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'Il Neorealismo tra storia, letteratura e cinema'




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'Il Neorealismo tra storia, letteratura e cinema'

L'esplosione del Neorealismo è propria degli anni che vanno dall'immediato dopoguerra (1945) al 1956, anno in cui entra in crisi il comunismo e letteralmente inizia un acceso dibattito attorno all'opera 'Metello' di Pratolini.

Ma, anche se in modi diversi, il periodo terminale degli anni '30 viene considerato come fondamentale anticipatore di questo fenomeno culturale, con le reazioni di alcuni intellettuali, in Italia e all'estero, alla dittatura fascista, ormai stabilizzata.

STORIA

Gran parte delle opere neorealiste trattano del tema della 'Resistenza', quindi, per capire meglio il significato di questo termine accennerò alle tappe fondamentali che, a partire dal 1943, hanno portato alla democrazia in Italia:

                   

  • 24/25 luglio 1943   Gran Consiglio del Fascismo, vota a larga maggioranza l'ordine del giorno Grandi ed esprime la SFIDUCIA in Mussolini. Il Re si libera del Duce facendolo arrestare. Da' poi l'incarico al maresciallo Badoglio di formare il nuovo governo. Quest'ultimo dichiara che l'Italia continuerà a combattere a fianco della Germania, ma questa, non fidandosi di tale dichiarazione, prepara 'l'operazione Alarico', intesa a liberare il Duce e a restaurare il fascismo.
  • 8 settembre 1943  Badoglio annuncia pubblicamente la resa agli alleati anglo- americani. I tedeschi, compiuta l'operazione Alarico si apprestano a ritardare il più possibile l'avanzata dei nemici verso Nord attestandosi prima nella linea Gustav e poi nella linea Gotica. Gli italiani iniziano la resistenza nel Nord Italia contro i nazisti e gli alleati della R.S.I., mentre a Sud si organizza un corpo Italiano di Liberazione, composto da volontari. Intanto Mussolini al Nord forma la Repubblica di salò.
  • Marzo 1944  Togliatti propone con successo di costituire governi di unità nazionale, con lo scopo di cacciare i nazisti dall'Italia. Vittorio Emanuele III decide che non appena Roma sia stata liberata egli avrebbe abdicato a favore del figlio.
  • Maggio 1944  Gli anglo-americani infrangono la linea Gustav e dilagano nell'aprile del '45 nella Pianura Padana. Il 25 aprile viene annualmente ricordato come data della 'LIBERAZIONE', il Veneto dovrebbe festeggiare tale festa il 26 aprile, data della sua liberazione.
  • 2 giugno 1946  referendum per scegliere tra monarchia o repubblica
  • 1 gennaio 1948  entra in vigore la Costituzione italiana

La resistenza è stato l'ultimo e più drammatico atto della lotta contro il fascismo e l'antifascismo in Europa durante la II Guerra Mondiale. In Italia l'esperienza della resistenza cominciò dopo che la caduta del fascismo e l'armistizio (firmato con le forze alleate l'8 sett. '43) trasformarono le forze tedesche da alleate in forze di occupazione con la conseguente guerra civile tra le forze partigiane e i fascisti della repubblica di Salò, alleati dei tedeschi.

Anche la filmografia del neorealismo ha affrontato il problema della resistenza, con opere di grande valore artistico, di cui alcune originali, come 'Roma città aperta'.

Oltre alla 'resistenza' altre tematiche sono presenti nelle pellicole e nei romanzi neorealisti, come il sentimento antifascista, la miseria durante il fascismo, la guerra e il dopoguerra e l'impegno politico.

L'ANTIFASCISMO

la letteratura italiana sull'antifascismo è particolarmente vasta, come intenso è stato il movimento politico che si oppose al fascismo nel ventennio della sua permanenza al potere e poi durante la resistenza; anche per questo motivo essa è articolata come articolate sono le forze politiche antifasciste che operarono sia in Italia che in Europa. 

La posizione degli intellettuali nei confronti del fascismo è diversa, infatti alcuni, convinti fascisti, come D'Annunzio prestano fede al Duce, altri invece non scrivono durante il periodo della dittatura o per opportunismo si iscrivono al partito, limitando gli scritti.

LA MISERIA DURANTE IL FASCISMO, LA GUERRA E IL DOPOGUERRA

nella migliore tradizione del Verismo e del Naturalismo ottocentesco, tanto la filmografia che la letteratura del neorealismo hanno affrontato in molte opere il problema della miseria e delle difficili condizioni delle classi disagiate; si può dire che la stragrande maggioranza dei film e delle opere letterarie, qualunque fosse la loro tematica fondamentale, hanno toccato il problema della miseria materiale e spirituale della popolazione italiana negli anni difficili del fascismo, della guerra e del dopo guerra. Ci sono stati però film e opere letterarie la cui tematica è concentrata su tale problema e in cui emerge con forza e con efficacia artistica la denuncia aberrante in cui si trovavano la popolazione italiana ed europea.

un esempio è un'opera di A.Moravia: 'la ciociara, da cui è stato tratto l'omonimo film di De Sica

L'IMPEGNO POLITICO

la problematica relativa all'impegno politico è uno dei temi più discussi ed importanti della storia del neorealismo perché coinvolse tutti gli intellettuali del tempo sia nella produzione letteraria, sia nella saggistica che nella pubblicistica politica. Lo sviluppo del neorealismo ebbe almeno due fasi importanti: una prima, caratterizzata da una creatività spontanea, che va fino al 1947/48, e una seconda più condizionata dalla presenza del PCI., sia che ci fosse piena adesione ad esso, sia che si fosse in un atteggiamento di polemica e di dialettica con esso.

le cause di questa evoluzione sono legate sia a fatti storici che a eventi politico-culturali. Il fatto storico di rilievo fu la vittoria della Democrazia Cristiana nelle elezioni politiche del '48, vittoria che fu vista dalle forze della sinistra come un momento di regresso dei confronti degli ideali della resistenza e che imponeva una nuova lotta e un nuovo tipo di impegno politico dell'intellettuale all'interno del partito.

l'evento di natura letteraria fu la pubblicazione dei 'quaderni dal carcere' di Gramsci che provocò un ampio dibattito sulla funzione dell'intellettuale nella società e nel partito.

LA SECONDA GUERRA MONDIALE

In Europa nel 1939 si era andato definendo sempre più il disegno imperialistico tedesco, volto a espandere il territorio abitato dai tedeschi. Dopo aver annesso l'Austria, conquistato la Boemia, sottomesso la Slovacchia, nel settembre 1939 Hitler invase la Polonia, avendo prima firmato un'alleanza militare con l'Unione Sovietica DI Stalin. Di fronte a questo ulteriore grave atto, le potenze occidentali, Francia e Gran Bretagna, dichiararono guerra alla Germania, ma non riuscirono ad impedire la conquista, da parte dei tedeschi, della Polonia, della Germania e della Norvegia.
Nella primavera del 1940, Hitler volse l'esercito tedesco contro la Francia, che in poche settimane venne spazzato via.Il 10 giugno 1940, quando ormai la Francia era allo stremo, l'Italia fascista di Mussolini dichiarò guerra alla Francia e alla Gran Bretagna. Conquistata la Francia la Germania cercò, inutilmente, di invadere la Gran Bretagna, mentre in Africa l'Italia perdeva la colonia etiopica a vantaggio degli inglesi. Nell'ottobre del 1940 l'Italia intraprese la conquista della Grecia, partendo dalla colonia albanese, ma, di fronte ai disastri militari italiani, dovette intervenire la Germania, che, in pochi giorni, conquistò la Jugoslavia e invase la Grecia.
Nel giugno del 1941 la Germania iniziò l'invasione dell'Unione Sovietica, sostenuta anche in quest'opera dall'esercito italiano. Le armate nazi-fasciste giunsero fino a Mosca, Leningrado e Stalingrado, ma nel febbraio 1943 subirono una pesante sconfitta che le costrinse a ritirarsi disordinatamente verso ovest. In Oriente, frattanto, il Giappone nel dicembre 1941 aveva aggredito gli statunitensi, provocandone l'intervento in guerra. Nel settembre 1943 l'Italia, dopo aver perso anche la colonia libica, venne occupata per la parte meridionale dagli alleati anglo-americani. così il 25 luglio di quell'anno il re fece arrestare Mussolini, nominando Badoglio capo del governo e il fascismo venne dichiarato decaduto. Lo stesso governo Badoglio l'8 settembre 1943 firmò l'armistizio con gli alleati e subito dopo fuggì, assieme alla corte, a Brindisi nel territorio controllato dagli americani, mentre l'esercito tedesco invadeva l'Italia del centro-nord.
Iniziò così la guerra di Resistenza in Italia, che vide contrapporsi le truppe irregolari partigiane ai soldati tedeschi occupanti e al risorto esercito fascista della Repubblica Sociale Italiana di Mussolini. Frattanto l'Armata Rossa sovietica avanzava da est e gli alleati erano sbarcati in Normandia. Nel maggio 1945 ebbe termine la guerra in Europa con la conquista dell'intera Germania da parte degli eserciti alleati, il Giappone continuò la guerra ancora fino ad agosto, quando le due bombe atomiche americane su Hiroshima e Nagasaki posero fine al conflitto mondiale.

I DIFFICILI EQUILIBRI DOPO LA LIBERAZIONE E LA DEMOCRAZIA IN ITALIA

La situazione dell'Italia alla fine della guerra era quanto mai incerta e difficile. Restava indelebile il ricordo delle gravi perdite umane tra militari e civili, l'agricoltura aveva subito danni rilevanti, la capacità produttiva delle industrie era più che dimezzata, la rete di trasporti era del tutto sconvolta, vigeva il razionamento dei viveri ed era diffuso il mercato nero.

Dopo la resa dei nazi-fascisti (25 aprile 1945) a Milano, il potere politico passa al Comitato di liberazione nazionale dell'alta Italia (Clnai), composto da comunisti, socialisti, azionisti, democristiani e liberali, che propugnava un radicale rinnovamento sociale, come il blocco dei licenziamenti e l'aumento dei salari e favorì la nascita dei consigli di gestione, organismi che dovevano attuare una nuova forma di collaborazione tra operai e imprenditori nell'ottica di un profondo rinnovamento sociale e politico che partendo dal nord avrebbe trasformato l'Italia in una più avanzata democrazia.

Nel 1945 la presidenza del Consiglio passò a una delle più prestigiose personalità dell'antifascismo, Ferruccio Parri.

Nel nuovo governo confluirono i sei partiti del Comitato di liberazione nazionale romano, Dc, Psi, Pda, Pci, Pli, e Democrazia del lavoro, col socialista Nenni agli esteri e il comunista Togliatti alla giustizia.

Il governo Parri dovette però subito scontrarsi con le forze moderate (liberali e democristiani), che respingevano l'introduzione di un'imposta progressiva sui patrimoni, di una forte imposizione fiscale alle grandi aziende e di una moneta che avrebbe colpito l'esportazione di valuta effettuata dagli speculatori durante la guerra, e di fronte alle numerose divergenze tra i partiti del governo, Parri fu costretto a passare le consegne al democristiano Alcide De Gasperi.

Il segretario democristiano De Gasperi fu il primo cattolico a presiedere un governo nazionale, mentre Togliatti, confermato ministro di grazie e giustizia, perseguiva una politica di compromesso per mantenere a tutti i costi un rapporto privilegiato con la Dc.

In questo quadro di incertezze politiche e di delusione, si tennero le elezioni amministrative (marzo-aprile 1946) che fecero registrare un largo seguito elettorale alla Dc, ma anche ai partiti di sinistra.

Il 2 giugno 1946 si tenne il referendum con cui gli elettori dovevano scegliere tra monarchia e repubblica, eleggendo contemporaneamente, se avessero optato per la seconda, i 556 deputati dell'Assemblea costituente.

A favore della repubblica era lo schieramento progressista, mentre per la monarchia erano i moderati e la Chiesa.

Il diritto di voto fu esteso per la prima volta alle donne e il corpo elettorale salì così a circa 25 milioni di persone.

Prevalse con leggero scarto la repubblica, confermando però la divisione tra nord e sud dove gran parte delle regioni si erano espresse a favore della monarchia.

Di conseguenza Umberto di Savoia, succeduto da poche settimane al padre Vittorio Emanuele III che aveva abdicato, abbandonò l'Italia e si ritirò in esilio in Portogallo.

Anche nelle elezioni per la costituente la Dc si riconfermò come il partito di maggioranza relativa.

Poco dopo Enrico de Nicola, un liberale indipendente, venne eletto presidente provvisorio della repubblica, al quale succederà nel 1948 il piemontese Luigi Einaudi, anch'egli di scuola liberale.

A partire dal giugno 1946 fu estesa la Costituzione italiana da una commissione presieduta da Meuccio Ruini e composta da 75 rappresentanti tra i più qualificati delle forze politiche ed esperti di diritto. Approvata il 22 dicembre 1947 (453 voti favorevoli e 62 contrari) entrò in vigore il 1° gennaio 1948 sostituendo definitivamente lo Statuto Albertino del 1848. Qualche anno prima, il 21 Aprile 1942, venne emanato il Codice Civile attualmente in vigore. Il codice fu composto da 2969 articoli suddivisi in 6 libri: Delle persone e della famiglia; Delle successioni; Della proprietà; Delle obbligazioni; Del lavoro; Della tutela dei diritti.

LETTERATURA: 'La ciociara'

La letteratura neorealista nasce per delle esigenze culturali che volevano in primo luogo isolare gli scritti ermetici perché considerati di disimpegno, sia letterario che politico, infatti il neorealismo si pone come 'letteratura della presenza', in quanto testimone della realtà storica, sociale e politica.

Inoltre si voleva creare un nuovo protagonista: il popolo, e l'intellettuale ne era il portavoce.

L'Italia era stata divisa ulteriormente dopo la seconda guerra mondiale e la distinzione tra nord e sud era ancora molto presente; l'intellettuale tuttavia cercava di scrivere, seppur prendendo spunto dai fatti della propria terra, una realtà generale.

Seppur l'opera 'la ciociara' sia collocata verso la fine del periodo neorealista, ho voluto comunque parlarne perchè mi è sembrata quella che meglio ha saputo delineare i caratteri essenziali di questo movimento storico, letterario e cinematografico. Inoltre da questo romanzo, il regista De Sica ha tratto l'omonimo film, che ha riscosso molto successo, vincendo molti premi artistici; tra gli attori la nota Sofia Loren, che interpreta il ruolo di protagonista: Cesira.

TRAMA:

Cesira è una contadina della Ciociaria, venuta a Roma dopo aver sposato un uomo pizzicagnolo, fondamentalmente onesta e sana, pur essendo molto attaccata alla roba. Vedova da qualche tempo, ha allevato la figlia Rosetta in modo del tutto riservato e timido, ma con sincera confidenza e affettuosità. Intanto la guerra incombe su Roma. I tedeschi hanno occupato la città e gli americani dal sud premono sui tedeschi. La vita in città è diventata impossibile anche perché scarseggiano i viveri e i pericoli della guerra sono sempre più minacciosi. Per questo Cesira e la figlia fuggono da Roma per rifugiarsi verso le montagne della Ciociaria (Lazio e Campania). Ma a contatto con la nuova realtà del paese e della campagna per la mutata situazione economica e per la scarsità di cibo, fanno una triste esperienza in mezzo ai vizi e alle viltà degli uomini. I tedeschi e i fascisti fanno razzie di uomini, di animali e di cose; tutti rubano come possono, tutti tradiscono per farsi spazio in mezzo a tanta miseria. Fra i tanti sfollati le due incontrano Michele, figlio del negoziante Filippo. Padre e figlio non vanno d'accordo; il figlio ha studiato ed ha un gran disprezzo per la borghesia e per il padre, il quale si vanta di non esser fesso, perché fessi sono coloro che credono a quello che c'è scritto nei giornali, pagano le tasse, vanno in guerra e magari muoiono. Moravia chiama questo personaggio Michele, come il protagonista de 'gli indifferenti' (primo romanzo neorealista), in realtà è tutto l'opposto. Michele prende spunto dalle parole di Karl Marx e rimprovera chi non è convinto che la guerra dei fascisti sia un atto di prepotenza e di violenza contro ogni forma di libertà. Purtroppo muore (anche se nel romanzo non è chiara la morte), scompare dalla scena, costretto con le armi ad accompagnare dei tedeschi che non conoscevano la strada, proprio nel momento in cui gli americani avevano sfondato il fronte tedesco, rimanendo inflitto nel cuore di Cesira e Rosetta come esempio di uomo puro e innocente, come il paesaggio in cui temporaneamente, tra le colline, si erano rifugiate.

Ma quando le due donne lasciano quel rifugio in montagna, con l'arrivo degli anglo-americani, povere come non mai, ma ricche di una nuova esperienza di vita e di dolore, proprio allora la loro avventura si scioglie in un dramma più cruento. Vengono infatti raggiunte da un gruppo di soldati mercenari marocchini in una chiesa bombardata e violentate. Sono le pagine più drammatiche del romanzo e nella sua disperazione interiore, Cesira vede la figlia cambiare giorno per giorno sotto i suoi occhi; infatti si accorge che Rosetta su concede facilmente a tutti gli uomini che incontra e che la soccorrono; sembra quasi che con la guerra sia cambiata anche la morale. Si è verificato anche quello che diceva Michele spiegando la resurrezione di Lazzaro: 'tutti siamo putrefatti, perciò è necessario risorgere', anche il suicidio che Cesira sogna non avrebbe senso, perché la vita deve continuare: 'così dovevo continuare a vivere; ma come prima, come sempre, non avrei mai saputo perché la vita era preferibile alla morte'.

CINEMA: "Roma città aperta"

Roma. È durante la terribile occupazione nazista che si intrecciano le vicende dell'ingegnere Manfredi, capo partigiano ricercato dalla polizia tedesca e di Pina, una vedova prossima alle nozze con Francesco, militante nella resistenza. Mentre la Gestapo è sulle sue tracce, Manfredi, grazie all'aiuto provvidenziale di Francesco, riesce a trovare rifugio nella casa di Don Pietro, punto di riferimento per tutti gli abitanti del quartiere e attivo nella lotta contro l'oppressore. Ma la copertura del prete non basta a salvare i partigiani. Un'attrice, ex fiamma di Manfredi, lo tradisce e rivela il suo nascondiglio. La situazione precipita: Francesco viene arrestato dalla Gestapo e Pina - in una scena che resta scolpita nella memoria collettiva di più d'una generazione - viene uccisa con una raffica di mitra proprio mentre insegue il camion che sta portando via il suo uomo. Niente ferma la furia nazista. Manfredi muore sotto le sevizie della Gestapo. Don Pietro, invece, viene fucilato davanti agli occhi increduli dei suoi parrocchiani

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