico | |