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IL MECCANICISMO
Il problema dell'autonomia delle scienze positive proposto prima come bisogno di separare la filosofia con la teologia si precisa con Bacone e Galilei (due filosofi) come esigenza di distinguere la ricerca sperimentale da ogni altra disciplina.
RINASCITA PLATONICA E ARISTOTELICA
La conoscenza della lingua greca pone i letterati e i filosofi dell'umanesimo a contatto diretto con i maggiori filosofi dell'Ellade (penisola greca). La filosofia europea precedente si era sviluppata sotto l'influsso di due correnti principali: la platonica alla quale si ispirava la scuola volontarista agostiniana e l'aristotelica ripresa dal tomismo della scuola domenicana. L'umanesimo torna allo studio puro delle fonti con la filologia e il platonismo studiato nelle opere di Platone affascina soprattutto i letterati, gli amanti del bello e della poesia che non potevano essere soddisfatti della fredda metodicità dell'aristotelismo.
NICOLO' CUSANO
Nacque a Cusa (Krebs) presso Treveri nel 1401 e morì a Todi in Umbria nel 1464. Fu eletto Cardinale nel 1448, la sua opera principale è: "De doctia ignoratia". Seguace di Platino, cerca di conciliare la teoria dell'emanazione con quella cristiana della creazione. L'esistenza degli esseri finiti è dovuta alla contrazione di Dio nel mondo. L'essere infinito assolutamente uno nella sua assoluta perfezione, produce gli esseri finiti contraendo la sua infinità nel mondo finito. Questa contrazione avviene perchè l'infinita perfezione di Dio è partecipata ai singoli esseri creati in modo finito: Ogni essere creato è per così dire un Dio in proporzione ridotta. Ogni essere ci può portare a Dio ma soprattutto l'armonia e l'ordine del cosmo sono le manifestazioni più chiare della perfezione dell'infinito. L'armonia dell'universo non risulta da un'uniformità, ma dalla varietà degli esseri che lo compongono, perciò i contrasti e le opposizioni che l'esperienza ci fa trovare nella natura non sono segni di imperfezione, ma sono gli elementi vari di un ordine meraviglioso che si richiama alla sapienza sovrana. La logica aristotelica fondandosi sui concetti astratti e rigidi, chiude la mente umana nella visione dell'apparente contrasto delle cose e non permette di giungere alla contemplazione dell'armonia totale dell'universo. E' necessaria, perciò, una logica superiore la quale superando i contrasti insiti nelle apparenze percepisca l'ordine e l'armonia del tutto in se e nelle singole parti.
(Il corpo è anche anima quindi rispecchia l'essenza di Dio e di conseguenza è un Dio in proporzioni ridotte).
Continuato di Nicolò Cusano
Anche questa logica superiore però non è
sufficiente alla conoscenza di Dio, essa ci fa conoscere il deus esplicitus,
cioè le manifestazioni di Dio nella molteplicità degli esseri terrestri e nella
loro armonia senza farci arrivare al deus implicitus cioè all'assoluta unità
dell'essere infinito nel quale non c'è ne molteplicità ne varietà, ma l'unica
infinita perfezione. Dio in se stesso, il deus implicitus è "Coincidenza
Oppositorium" (coincidenza degli opposti) perché nella sua infinità riassume
ogni varietà. Per giungere al deus implicitus è necessaria la dotta
"Iniorantia" dopo aver conosciuto la varietà e l'armonia del mondo, l'uomo deve
ignorare ogni determinazione e distinzione necessarie per conoscere gli esseri
finiti ed immergersi nella contemplazione dell'infinito che è al di la di ogni
concetto umano. Dio è l'ineffabile (meraviglioso) e soltanto superando i limiti
della conoscenza concettuale e razionale si può giungere all'intuizione pura
della divinità.
RIFORME E CONTRORIFORME
Nella prima metà del secolo sedicesimo l'Europa fu turbata dal più grande sconvolgimento politico-religioso successivo all'instaurazione del Sacro Romano Impero: la riforma protestante. Se si cercano le cause che hanno portato alla divisione spirituale e politica dell'Europa in occasione della ribellione di Lutero, si devono trovare nell'acutizzarsi (acuta) di uno stato generale di crisi già in atto nei secoli precedenti. La crisi dell'impero era sorta sotto la pressione centrifuga delle monarchie nazionali (si allontanavano dall'imperatore), non era soltanto una crisi politica ma intaccava tutta l'unità spirituale dei popoli europei. Non a caso infatti la riforma protestante si svilupperà soprattutto oltre gli antichi confini dell'impero romano. Più grave ancora era la crisi religiosa. Il decadere della Scolastica e l'antagonismo tra le scuole teologiche era già l'espressione di una profonda crisi dottrinale. Alla crisi dottrinale si aggiungeva una più profonda crisi morale e di struttura. L'Umanesimo era entrato dominatore nella corte pontificia con Nicolò V e i suoi successori. Lo sforzo e la ricchezza della Curia Romana e dei grandi centri ecclesiastici di tutta Europa avevano portato all'affievolimento dello spirito religioso e avevano contribuito alla decadenza generale dei costumi. Il popolo era abituato ad una religiosità esteriore puramente formale. Invano da secoli le correnti spirituali più sensibili al problema religioso avevano invocato la riforma che riportasse la chiesa alla purezza delle sue origini; mille difficoltà avevano reso vani gli sforzi più generosi. Questo stato di cose era sentito maggiormente nella Germania e nei paesi del Nord, gravati dai contributi riscossi dalle autorità ecclesiastiche. Mentre lo scontento popolare era nutrito ed accentuato dalle potenze politiche ed economiche dei principi laici desiderosi di impadronirsi delle immense accumulate nei loro paesi dagli ecclesiastici. Il terreno era pronto per la sollevazione generale e bastò una scintilla perché scoppiasse un grande incendio. La ribellione del monaco agostiniano Martin Lutero non avrebbe avuto seguito se tutto l'ambiente non fosse già stato preparato al distacco da Roma. Quando l'incendio divampò si cercò di correre ai ripari, ma era troppo tardi: l'Europa era definitivamente divisa, i paesi nordici avevano abbandonato il cattolicesimo e i paesi neolatini erano rimasti fedeli a Roma, inquadrandosi nello spirito della controriforma organizzata dal concilio di Trento.
CONSEGUENZE DI RILIEVO
Lotte religiose: la cristianità divisa non si accontentò di aver rotto l'unità religiosa, ma si dissanguò in aspre lotte fratricide (tra fratelli) che indebolirono non solo la potenza politica d'Europa, ma anche l'efficacia della religione, portando la confusione e l'inquietudine nelle menti e nei cuori. Il principio sancito nella chiesa di Augusta (1555) Ulius Regis, Elius et Remigio, in forza del quale il principe poteva imporre ai suoi sudditi l'adesione alla religione da lui professata, favorì l'assolutismo monarchico già in via di affermazione e fu l'atto ufficiale di riconoscimento della divisione tra i popoli europei.
Agnosticismo religioso: il prolungarsi dei contrasti religiosi tra i rappresentanti delle due chiese, portò soprattutto nei dotti un profondo senso di diffidenza verso la religione ufficiale e li spinse a richiudersi nell'agnosticismo religioso, alla ricerca di una religione naturale al di fuori di ogni confessione particolare che sottraesse lo spirito religioso dai contrasti e che servisse per ridare l'unità morale all'Europa.
Gius naturalismo: sul piano politico ci si vuole sottrarre dall'assolutismo monarchico derivato dall'attribuzione al sovrano del potere religioso, oltre a quello politico e si fa strada il concetto di un diritto naturale inerente alla natura umana e precedente all'organizzazione concreta dei singoli stati; sottratto ad ogni dipendenza dalla morale e dalla religione ufficiale compromesse dalle lotte religiose, che avevano fatto della religione un pretesto di guerra invece che una forza di pace. Il diritto naturale, impresso da Dio nella mente umana, non aveva bisogno di sanzioni dell'autorità politica e religiosa, ma condizionava la legittimità di ogni potere temporale ridando al popolo la sovranità e il diritto di decidere da se. Il Gius naturalismo così fu chiamato il movimento dal latino Jus naturale (il diritto naturale), preparerà assieme al Deismo la rivoluzione francese e dominerà fino al positivismo del secolo diciannovesimo.
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