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La filosofia neoplatonica




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La filosofia neoplatonica


Il termine NEOPLATONICO definisce le dottrine religiose e filosofiche di una scuola che fiorì dalla metà del II sec. d.C.

Questa scuola sintetizzò le teorie di Platone dando loro una connotazione formale e, entro di essa, si svilupparono tre correnti filosofiche :

la prima, si diffuse ad Alessandria con FILONE che la orientò verso la speculazione metafisica;

la seconda,si diffuse a Pergamo e si interessò soprattutto delle tesi religiose;

la terza, si concentrò sull'erudizione in genere.

Il suo pensatore e, esponente più importante, fu PLOTINO, che nel 245d.C. fondò, a Roma, una scuola.

Altri pensatori furono i filosofi greci Proco, Porfirio e Giambico.

Proprio le tematiche ascetiche e spirituali del neoplatonismo attrassero i filosofi della cristianità, ricordiamo Sant'AGOSTINO, teologo e padre della Chiesa.

Anche il Medioevo ne subì l'influenza, soprattutto con ECKHART, anche se la Chiesa cattolica ne condannò alcune teorie poco ortodosse.

Nel XV sec. il neoplatonismo fu riconosciuto universalmente; ricordiamo CUSANO che cercò di risolvere il dubbio nato dai limiti della conoscenza umana introducendo " l'intuizione" diretta di Dio, per la quale l'anima, quando si trova in estasi, ha il potere di trascendere ogni limite.

Il neoplatonismo è una forma di monismo idealistico nel quale l'UNO, infinito, perfetto e in conoscibile, è considerato come la realtà ultima dell'Universo.

Da questo si irradiano diversi livelli di realtà o ipostasi.

Il più elevato è il nous (l'intelletto puro) dal quale deriva l'anima del mondo, l'attività generatrice delle anime inferiori degli esseri umani concepita come un'immagine del nous, che è a sua volta un'immagine dell' UNO.

L'anima del mondo, ente che si trova tra  il nous e il mondo materiale, può preservare la sua integrità e la sua perfezione oppure corrompersi, la stessa scelta è offerta a tutte le anime inferiori.

Quando dunque l'anima è corrotta, tuttavia può salvarsi, grazie alla libera volontà che, come l'ha portata a peccare così può farle riprendere la giusta via e ritornare alla sorgente pura che l'ha generata.

Questa salvezza avviene tramite il processo del misticismo, con il quale l'anima conosce l'estasi.

La dottrina neoplatonica è caratterizzata dall'opposizione dal dualismo tra spiritualità e carnalità ( Platone aveva teorizzato il dualismo tra materia e idea).













Plotino


Vita

Plotino nacque a Licopodi, in Egitto,nel 205 d.C.

Nacque in un periodo in cui si stava affermando la filosofia cristiana e rappresenta l'ultimo grande pensatore della cultura greca classica, poiché segue la strada delle teorie di Platone e di Aristotele.

Studiò la filosofia ad Alessandria presso la scuola di Ammonio Sacca, in seguito fu tra le truppe romane, per una spedizione in Persia, per studiar meglio la filosofia orientale.

Trasferitosi a Roma fondò un scuola tutta sua di filosofia e nel 245 cominciò a scrivere trattati che Porfirio raccolse sotto il nome di ENNEADI.

Fu molto amato dall'imperatore Galeno tanto che gli diede il consenso per fondare una città di filosofi  in Campania ma, per motivi di gelosie di corte, il progetto fallì.

Morì nel 270 d.C.


La metafisica


Plotino inizia al sua metafisica dal mondo sensibile.

Lo immagina costituito da una serie di enti che non sono trascendenti ovvero concepibili e comprensibili né al singolo nella propria individualità né nella molteplicità stessa degli enti se non ci fosse l'unità.

Infatti se non ci fosse l'unità non potrebbero esistere gli enti.

Gli enti tuttavia presuppongono un principio estremo di unità ed è, per Plotino, l'UNO.

Questa concezione, nell'ambito dell'idealismo platonico e della nuova filosofia cristiana, è nuova; infatti Plotino dà una concezione di Dio esclusivamente spirituale poiché il Dio che concepisce non può avere alcuna caratteristica umana, razionale e antropomorfa.

Dio è indefinibile, non può in alcun modo essere compreso dall'uomo poiché è ineffabile, poiché è l'antitesi di tutto ciò che è umano.

Il mondo degli uomini è mutevole, soggetto a corruzione,  molteplice, Dio invece è l'Uno, unico immutabile e necessario.

Dio è infinito e proprio per questo emana sostanze, ma non per volontà ma per necessità e poiché la sostanza trabocca da esso non è corretto parlare di creazionismo.

A differenza del cristianesimo, Plotino asserisce che Dio non è il creatore del mondo ma è il mondo che sgorga da Lui.

L'Uno è dunque l'ipostasi prima della materia, e per Plotino l'ipostasi è lo stato della sostanza nel momento in cui si tramuta in un'altra rispetto alla generante. E' dunque un livello di realtà che segue il processo di emanazione da parte di Dio.

Più l'ipostasi si allontana da Dio meno perfetta diviene e si trasforma in materia.

Plotino disegna una sorta di gerarchia dove Dio (l'Uno) sta al vertice, vi è poi il Nous (l'intelletto) che pensa a se stesso e, contemporaneamente, è pensato ed è l'unione del motore primo immobile di Aristotele e il mondo delle idee teorizzato da Platone; segue l'anima del mondo, ovvero il principio che crea la vita. Essa infatti, come avevano asserito gli stoici, penetra nella materia, che è di per se stessa un principio passivo, e le dà forma e governa dunque il mondo.

Alla base di questa piramide vi è la materia che a differenza di Platone, non è solo assenza di bene: il mondo materiale.

Plotino afferma che l'anima sia incatenata nel corpo a causa di un peccato commesso in origine, se l'uomo vuole elevare se stesso ed uscire da queste catene deve trovare la strada per l'estasi, ovvero l'abbandono definitivo dell'oggettività dell'esistenza per una coscienza spirituale totalmente dedicata a Dio, deve in pratica risalire all'Uno. Questo processo è personale, l'uomo non ha alcun bisogno di guide spirituali né di religioni.

Ciò è possibile praticando la virtù che ci aiuta a purificarci, studiando la filosofia che ci permette di comprendere il mondo intelligibile e contemplando la bellezza, soprattutto l'arte e la musica, che ci da la possibilità di cogliere le manifestazioni dell'Uno.

Per tornare all'Uno non bisogna dunque credere ma comprendere.

Da questa affermazione iniziarono le polemiche se si protrarranno nei secoli, se è bene credere o conoscere.


Uno dei problemi affrontati da Plotino fu quello della gnosi.

Si era affermata da tempo una setta cristiana detta degli "Gnostici" che asserivano che il mondo, covo di malvagità e cattiveria, fosse stato creato da un dio minore e cattivo e che era da considerarsi come l'errore di Dio. Gesù era il salvatore di tutto e di tutti.

I padri della chiesa si opposero a queste teorie asserendo che il mondo e il cosmo avevano una bellezza positiva.

Plotino, pur essendo greco, scrisse contro gli gnostici difendendo la bellezza del cosmo ma affermando, contemporaneamente,che la materia è male.

Questa teoria resta un mistero nella filosofia di Plotino, anche se tornerà nella filosofia moderna con LIEBENITZ, che affermerà che Dio non può in alcun modo creare un mondo perfetto perché ciò significherebbe creare se stesso, ciò che invece ha creato è un qualcosa di vicino alla perfezione, bello nel complesso anche se esiste il male.


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