Il metodo scientifico in Keplero, Newton, Whewell e Einstein
Il metodo implica sempre una direzione ben
determinata dell'indagine e un sistema di operazioni mentali controllabili e
ripetibili. Vengono distinti classicamente due tipi di movimento del pensiero:
dai dati ai concetti e alle leggi, o dai concetti ai concetti e dalle leggi
alle leggi: il primo è l'induzione il secondo è la deduzione
Analogamente si usa distinguere il procedimento del pensiero che va dai princìpi noti alle conseguenze derivabili da essi, e
l'altro che risale dalle conseguenze ai princìpi: il
primo procedimento è la sintesi il secondo l'analisi Da
Aristotele alla scolastica, a Bacone, a Galileo, a Hume, a Kant, a J. Stuart Mill, alla moderna
metodologia della scienza, induzione e deduzione, analisi e sintesi hanno
costituito l'oggetto di indagini formali sempre più sottili e di scelte mentali
estremamente caratterizzanti. La completezza dell'analisi e la rigorosità della
sintesi sono le due regole metodologiche più importanti, delle quattro proposte
da Cartesio in via preliminare nella seconda parte del Discorso sul metodo
In generale va osservato che ogni filosofia incorpora un proprio procedimento
di ricerca: un'indagine sui metodi filosofici tende perciò a coincidere con la
storia della filosofia nel suo complesso.
Secondo Popper, l'idea che la scienza si fondi sul metodo induttivo
si è affermata grazie all'enorme autorità di Newton. Questi, infatti, pensò di
aver dimostrato per via induttiva la validità della legge di gravitazione
universale . Assumendo l'esistenza di una forza d'attrazione diretta verso il
Sole e attraverso il principio d'inerzia, Newton pervenne ad una dimostrazione
della dinamica del sistema planetario . La dimostrazione consta di una fase
deduttiva, in cui gli assunti generali sono il principio d'inerzia e la legge
di attrazione centripeta. Ma per Newton la validità di questi assunti generali
si basa su una prova induttiva: si tratta della seconda fase della
dimostrazione. Newton riteneva che questi assunti potessero essere ricavati
induttivamente dalle leggi di Keplero, che Newton
credeva che fossero state stabilite a partire dalle osservazioni di Tycho Brahe. Ma, secondo Popper, Newton sbagliava nel credere che Keplero avesse ottenuto le tre leggi del moto planetario a
partire dalle osservazioni. Anche Keplero giunse a
stabilire queste leggi non a partire dai dati osservativi, ma lavorando con il
metodo delle ipotesi, procedendo dunque per tentativi ed errori . Ciò fu
perfettamente chiaro anche a William Whewell , il
quale, però, essendo un sostenitore di Newton, diede una nuova formulazione al
metodo induttivo senza riconoscere apertamente il ruolo delle ipotesi e degli
errori. Volendo conciliare il metodo di Keplero con
quello di Newton, Whewell non arrivò a sostenere la
necessità di essere critici nei confronti delle proprie ipotesi . Se la teoria
di Newton ha goduto di grande prestigio, influenzando anche duraturamente
le idee sul metodo della scienza, è perchè si è
trattato di un'ottima teoria, rimasta insuperata anche di fronte alla più
recente teoria di Einstein. Tra le due non c'è
contrasto perché la teoria newtoniana può essere
considerata come un'approssimazione della teoria di Einstein:
di nessuna teoria si può affermare la verità assoluta, tantomeno
dedurla dalle osservazioni. Le teorie sono solo ipotesi non dimostrate. Del
resto lo stesso Einstein, a differenza di Newton, non
pretese mai che la propria teoria fosse stata dimostrata come vera . L'unico
modo per mettere alla prova una teoria è quello di confutarla. Il metodo per
tentativi ed errori è un metodo universale, come tanto agli uomini quanto agli
animali: tuttavia, ciò che differenzia l'uomo dagli animali è proprio la
capacità di essere critici verso le ipotesi. Questo atteggiamento critico tipicamente
umano deriva dal linguaggio.