Affittauomini. Se c'è un lavoro nuovo è proprio
questo. Basti pensare che i professionisti del genere sono oggi 2200, entro
l'anno prossimo aumenteranno fino almeno a 5 mila. Non solo, anche le aziende
pubbliche hanno cominciato ad abbattere il tabù del posto fisso. L'esempio lo
ha dato l'Atac, l'azienda dei trasporti romana, che, sollevando un vespaio, ha
deciso di assumere 400 autisti a tempo, con il progetto di estendere
l'esperimento nei prossimi mesi ad altrettanti controllori temporanei. Tutto
grazie al cosiddetto "pacchetto Treu", l'insieme di misure che hanno introdotto
due anni fa anche in Italia il "temporary work", ovvero il lavoro interinale.
Il meccanismo è semplice, e funziona su tre poli: il lavoratore che si fa
"affittare", l'azienda che lo utilizza, l'agenzia di lavoro temporaneo che lo
reperisce e lo assume per il solo periodo di utilizzo. Naturalmente il fulcro
che regge tutto è l'agenzia. E' lei che fornisce gli interinali quando le
aziende ne hanno bisogno. Attualmente sono 39 le imprese di lavoro interinale
che hanno ottenuto l'autorizzazione ad operare sul mercato italiano. Al primo
posto per fatturato si sono piazzate le "big seven", ossia le sette
multinazionali straniere che da anni si muovono in tutto il mondo. Ma le
società italiane stanno crescendo: il fatturato globale delle agenzie
dell'interinale nei primi sei mesi del '99 ha già raggiunto quota 490 miliardi e per la fine dell'anno
si valuta di superare i 1000 miliardi. Le aziende italiane stanno infatti
percependo sempre maglio lo strumento dell'interinale. Prima pensavano di
usarlo al massimo per sostituire i lavoratori ammalati, ora lo vedono come una
vera leva gestionale; le loro caratteristiche di flessibilità ed adattabilità
al mercato sono favorevoli all'utilizzo della manodopera durante i picchi di
lavoro. Il lavoro in affitto, inoltre, è molto sensibile alle fluttuazioni
congiunturali ed è, per le imprese, lo strumento più adatto per reagire
tempestivamente al rialzo della domanda. C'è, poi, un'altra richiesta molto
importante che farebbe lievitare il business delle agenzie dell'interinale:
queste vogliono poter svolgere anche attività di collocamento privato, oggi
previsto dalla legge ma mai decollato. E' chiaro che, per le agenzie, sarebbe una
nuova possibilità di guadagno praticamente a costo zero. Tutte loro, infatti,
già possiedono grandi database con i profili dei lavoratori: di volta in volta
potrebbero affittarli o piazzarli a tempo indeterminato secondo la richiesta
dei clienti. Per quanto riguarda invece i vantaggi per le aziende, queste
grazie al lavoro temporaneo ottengono costi più bassi e maggiore flessibilità
organizzativa. Secondo la legge le imprese possono ricorrere al lavoro
interinale per sostituire personale assente, per far fronte a picchi di lavoro
o per inserire temporaneamente figure professionali non previste dall'organico (la cosiddetta "job
creation"). E' evidente che in tutti e tre i casi l'assunzione a tempo
indeterminato di un lavoratore costituirebbe un onere molto superiore a quello
di un'assunzione a tempo. Il costo di un lavoratore temporaneo è tuttavia più
alto, giacché le società di lavoro interinale chiedono una percentuale, il
"mark up" che varia tra il 20 e 25% sopra la normale retribuzione del
lavoratore. Questo mark up varia a seconda della durata dell'impiego
temporaneo, della difficoltà della ricerca, della rarità del profilo
professionale richiesto. Nonostante questo costo aggiuntivo il bilancio è
comunque in attivo per l'impresa cliente: la gestione del lavoratore temporaneo
da parte dell'agenzia interinale permette infatti all'azienda di risparmiare
sui costi per la ricerca del personale, sui costi amministrativi inerenti alla
gestione di paghe e contributi e sui costi relativi alla regolarizzazione
previdenziale e assicurativa del lavoratore. Per il lavoratore interinale i
vantaggi sono di ordine sia professionale che economico. In primo luogo il
lavoro temporaneo costituisce spesso l'unica speranza per rientrare nel circuito
produttivo per chi ne sia stato espulso, oppure non vi sia mai entrato. Spesso,
infatti, le aziende utilizzano il lavoro temporaneo come forma di preassunzione
e in un'esigua percentuale il lavoro interinale si trasforma in assunzione a
tempo indeterminato. Inoltre l'esperienza che il lavoratore acquisisce
rappresenta comunque una credenziale di futuro inserimento. Sul piano salariale
la legge prevede che i lavoratori temporanei percepiscano lo stesso stipendio
dei lavoratori assunti con contratto a tempo indeterminato; in busta paga
percepiscono anche i compensi per gli straordinari, spesso effettuati in
quantità superiori rispetto ai colleghi. Il lavoro interinale, è ormai
accertato, avrà nel futuro uno smisurato sviluppo, considerato soprattutto
l'impegno da parte delle Associazioni e dei sindacati per definire gli aspetti
ancora poco chiari dei contratti temporanei, come ad esempio l'assistenza
sanitaria o la formazione lavorativa. Tuttavia, completato il quadro delle
regole e stabiliti i termini di contratto, il lavoro temporaneo può costituire
un elemento determinante al calo della disoccupazione in Italia e nel resto del
mondo.