PROPERZIO
Properzio, Sesto (Assisi 50 ca. - Roma 15 ca. a.C.),
poeta elegiaco latino di famiglia equestre, perse gran
parte delle sue proprietà nella distribuzione delle terre fra i veterani di
Antonio e di Ottaviano. Mortogli il padre quand'era ragazzo, venne a Roma con
la madre dove iniziò l'attività poetica. L'avvenimento centrale della sua vita
fu l'incontro e l'amore per una donna dell'alta società romana e di liberi
costumi, di nome Ostia, ma da lui cantata come Cintia: passione
tormentosa con continui tradimenti di lei. A Roma Properzio fu protetto da Mecenate;
conobbe Virgilio e Ovidio. Abbiamo di P. 4 libri di elegie: il
primo è occupato interamente dall'amore, di Properzio per Cintia; quasi un
romanzo amoroso, con varie fasi ed episodi alterni, di conquista o di
disinganno. Il II libro è dedicato a Mecenate: il poeta si scusa se non può
seguire i consigli di cantare le gesta di Augusto e torna con maggior
drammaticità alla sua passione. Temi morali e civili intervengono invece nel
III libro accanto alle delusioni amorose; quelli propriamente patriottici
prevalgono, invece, nel IV libro con le 6 "elegie romane", che espongono le
origini di episodi leggendari o storici di Roma: culto di Vertunno e di Tarpea,
la fondazione del tempio di Apollo Palatino, lotta e vittoria di Ercole su
Caco, culto di Giove Feretrio, l'Ara Massima. Ma tutta la poesia di Properzio
tendeva già a una ricchezza di riferimenti colti che la caratterizzavano
nell'elegia romana. A confronto con la flebile liricità di Tibullo e con la
facile musicalità di Ovidio, egli presenta sempre sostenutezza di tono e forza
di passione. È il più vicino alla elegia ellenistica per la sua complessità:
egli stesso riconosceva come suoi maestri Callimaco e Filita.