IL COMPLETAMENTO DEL CASTELLO DOPO LA MORTE DI LUIGI
XIV
L'Opera fa da riscontro alla
cappella. Situata all'estremità della stessa ala settentrionale, era stata
progettata da Mansart ed è stata costruita da Ange-Jacques Gabriel.. Fortunato
contrattempo che le ha permesso di trarre profitto dalle importanti
trasformazioni che hanno contraddistinto l'architettura dei teatri a metà del
XVIII secolo. Contrattempo insufficiente però ad assicurarle il favore della
critica: essa è opera del vecchio Gabriel, mentre una
generazione emergente si è appropriata del monopolio della modernità. Ciò non
significa che questa nuova generazione che non abbia tentato di imporsi a
Versailles, e forse bisogna attribuire alla sua influenza alcuni ritratti più
innovativi dell'Opera. Tuttavia, nonostante il suo bel colonnato interno, essa
non ha goduto della stessa fama dei teatri di Lione, di Bordeaux o del Theatre-Francais di Parigi, costruiti dai Soufflot, dai Louis, dai Peyre, dai De Wailly, la nuova
generazione.
I teatri costruiti in Francia nella
prima metà del XVIII secolo erano poco numerosi, spesso provvisori, ancora
condizionati dalla tradizione di allestire i teatri nelle sale di Jeu de paume (gioco della
pallacorda), troppo lunghe e troppo strette. Un grande teatro non sarebbe stato
fuori luogo nella Versailles del XVII secolo, ove sono stati rappresentati
tanti capolavori del repertorio classico. Luigi XIV ne aveva accarezzato
l'idea, ma aveva infine sacrificato il teatro alla cappella. La prima parte del
regno di Luigi XV è stata, come dice Jacques Francois Blondel, un tempo di
languore. La decisione di costruire l'Opera viene presa soltanto nel 1748, dopo
la seconda pace di Aquisgrana. Tuttavia nel 1745, Ange-Jacques
Gabriel aveva inviato in Italia il suo collaboratore Nicolas-Marie Potain per studiare
i più celebre teatri ultramondani. Nel 1753 Soufflot, di ritorno da un viaggio in Italia fatto allo
stesso scopo, aveva costruito il teatro di Lione, opera ricca di innovazioni,
ma meno compiuta di quella realizzata a Versailles. Il progetto esecutivo
dell'Opera viene steso solo nel 1765, dopo la pace di Parigi. In cinque anni si
riesce a portarlo a termine esclusivamente grazie al fatto che la data fissata
per il matrimonio del delfino Luigi con Maria Antonietta d'Austria nel 1770
impone di accelerare i lavori. È quindi nettamente anteriore al teatro di
Bordeaux, il più famoso teatro francese del XVIII secolo. Questo deve la
celebrità soprattutto ai suoi monumentali disimpegni, mentre a Versailles la
sala è preceduta soltanto da un foyer piuttosto stretto, dato che l'insieme palcoscenico-sala-foyer deve iscriversi nella larghezza
dell'ala settentrionale. Tuttavia, teatro privato, a cui si accompagnano i
saloni di una dimora, non ha bisogno dei disimpegno di un teatro pubblico. La
sala di Versailles ha la pianta ovoidale già utilizzata a Lione e uno colonnato
che verrà imitato, con meno grazia, a Bordeaux. La pianta ovoidale era stata
adottata nelle sale italiane, essendo considerata quella che garantiva la
migliore acustica e la migliore visibilità. Il colonnato che dà alla sala un
aspetto così monumentale è probabilmente un idea presa dal teatro in stile
antico costruito nel XVI secolo dal Palladio al Vicenza. Questa citazione può
esser attribuita a Gabriel che non ha viaggiato e
che, fedele alla tradizione francese, ignora l'infatuazione della nuova
generazione per il maestro vicentino. Luigi XV, che non amava mostrarsi in
pubblico, si è fatto allestire a spese della monumentale abside e sotto di
essa, un palco munito di grata, più discreto. La piccionaia, così vengono
denominati i posti più alti, e nascosta dalle nervature della grande volta ed è
dotata di oculi che la mettono in comunicazione con
la sala. Per migliorare la acustica, l'arredo interno della sala è costruito in
legno; ma il suo involucro esterno è tutto in pietra per evitare la
propagazione del fuoco, che costituisce sempre una minaccia in un teatro
illuminato da candele: i soffitti a volta, in particolare quelli dei corridoi
del disimpegno che circondano la sala, hanno la perfezione dei begli apparecchi
alla francese.
Le difficoltà finanziarie che tanto
hanno ritardato la costruzione dell'Opera avrebbero dovuto indurre ad
abbandonare l'idea del Grand Dessein. Sfortunatamente alla fine l'ambizione di Gabriel ho avuto la meglio sulla saggia circospezione del
re che, nel 1771, quasi alla fine del regno, l'ha dato il proprio assenso
all'attuazione, dal lato dei cortili, di un progetto generale di decorazione
analogo a quello del lato dei giardini per. L'aspetto pittoresco di questi
cortili non era più accettabile all'epoca del neoclassicismo monumentale. Il
progetto di Gabriel tiene visibilmente conto di
queste osservazioni, senza rompere però con la tradizione di Mansart, che ha in qualche modo ha ufficializzato, nelle
sue piazze reali, la facciata comprendente, al primo piano, il basamento
bugnato su cui si innalza un ordine colossale che riunisce i due livelli
superiori. La soppressione dei tetti e dei frontoni dimostra che Gabriel non è chiuso alle innovazioni del suo tempo.
Tuttavia, la morte di Luigi XV e il ritiro di Gabriel
(1774) aprono la strada la nuova generazione, quella che, alla morte di Gabriel (1782), definisce il primo architetto di Luigi XV
artista mediocre e della categoria più ordinaria. Richard
Mique fornisce un progetto già nel 1776, quando è
ancora in corso la realizzazione di quello di Gabriel.
Viene indetto un concorso per stimolare l'elaborazione di proposte più
innovative. Non si sa esattamente se questo concorso porti la data del 1780 o
del 1783. La seconda sembra più verosimile a quanto corrisponde alla pace di
Parigi. Pare che il disegno adottato sia quello del 1784 Pierdire
Adrien Paris, architetto dei Menus
Plaisirs. Due progetti conservati si può segnalare
quello dell'illustre Etienne Louis
Boullèe: una immensa linea orizzontale che avrebbe
cancellato due secoli di storia.
Napoleone ereditato un castello
asimmetrico e un pensiero incompiuto. Pierre Fontaine, l'architetto preferito dall'imperatore, e Jacques Gondouin, l'architetto
dell'arco di trionfo dell'Etoile, proposero la loro
visione del Grand Dessein.
Alla fine, Alex Dufour fu
incaricato del restauro. Nel 1820 egli determinava la costruzione di un
padiglione all'estremità dell'ala sinistra della cour
Royale, per ridare al castello una parvenza di
simmetria.
L'ultimo lavoro attinente all'opera
muraria che meriti di essere segnalato riguarda ancora quest'ala, che veniva
chiamata l'ala vecchia, in quanto la sua costruzione risaliva a Le Vau. Questi risentì della penuria in cui furono abbandonati
servizi della conservazione nel primo venticinquennio
del XX secolo. Quando arrivò la manna della donazione Rockfeller,
fu necessario ricostruirla interamente.