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LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE (APPUNTI)
Borghesia e proletariato protagonisti della rivoluzione industriale.
Il complesso di fenomeni realizzatosi agli inizi dell'800 suscitò pesanti conseguenze nella vita economica, sociale e politica. Una decisiva conseguenza della rivoluzione industriale fu la divisione della società in due fondamentali classi sociali: la borghesia capitalista e il proletariato. Il rapido sviluppo della rivoluzione industriale fu determinato da un importante fattore sul piano commerciale. Infatti mentre la nobiltà viveva con lo sfruttamento dei terreni e richiedeva allo stato di intervenire con altre dogane, la borghesia, dedita soprattutto alle attività industriali e commerciali, aveva compreso quante possibilità di arricchirsi la moderna società le presentava, qualora avesse potuto importare ed esportare merci liberamente, senza dover pagare eccessive dogane. I mercati aperti avrebbero notevolmente sviluppato la libera iniziativa è procurato facili guadagni. I liberali, dunque, iniziarono ad esigere un'economia basata sulla libera concorrenza e sull'assenza di leggi statali limitative dell'iniziativa privata. La borghesia capitalista, ormai padrone incontrastata di ogni attività economica, esercitava un predominio anche politico, che permetteva di rafforzare con mezzi legali le posizioni raggiunte e di difendere i propri interessi a tutto danno della classe operaia. Infatti i salari erano appena sufficienti per non morire di fame e per di più corrisposti solo per le giornate effettivamente lavorate perciò quando sopraggiungeva una malattia gli operai non godevano di alcuna forma di esistenza. Inoltre con il diffondersi della meccanizzazione diminuiva la richiesta di manodopera nelle fabbriche, con un aumento della disoccupazione. Con l'ascesa dei liberali al potere la situazione non migliorava in Francia e in Inghilterra, poiché il diritto di eleggere i rappresentanti al parlamento era stato riconosciuto solo a una ristrettissima minoranza. La legge inoltre stabiliva che non si poteva partecipare alle elezioni se non si possedeva un certo grado di istruzione e se non si pagava almeno un minimo di tasse. Poiché erano pochi e soltanto di estrazione borghese ne derivava che una larghissima parte dei cittadini non godeva di alcun diritto politico. Fra gli esclusi anche larghe masse operaie. Queste ultime con l'aggravarsi delle loro condizioni cominciarono a prendere coscienza della propria forza e a dar vita alle prime forme di solidarietà e di associazione. Le prime forme di associazioni operaie le troviamo in Inghilterra. All'inizio ci troviamo di fronte a forme di rivolta sociale senza capi e senza precisi obiettivi: è il cosiddetto luddismo. Il luddismo rappresentò la prima protesta operaia e inizialmente i suoi aderenti demolivano i macchinari perché li consideravano la causa principale della disoccupazione. In seguito quando venne riconosciuto il diritto di associazione cominciarono a sorgere le prime associazioni a carattere sindacale che chiedevano sempre più insistentemente il riconoscimento di diritti politici e una nuova legislazione che regolasse gli orari e i salari, stabilisse norme riguardanti le pensioni e fissasse il diritto all'assistenza sanitaria.
Primo gruppo
Nel 1500 in Europa vi erano ovunque numerosi contrasti religiosi, economici e politici che spingevano intere famiglie inglesi, irlandesi e francesi a scappare in America dove avrebbero vissuto in pace. Nel nord america gli europei si accorsero che gli indigeni erano fisicamente deboli perché poco abituati agli sforzi e morivano molto facilmente. Così per svolgere i lavori più duri pensarono ai negri in Africa perché erano robusti e venivano utilizzati fin dal tempo dei romani. Iniziò così la tratta dei negri. Dall'America partivano per l'Africa navi cariche di alcol, armi e pelli d'animale. In Africa i capo tribù in cambio di queste merci vendevano i loro uomini migliori che sarebbero stati utilizzati prevalentemente nei campi di cotone. Dall'America il cotone prodotto arrivava in Europa in grandissime quantità per essere lavorato. Tutto il cotone finiva in Inghilterra dove veniva lavorato artigianalmente, ma il prodotto grezzo era troppo e nacque la necessità di trovare nuovi strumenti per velocizzare il lavoro. Fin dal medioevo l'uomo utilizzava gli strumenti per facilitare il lavoro sfruttando la forza umana, animale e idraulica. Quando tecnici ed abili artigiani ebbero l'intuizione geniale che gli permettesse di costruire strumenti rivoluzionari, vennero introdotte nuove macchine sfruttando la forza idraulica. Nel 1750 iniziarono a diffondersi le macchine. Nel 1769 venne inventata la prima macchina a vapore usata inizialmente nelle miniere per far girare le ruote dei pesanti vagoncini fino all'esterno. Con l'invenzione delle macchine molte persone dovettero cambiare lavoro perché i loro prodotti non erano più concorrenziali con quelli delle macchine. Nel 1814 Stephenson applicò la macchina a vapore al treno e in 40 anni la rete ferroviaria in Europa si sviluppò moltissimo. Nonostante il forte inquinamento prodotto dalla macchina a vapore essa venne impiegata nei mezzi di trasporto come il treno che permise ai coloni di conquistare i territori indiani. Fulton applicò alla barca a vela la macchina a vapore e 20 anni dopo si costruirono i primi transatlantici. Il primo fu il Britannia che nel 1840 con 115 persone a bordo attraversò l'oceano in 32 giorni. Il Great Britain invece nel 1845 con 50 persone a bordo attraversò l'oceano in 2 settimane. In Italia i primi furono il Capri e il Vesuvio con 180 persone a bordo. I primi bastimenti erano molto spaziosi e utilizzati solo dai ricchi.
SECONDO GRUPPO
Contemporaneamente alla rivoluzione industriale si sviluppò anche la rivoluzione agricola. In Inghilterra i contadini fin dall'antichità pascolavano i loro animali in campi aperti, ma quando i proprietari recintarono tali campi e iniziarono a commerciare la terra come una comune merce la quale rimaneva spesso incoltivata e diveniva un luogo ideale per costruire una fabbrica se vi era un fiume per fornire forza idraulica, i contadini non poterono più vivere con i soli prodotti del loro orto e dovettero abbandonare le campagne per trasferirsi in città in cerca di un lavoro. La maggior parte finiva a lavorare nelle industrie con salari spessi insufficienti per sopravvivere. Così la ricchezza non era più basata sui prodotti della terra, ma su quelle delle fabbriche costruite su di essa. Molti infatti vendettero la propria terra. Con il denaro guadagnato e con alcuni prestiti dalle banche costruirono le fabbriche e comprarono i macchinari necessari. In Francia e in Inghilterra la borghesia abolì le dogane sviluppando enormemente l'economia e aumentando gli scambi anche con i mercati più lontani. Le macchine sostituirono i primitivi strumenti a forza umana e animale. Le più importanti furono: la mietitrice a pale, la seminatrice e la macchina vogliatrice.
TERZO GRUPPO
Nelle prime fabbriche a forza idraulica venivano sfruttate donne e bambini ricevendo uno scarso compenso corrisposto alle giornate effettivamente lavorate. I bambini lavoravano fino a 50 ore alla settimana e per via delle condizioni pessime molti morivano. Per questo motivo furono fatti parecchi processi agli industriali i quali si difendevano dicendo che i loro metodi erano necessari per il funzionamento della fabbrica e per evitare che i bambini addormentandosi sulle macchine cadessero negli ingranaggi. I bambini inoltre venivano utilizzati in lavori che non potevano essere svolti dagli adulti. Una nuova legge del 1841 modificò notevolmente il mondo del lavoro: i bambini con meno di 8 anni non dovevano lavorare; tra gli 8 e i 12 anni, nove ore al massimo; i ragazzi dai 12 anni ai 16 non più di 12 ore al giorno. Inoltre i giovani sotto i 16 anni potevano alla domenica non lavorare. Poco volta furono fatte nuove leggi che miglioravano le condizioni di lavoro.
QUARTO GRUPPO
Con la rivoluzione agricola moltissime persone si spostarono nelle campagne alle città. Le città prive di ogni più elementare servizio come le scuole, le strade e i servizi sanitari, non erano in grado di ospitare un così grande lago di persone. Le famiglie più fortunate si stabilirono nei ricoveri o trovarono delle vecchie baracche e cantine in cui vivere; ma moltissime persone furono costrette a vivere per strada. I senzatetto che non avevano lavoro erano costretti a rubare ed uccidere pur di mangiare. La maggior parte della gente trovò lavoro nelle fabbriche. All'inizio le abitazioni per i sfollati erano assenti, ma in seguito sorsero vicino alle industrie, i primi quartieri operai. Il paesaggio che si creò in questi nuovi quartieri era orribile: lunghe file di abitazioni e strade non lastricate coperte dai rifiuti buttati dalle finestre delle case. L'incremento demografico portò una maggiore richiesta di lavoro e migliorò il benessere generale. La prima rivoluzione industriale ebbe inizio nel 1750 e la seconda nel 1830. Dopo l'Inghilterra anche gli altri stati europei come Francia, Belgio, Olanda, Germania e America, dall'altra parte dell'oceano atlantico, si industrializzarono. In Italia la rivoluzione industriale ebbe inizio con la sua unità nel 1861. La produzione cambiò dalla lavorazione della materia prima in manufatti. Inoltre si diffuse una nuova legge di mercato: tutti si dovevano adeguare per rendere più competitivi i loro prodotti. Con il diffondersi dell'industria, nacque il grosso problema d'inquinamento che è divenuto sempre più pericoloso con il passare del tempo.
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