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Terremòto




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Terremòto


(lat. terrae motus, movimento della terra). Movimento brusco e rapido che si manifesta sulla superficie terrestre con una serie di scosse dovute alle onde sismiche originatesi in un punto più o meno profondo della crosta terrestre o del mantello dove è avvenuta un'improvvisa rottura di equilibrio. (Sin.   sisma.) Fig. Profondo sconvolgimento, mutamento radicale e sconcertante: Un terremoto negli alti gradi dell'esercito. Di persona, specialmente bambino, o anche di animale molto vivace, che causa grande trambusto.

Un  terremoto ha origine a una certa profondità in un punto chiamato ipocentro e genera onde elastiche, dette sismiche, che si propagano in superficie per un'area tanto più vasta quanto più profondo è l'ipocentro, e con un'intensità tanto minore quanto maggiore è la distanza dall'epicentro, cioè dal punto che sta sulla superficie perpendicolarmente al di sopra dell'ipocentro. Le onde sismiche sono di tre tipi: onde longitudinali o primarie (P), che giungono per prime avendo velocità maggiore (5,5 km/s circa), onde trasversali o secondarie (S), che giungono per seconde avendo velocità di 4,4 km/s circa, onde superficiali (L), generate dalle altre al loro arrivo in superficie (velocità 3,5 km/s). Le onde longitudinali, che determinano compressioni e decompressioni, danno origine a vibrazioni nella direzione di propagazione delle onde, le trasversali determinano vibrazioni in direzione perpendicolare. Se sulla superficie terrestre le scosse sismiche si manifestano con vibrazioni verticali si dicono scosse sussultorie, se si manifestano con vibrazioni orizzontali si dicono scosse ondulatorie. Quando le onde sismiche giungono con un angolo di inclinazione molto grande o si sovrappongono tra di loro finiscono per originare vibrazioni più complesse dette scosse vorticose o rotatorie. Nei sismogrammi, cioè nelle registrazioni ottenute per mezzo di opportuni strumenti, detti sismografi, si possono distinguere le caratteristiche delle vibrazioni dovute alle onde longitudinali, trasversali e superficiali; questi grafici permettono inoltre di registrare scosse preliminari, impercettibili per l'uomo, e scosse di replica, dovute a successivi movimenti di assestamento, anche queste, di solito, molto leggere. Attraverso lo studio dei sismogrammi, per ogni terremoto si determinano l'istante iniziale, la durata, il periodo, l'ampiezza e la fase di ciascuna vibrazione. Da tali valori si può poi risalire alla posizione dell'epicentro e alla profondità dell'ipocentro. I terremoti sono talvolta accompagnati da fenomeni concomitanti, quali il rombo sismico, rumore sordo proveniente dal sottosuolo che si produce prima o durante le scosse, il lampo sismico, bagliore contemporaneo alle scosse, e, di gran lunga più importante, il maremoto che si verifica quando l'ipocentro è sotto o in prossimità dei fondali marini.

A  seconda dell'origine si distinguono tre tipi di terremoti: 1. terremoti di sprofondamento e di assestamento, dovuti ad es. a un crollo subitaneo e brusco di una cavità sotterranea. Talvolta sono violenti, ma interessano un'area molto limitata; 2. terremoti di origine vulcanica, che precedono o accompagnano le eruzioni e che si possono spiegare con le spinte a colpo d'ariete date dai gas e dalle lave per sfuggire da camini vulcanici ostruiti. Anch'essi interessano un'area ristretta e possono essere catastrofici (eruzione del Krakatoa, 1883); 3. terremoti di origine tettonica, che sono di gran lunga i più numerosi e i più disastrosi proprio per l'ampiezza della zona interessata. Essi si verificano nelle zone della crosta terrestre o della parte superiore del mantello in cui non è ancora stato raggiunto l'equilibrio isostatico per cui vi si originano movimenti di compensazione o si accumulano tensioni in seguito a lenti e impercettibili scivolamenti delle masse interne lungo grandi e profonde faglie della crosta terrestre che portano poi a una rottura subitanea. Si spiega così il fatto che le regioni maggiormente interessate dai terremoti (regioni sismiche) sono situate lungo le catene montuose di origine più recente o lungo le grandi fosse oceaniche e corrispondono anche alle regioni vulcaniche. Sono quelle lungo i margini orientale e occidentale del Pacifico (Kamciatka, Giappone, Filippine, Indonesia, America Centrale e regioni occidentali di quella Meridionale), lungo le catene alpinohimalayane, lungo le fosse tettoniche dell'Africa orientale e lungo le fratture degli oceani Atlantico, Indiano e Pacifico. I terremoti tettonici possono originarsi anche a profon-dità superiori ai 700 km, ma la maggior parte hanno profondità minori di 60 km.

I terremoti si manifestano con diversi gradi d'intensità. Alcuni, detti microsismi, possono essere rivelati solo per mezzo dei sismografi, gli altri, detti macrosismi, sono percepiti anche dall'uomo e possono raggiungere una tale intensità da provocare cataclismi, con effetti visibili sulla superficie terrestre, quali spaccature e frane, e catastrofi nelle regioni abitate. L'intensità dei terremoti viene valutata in base alla scala delle magnitudo(tra cui la scala Richter; empiricamente si utilizza la scala Mercalli).

La valutazione dell'intensità di un terremoto, eseguita in base alla scala Mercalli o ad altre scale di significato analogo, porta alla costruzione, per le zone colpite da un sisma, delle carte delle isosiste. Dato però che la valutazione dell'intensità è comunque un fatto soggettivo e dipende da troppi fattori perché possa essere considerato un dato veramente inequivocabile, si sono recentemente messi a punto altri metodi per la determinazione della "grandezza" effettiva di un sisma. Se ne determina quindi, oltre alla magnitudo, l'energia e, nel caso dei terremoti tettonici, anche il momento sismico. Quest'ultimo parametro, della massima importanza, tiene conto dell'area della superficie lungo la quale ha luogo la dislocazione che genera il terremoto, della velocità del movimento di dislocazione e delle caratteristiche elastiche del terreno nel quale questa avviene. L'energia a sua volta è strettamente dipendente dall'area della faglia in movimento. Il calcolo dell'energia e del momento sismico di ciascun terremoto che si genera in un'area sismica è di fondamentale importanza per la comprensione delle modalità di generazione del sisma e per seguire nel tempo l'attività sismo- tettonica dell'area. A questo scopo sono estremamente utili anche gli studi sui meccanismi focali dei sismi, cioè sui meccanismi di generazione. Questo tipo di indagine è indispensabile per la formulazione di leggi, anche empiriche, previsionali di tipo statistico sulla ciclicità di eventi di una determinata energia (calcolo del rilascio dell'energia nel tempo). In definitiva si tratta di dati indispensabili per i tentativi di previsione dei terremoti.

Ai fini però della protezione dagli effetti dei terremoti, la valutazione dell'intensità punto per punto rimane il dato fondamentale: esso infatti ci permette di conoscere i differenti effetti di un sisma nei diversi punti considerati e quindi di risalire alle cause di queste differenze, cause che sono di natura geologica in senso lato, o di ordine tecnico-ingegneristico (tipo di costruzioni, ecc.). La valutazione previsionale che si fa punto per punto dell'effetto di un sisma di determinate caratteristiche (in genere il massimo sisma prevedibile) si dice macrozonizzazione sismica (per territori vasti e con piccolo dettaglio) o microzonizzazione sismica (per piccole aree e grande dettaglio). Per arrivare a questi risultati bisogna effettuare una lunga e dettagliata serie di studi, che vanno da quelli storico-statistici, con la compilazione di appositi cataloghi, a quelli che possiamo chiamare attualistici, con la registrazione e lo studio dei terremoti che avvengono al presente.

Gli effetti prodotti dai terremoti, che interessano l'uomo, possono variare considerevolmente in funzione di fattori o di circostanze talvolta ben definiti, quali la natura e la resistenza del sottosuolo, le caratteristiche delle costruzioni, la densità media della popolazione, e talvolta fortuiti, quali l'ora locale in cui si è verificato il terremoto rispetto alle abitudini della popolazione. Determinante è senz'altro il fattore rappresentato dal modo in cui sono state costruite le abitazioni: quelle in cemento armato resistono bene, quelle rurali, anche a muri spessi, crollano per scivolamento orizzontale dei soffitti che sono semplicemente appoggiati sui muri. Perciò è molto importante studiare e seguire regole speciali per la costruzione di edifici nelle regioni sismiche.

L'effetto dei sismi sul terreno è rappresentato da rigonfiamenti della superficie, sprofondamenti, frane, spaccature, crepacci, faglie; di queste ultime la più notevole fu quella formatasi durante il terremoto di San Francisco del 1906, che è lunga 470 km e attraversa in linea retta tutti i tipi di terreni. Infine anche la rete idrografica superficiale e l'andamento delle falde sotterranee possono venire mutati.


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