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GUIDA ALLA REDAZIONE DELLA TESI DI LAUREA
INDICE
1. Il significato della tesi di laurea
2. Il progetto di tesi
3. L'organizzazione della tesi
3.1. Introduzione 3.2. Capitoli centrali 3.3. Conclusioni 3.4. Note 3.5. Bibliografia 3.6. Riassunto
4. La stesura della tesi di laurea
4.1. Alcuni consigli pratici 4.2. Gli adempimenti formali
5. Decalogo di comportamento
6. Indicazioni bibliografiche per ulteriori approfondimenti
Questo documento fornisce alcune informazioni utili per lo svolgimento di
una tesi di laurea. L'esposizione prescinde, per quanto possibile, dal
riferimento ad un particolare ambito disciplinare. Precipua attenzione viene
data alla fase di redazione, fornendo peraltro qualche cenno alle fasi di
impostazione e di ricerca, quando ciò risulti utile ai fini di una piena
comprensione del discorso. Tali informazioni valgono per qualunque tipo di
tesi; è auspicabile che esse siano note ad ogni studente prima ancora della
scelta dell'argomento di tesi. E' pure opportuno che lo studente conosca le
norme sancite dal regolamento didattico delle tesi di laurea.
1. Il significato della tesi di laurea
Nello svolgere la tesi di laurea, che
costituisce il coronamento degli studi universitari, lo studente è chiamato a
dare prova di capacità di iniziativa. Sia pure con il supporto dato dal
relatore, egli deve dapprima mettere a fuoco il proprio obiettivo, individuando
l'argomento di tesi, per poi coglierlo, realizzando un lavoro completo e
organico su tale argomento attraverso l'impiego dei metodi di analisi e di
sintesi appresi nel corso degli studi universitari.
2. Il progetto di tesi
Esistono significative analogie tra lo
svolgimento del lavoro di tesi e la messa a punto di una nuova attività
imprenditoriale. Occorre innanzitutto un forte interesse per uno specifico
ambito, in quanto il laureando dovrà confrontarsi con esso per parecchio tempo.
Tale interesse deve tradursi in un'idea promettente: un argomento o un problema
che, in qualche suo aspetto, possa essere affrontato in modo innovativo. Per
maturare un'idea si può ricorrere a suggerimenti di terzi e a un'analisi della
letteratura, vale a dire di ciò che hanno già fatto gli altri. Anche se si
dispone di un'idea, l'analisi della letteratura deve essere effettuata per
accertarsi che tale idea non sia già venuta ad altri.
L'idea deve essere opportunamente elaborata sino a diventare un progetto; si
tratta di un documento di due o tre pagine nel quale devono comparire:
la letteratura esaminata in via preliminare;
gli obiettivi della tesi e le ragioni sottostanti alla loro scelta;
gli strumenti da utilizzare per raggiungere gli obiettivi;
un indice della tesi con un'indicazione di massima sul contenuto dei diversi
capitoli come pure sulle parti originali del lavoro.
L'indice è un oggetto dinamico. In fase iniziale, quando il contesto è
maggiormente incerto, consente una prima e provvisoria programmazione del
lavoro da svolgere. Al procedere del lavoro, e alla conseguente diminuzione
dell'incertezza, viene inevitabilmente modificato; ogni cambiamento implica
ovviamente una revisione nella programmazione del lavoro non ancora svolto. Se
ci sono impegno e capacità la tesi giungerà sicuramente in porto; tuttavia,
potranno esserci significative differenze rispetto al progetto iniziale. Non è
quindi possibile prevedere con precisione il tempo necessario per effettuare il
lavoro di tesi; tuttavia, coerentemente con quanto sancito dal Regolamento
sulletesi di laurea, non è ragionevole pensare ad un impegno inferiore ai sei
mesi-uomo.
Una volta redatto, il progetto dovrà essere discusso con il futuro relatore;
dopo aver ricevuto la sua approvazione e, soprattutto, i suoi consigli, il
lavoro di tesi potrà avere inizio.
Le precedenti indicazioni facevano implicito riferimento alle tesi applicative
e di ricerca. Se, per qualsiasi ragione, si deve limitare il tempo dedicato al
lavoro di tesi (comunque a non meno di tre-mesi uomo), conviene optare per una
tesi di relazione. In tal caso non c'è enfasi sui contenuti originali ed il
lavoro può consistere in una rassegna ragionata della letteratura su un tema di
particolare interesse.
Alcuni esempi di tesi di laurea
Si decide di analizzare la nuova normativa bancaria entrata in vigore nel
1994 e come questa abbia variato il rapporto tra banca e impresa. Dopo aver
ricostruito l'iter attraverso il quale si è giunti al nuovo Testo Unico, si
esaminano prima e si confrontano poi i diversi punti di vista sull'argomento,
analizzando le ragioni dei fautori della banca universale e di coloro che,
invece, sostengono la necessità di una specializzazione dell'attività bancaria.
Sulla base di tale confronto si elaborano, infine, considerazioni e conclusioni
personali.
Si vogliono studiare i processi di diversificazione delle grandi imprese
italiane durante gli ultimi vent'anni. La teoria economica fornisce diverse
interpretazioni della diversificazione. Secondo approcci di tipo finanziario e
manageriale, la diversificazione sarebbe orientata principalmente alla
riduzione del rischio. Secondo approcci fondati sulla presenza di economie di
scopo o di varietà, la diversificazione sarebbe orientata allo sfruttamento di
risorse eccedenti. Dopo aver passato in rassegna la letteratura su questo tema,
si seleziona un campione di grandi imprese italiane e si esaminano i loro
processi di diversificazione, mettendoli in relazione con variabili che
misurano, per esempio, la presenza di risorse eccedenti. Infine si analizza la
relazione tra strategia di diversificazione e prestazione
economico-finanziaria.
Si decide di valutare un'azienda in sede di cessione. A tale scopo, dopo
aver compiuto un approfondito studio delle sue caratteristiche, si procede alla
valutazione del capitale, applicando i metodi ritenuti più appropriati:
patrimoniale, reddituale, finanziario , motivandone la scelta. La
comparazione critica dei risultati emersi conclude il lavoro.
Si intende proporre un modello per la gestione di portafogli obbligazionari
da parte di istituzioni che garantiscono un tasso di rendimento minimo per
contratto. Si decide di esplorare un'alternativa all'uso di strumenti derivati.
Dopo aver passato in rassegna la letteratura relativa all'immunizzazione
finanziaria e dopo aver preso confidenza con il controllo ottimo max-min e il
suo impiego in ambito finanziario, si mette a punto un modello, per poi
ricavare la legge di controllo ottima mediante la programmazione dinamica.
Facendo uso di dati relativi al mercato obbligazionario italiano, si ricorre
alla simulazione per effettuare un confronto tra tale legge di controllo ed altre
politiche, tratte dalla letteratura, che prevedono l'impiego di strumenti
derivati.
Si vuole dimostrare una tesi, per esempio la necessità di un mercato
secondario per le PMI a livello europeo. Da un'analisi dei motivi che spingono
alla creazione dei mercati secondari, si passa all'esame di alcune esperienze a
livello nazionale, al fine di confrontarle per individuarne i fattori di
successo o insuccesso. Sulla base di questi elementi si propone un modello di
mercato, valutandone la fattibilità economica e le potenzialità di sviluppo,
verificando la presenza di imprese disposte a quotarsi e di operatori
disponibili a sostenere il corso dei titoli.
3. L'organizzazione della tesi
La tesi di laurea presenterà la seguente struttura generale:
3.1. Introduzione
L'introduzione deve contenere gli elementi fondamentali che servono a far
comprendere il lavoro, anche a chi non abbia il tempo di leggerlo in tutte le
sue parti. L'introduzione deve inoltre illustrare con chiarezza gli obiettivi e
le ragioni sottostanti alla loro scelta, fornire alcuni cenni in merito alla
letteratura rilevante, presentare gli strumenti utilizzati (la metodologia) e
l'organizzazione essenziale in parti e in capitoli.
La chiarezza degli obiettivi del lavoro è fondamentale per poterne controllare
la coerenza, il rigore del metodo seguito e l'utilità del materiale utilizzato
(sia teorico che empirico). Capita spesso di imbattersi in tesi che contengono
rassegne della letteratura o descrizioni di fatti in gran parte non attinenti
al tema centrale. Chi legge l'introduzione deve poter rapidamente controllare
l'effettiva utilità di ogni singola parte o capitolo rispetto agli obiettivi
del lavoro.
In molti casi, per ottenere una valida formulazione degli obiettivi occorre
definire con precisione le ipotesi dalle quali si muove e la tesi che si
intende dimostrare. Bisogna inoltre chiarire se le ipotesi siano corroborate da
evidenza empirica e/o da modelli teorici.
Sebbene le ragioni sottostanti alla scelta degli obiettivi siano spesso
evidenti, può essere utile menzionarle per far capire bene l'origine del lavoro
svolto. Tali ragioni possono essere legate alla mancanza di una letteratura
completa sull'argomento, oppure possono dipendere da nuovi eventi istituzionali
o economici (la crisi di un settore industriale, di un'azienda o di un
distretto industriale, l'introduzione di una nuova legge ecc.).
Ipotesi di partenza e tesi: alcuni esempi
Le ipotesi di lavoro possono essere fondate sulla teoria o sull'osservazione
empirica. Pur partendo dall'osservazione di fatti, dobbiamo comunque ricorrere
alla teoria per spiegarne il significato. Per esempio, l'elevato numero di
innovazioni introdotte da grandi imprese in Gran Bretagna in questo secolo ha
indotto alcuni studiosi ad avanzare l'ipotesi che queste abbiano un vantaggio
nell'attività innovativa rispetto alle piccole imprese. Si può quindi partire
da questa ipotesi per fare una verifica in un particolare settore o in un
paese. Ma perchè le grandi imprese dovrebbero avere un vantaggio rispetto alle
piccole imprese? Cosa suggerisce a questo proposito la letteratura economica?
Potremmo fare nostra, per esempio, l'ipotesi di Schumpeter secondo cui le
grandi imprese sono avvantaggiate perchè possono appropriarsi meglio dei
benefici dell'innovazione, ripartendo le spese di ricerca e sviluppo su elevati
livelli produttivi. Questa ipotesi è messa in discussione da altre teorie le
quali sostengono che la prestazione innovativa si riduce con la dimensione
dell'impresa a causa di inefficienze gestionali e di carenza di incentivi per
il personale. Seguendo queste teorie si perviene ad un'ipotesi di lavoro
alternativa a quella schumpeteriana. La tesi di laurea può ovviamente assumere
una posizione 'neutrale' rispetto alle due teorie appena menzionate.
Oltre alla verifica di ipotesi fondate su evidenza empirica o su modelli
teorici tratti dalla letteratura, una tesi può proporre un proprio modello
esplicativo. In un lavoro sull'internazionalizzazione delle imprese un semplice
modello può spiegare la forma dell'internazionalizzazione: esportazioni o
investimenti diretti all'estero. In questo modello la scelta della forma di
internazionalizzazione dipenderà, per esempio, dal grado di imperfezione dei
mercati e dall'apprendimento dell'impresa: all'aumentare dell'imperfezione dei
mercati di beni intermedi (conoscenze, input produttivi ecc.) l'impresa ricorre
all'investimento diretto in alternativa all'esportazione. Inoltre, il modello
prevede che vi sia apprendimento da parte dell'impresa: nelle prime fasi del
processo di internazionalizzazione l'impresa utilizza soprattutto esportazioni
mentre nelle fasi successive ricorre principalmente a investimenti diretti.
Nell'introduzione è bene specificare i fattori o le variabili esplicative
utilizzate per rappresentare ciascun modello/teoria. In questo modo chi legge
l'introduzione può valutare se le variabili utilizzate rappresentano una buona
specificazione dei modelli a confronto o se invece sono state omesse delle
variabili importanti.
Una tesi di storia dell'impresa o di diritto può presentare un impianto
diverso da quello degli esempi precedenti. Spesso non ci saranno modelli da
validare o ipotesi di lavoro da sviluppare. In questo caso nell'introduzione si
dovranno spiegare bene gli obiettivi e il campo d'indagine. In una tesi di
diritto comparato si dovrà precisare che la tesi si propone di analizzare, per
esempio, le diverse modalità secondo cui la direttiva CEE del 1991
sull'estensione dei diritti di proprietà intellettuale alla produzione di
programmi software è stata recepita in Italia e in Francia.
3.2. Capitoli centrali
Anche la parte centrale della tesi, inevitabilmente, avrà una struttura che
varia in funzione dell'ambito disciplinare e della metodologia impiegata. In
questo documento ci limitiamo ad alcune indicazioni generali.
Nei capitoli centrali si dovrà:
proporre una rassegna della letteratura (o della dottrina) rilevante. E' assolutamente importate evitare l'analisi dettagliata di contributi solo marginalmente attinenti all'argomento trattato nella tesi. Se si ritiene che un certo argomento meriterebbe un maggiore approfondimento, pur essendo marginale ai fini del lavoro di tesi, è meglio rinviare alla letteratura. Per esempio: 'su questo argomento esiste una vasta letteratura. Fra i contributi maggiori si segnalano Pinco Pallino (1952), Cric e Croc (1969) e Vattelapesca (1992)';
illustrare il modello teorico o lo schema interpretativo sul quale si fonda il lavoro;
inquadrare il settore o il contesto istituzionale in cui si inserisce il lavoro;
presentare gli strumenti impiegati (la metodologia);
presentare e discutere i risultati ottenuti.
3.3. Conclusioni
Le conclusioni sono parte integrante della tesi, della quale rappresentano
l'ultimo capitolo a coronamento del lavoro svolto. Non sono un riassunto, bensì
costituiscono il momento di verifica della struttura argomentativa e della
metodologia adoperate nella elaborazione dei dati e delle informazioni.
Infatti, se il lavoro è ben strutturato, cioè se le idee a qualunque livello
della tesi rappresentano una sintesi di quelle ai livelli precedenti, la
stesura delle conclusioni sarà agile, perchè immediata conseguenza del lavoro
già svolto.
Le conclusioni devono essere chiare e sintetiche. Affinchè siano efficaci, deve
esistere un ordine, un procedimento logico nelle idee ivi esposte. In
particolare, occorre richiamare il metodo di ragionamento seguito nel lavoro,
riportando i risultati più importanti che sono emersi. Inoltre, bisogna
menzionare i possibili futuri sviluppi della ricerca e fornire eventuali
indicazioni di carattere normativo.
Le conclusioni vanno armonizzate con l'introduzione; in esse si deve dare
giustificazione e dimostrazione delle prese di posizione.
3.4. Note
Le note servono ad identificare la fonte dalla quale è tratta una informazione
oppure a fornire ulteriori considerazioni, citazioni e rinvii, che altrimenti
appesantirebbero il testo, rischiando di far perdere il filo a chi legge. Esse
contribuiscono inoltre a documentare la serietà di una ricerca.
E' importante inserirle sin da subito nel testo, onde evitare di dimenticare
col tempo da dove si era tratta l'informazione. Per quanto concerne la loro
definitiva collocazione, si consiglia vivamente il posizionamento a piè di
pagina.
Le note di riferimento bibliografico sono oggetto della norma ISO 690 (Bibliographical
references. Content, form and structure) che prevede tre diverse modalità,
alternative fra loro. Per la stesura di note di riferimento bibliografico
all'interno della tesi di laurea, prendiamo in considerazione le prime due
modalità:
note di riferimento
sistema autore-data
Esempi di note di riferimento sono:
R. Dornbusch; S. Fischer; Macroeconomia. Bologna, I1 mulino, 1988, p.
278.
M. Weber; Wirtschaft und Gesellschaft. Tubingen, Mohr, 1920, trad. it. Economia
e società. 2 voll., Milano, Comunità, 1968.
P. Hertner; ll capitale tedesco nell'industria elettrica italiana nella
prima guerra mondiale, in Energia e sviluppo. L'industria elettrica
italiana e la Società Edison, a cura di B. Bezza, Torino, Einaudi, 1986, p.
259-200.
G. Sapelli; Organizzazione del lavoro all'Alfa Romeo. 1930-1951.
Contraddizioni e superamento del 'modello svizzero', 'Storia
in Lombardia', A. 6, n. 2 (1987), p. 103-120.
In caso di opere già citate una prima volta:
G. Sapelli; Organizzazione del lavoro all'Alfa Romeo, cit., p. 105.
Si deve usare invece: ivi, p. 106 (o: ibidem) solo nei casi in
cui ci si riferisca all'ultima opera citata e non esistano possibilità di
errore; qualora l'indicazione delle pagine sia la medesima, è sufficiente ibidem.
Il sistema autore-data è un metodo di riferimento bibliografico che consente di
richiamare direttamente all'interno del testo le opere citate in bibliografia,
evitando così l'impiego delle note bibliografiche. I rimandi alla bibliografia
vengono fatti specificando, di ogni opera, l'autore e l'anno di pubblicazione.
La bibliografia deve essere rigorosamente organizzata per autori. In
particolare, in mancanza di autori individuali effettivi, devono essere
considerati come autori gli eventuali curatori o gli eventuali enti emittenti
degli scritti. I riferimenti bibliografici sono inseriti direttamente nel testo
corrente, indicando fra parentesi il cognome dell'autore e l'anno.
Es.: (Drucker, 1995).
Nel caso di più opere dello stesso anno, l'anno è seguito da una lettera.
Es.: (Drucker, 1993a).
Se ci si vuole riferire a un certo tratto del testo è sufficiente aggiungere
l'indicazione di pagina.
Es.: (Drucker, 1995, p. 85-88).
In questo modo si evitano tutte le note di riferimento bibliografico. Possono
invece essere conservate le note di contenuto.
Il sistema autore-data si adatta particolarmente all'impiego nei testi che
richiedono frequenti riferimenti bibliografici, e specialmente se ci si
riferisce ripetutamente alle stesse opere. Inoltre, un'eventuale aggiunta o
soppressione di riferimenti bibliografici non comporta la rinumerazione delle
note.
3.5. Bibliografia
La bibliografia è di estrema rilevanza, in primo luogo perchè permette di
capire a quale livello siano arrivati gli studi intorno all'argomento
prescelto, quindi perchè fornisce un indicatore del tipo di lavoro che è stato
svolto e, da ultimo, perchè è indispensabile per il lettore interessato ad
approfondire i temi trattati.
Nella scelta di un testo lo studente dovrà essere in grado di valutare con
rapidità se questo possa essergli utile. Un primo orientamento nella selezione
del materiale è fornito dalla fama dell'autore e dalla sua specifica competenza
rispetto all'argomento, dalla validità (specializzazione) della casa editrice o
della rivista. Le riviste sono fonti di notevole utilità, soprattutto quando
l'argomento è recente e non esistono ancora libri che lo affrontino in modo
completo oppure quando si voglia riportare il più recente orientamento su di un
argomento.
Nel corso della stesura della tesi verranno consultati molti volumi, sia pure
senza leggerli tutti dalla prima all'ultima riga. La bibliografia dovrà
contenere l'elenco di tutte le opere utilizzate. Non vanno invece citate le
opere che non sono state effettivamente consultate, anche se esse compaiono
nelle bibliografie di altri autori: tutto il materiale deve essere stato
visionato in prima persona.
Di seguito una serie di esempi che compendiano le possibili casistiche:
Berlanda, E.; et. al.; Strumenti derivati. Il mercato italiano dei futures.
Roma, Bancaria, 1994.
Grabher, G. (editor); The embedded firm. On the socioeconomics of industrial
networks. New York, Routledge, 1993.
a) Drucker, P.F.; Managing for the future. Oxford,
Butterworth-Heinemann, 1993.
b) Drucker, P.F.; Post-capitalist society. Oxford,
Butterworth-Heinemann, 1993.
Fabozzi, F.J.; Fong, G.; Advanced fixed income portfolio management. The
state of the art. Chicago, Probus, 1994.
Gibbons, M.R.; Ross, S.A.; Shanken, J.; A test of the efficiency of a given
portfolio, 'Econometrica', 57, 1989, p. 1121-1152.
Hakansson, N.; A characterization of optimal multiperiod portfolio policies,
in Portfolio theory, 25 years after: Essays in honor of Harry Markowitz,
eds. E. Elton and M. Gruber. Amsterdam, North-Holland, 1979, p. 169-177.
Hammer, M.; Champy, J.; Reeingineering the corporation. A manifesto for
business revolution. In italiano: Ripensare l'azienda. [S.l.], Sperling
& Kupfer, 1994.
United Nations Industrial Development Organization; Industrial Development
Centre for Arab States; Manual for evaluation of industrial projects.
New York, United Nations, 1980.
Ma anche:
Berlanda, E., et. al. (1994): Strumenti derivati. Il mercato italiano dei
futures. Roma, Bancaria.
Grabher, G. (editor) (1993): The embedded firm. On the socioeconomics of
industrial networks. New York, Routledge.
Drucker, P.F. (1993a): Managing for the future. Oxford,
Butterworth-Heinemann.
Drucker, P.F. (1993b): Post-capitalist society. Oxford,
Butterworth-Heinemann.
Fabozzi, F.J.; Fong, G. (1994): Advanced fixed income portfolio management.
The state of the art. Chicago, Probus.
Gibbons, M.R.; Ross, S.A.; Shanken, J. (1989): A test of the efficiency of a
given portfolio, 'Econometrica', 57, p. 1121-1152.
Hakansson, N. (1979): A characterization of optimal multiperiod portfolio
policies, in Portfolio theory, 25 years after: Essays in honor of Harry
Markowitz, eds. E. Elton and M. Gruber. Amsterdam, North-Holland, p.
169-177.
Hammer, M.; Champy, J. (1994): Reeingineering the corporation. A
manifesto for business revolution. In italiano: Ripensare l'azienda.
[S.l.], Sperling & Kupfer.
United Nations Industrial Development Organization; Industrial Development
Centre for Arab States (1980): Manual for evaluation of industrial projects.
New York, United Nations.
Una presentazione più ampia delle tecniche di citazione è consultabile al
pagina 'Citazioni' nel sito della
biblioteca.
3.6. Riassunto
Una volta terminata la stesura della tesi, si deve predisporre un riassunto la
cui lunghezza deve essere compresa tra le 20 e le 30 righe, da consegnare
insieme alla tesi in segreteria.
Poichè, nell'esprimere il proprio parere, la commissione terrà conto anche del
riassunto, la sua redazione non va sottovalutata. E' importante che esso sappia
indurre curiosità, catturando così l'attenzione del lettore. Nel riassunto
andranno esposti gli obiettivi del lavoro, le relative modalità di svolgimento
e i risultati emersi. Data la sua brevità, bisognerà privilegiare i risultati
più innovativi.
4. La stesura della tesi di laurea
La forma, nella stesura della tesi di laurea,
non ha minore importanza dei contenuti.
Occorre pertanto imporsi il massimo rispetto della grammatica e della sintassi
della lingua italiana. Riguardo alla scelta del pronome personale con cui
esprimersi, è consigliabile l'uso del pronome impersonale, anche in via
combinata con la prima persona singolare.
Esempio:
Ciò che viene proposto in queste pagine è una riflessione intesa a porre il
luce il reale significato della costruzione analitica []. Questa costruzione
- è quanto mi propongo di dimostrare - implica []
A tutto vantaggio della chiarezza espositiva, è buona norma evitare i periodi
lunghi, l'eccesso di incisi, il frequente uso del corsivo, del grassetto e
delle sottolineature nel testo.
E' altresì sconsigliato l'uso eccessivo di citazioni nel testo.
Quando necessarie, queste andranno inserite nel testo racchiudendole tra
virgolette 'a sergente'. Per le citazioni particolarmente ampie
(oltre le 5 righe) si deve andare a capo omettendo le virgolette di apertura e
chiusura e inserendo uno stacco di una riga prima e dopo. L'omissione di tratti
del testo originale viene segnalata da una serie di tre punti [ ]
Tutte le citazioni comportano l'obbligo dell'indicazione della fonte.
Per una trattazione esauriente di tutti gli aspetti di natura formale,
dall'impaginazione al trattamento di note e bibliografia, si raccomanda
vivamente la consultazione di:
Lesina, Roberto; Il nuovo manuale di stile. 2. ed. Bologna, Zanichelli,
1994.
4.1. Alcuni consigli pratici
Infine alcuni suggerimenti pratici per l'impaginazione:
Formato della pagina:
dimensione: A4 (21x29,7 cm); margine superiore: 3 cm; margine inferiore: 3 cm;
margine interno o sinistro: 3,5 cm; margine esterno o destro: 3,5 cm;
interlinea 2 linee.
Battitura pagine:
da 26 a 30 righe
(Font consigliato per il testo: Times New Roman, 11 punti, con rientro di 0,5
cm nella prima linea, giustificato; Font consigliato per le note a piè di
pagina: Times New Roman, 9 punti).
Stampa:
su entrambe le facciate dei fogli.
Copertina e frontespizio:
devono recare indicazione di: 'Università Carlo Cattaneo - LIUC',
titolo della tesi, nome e cognome del laureando, numero di matricola, relatore
e anno accademico.
4.2. Gli adempimenti formali
Il laureando dovrà predisporre quattro copie a stampa della propria tesi di
laurea. Questa andranno consegnate rispettivamente a:
1 copia al Relatore
1 copia al Correlatore
Alla segreteria studenti:
1 copia rilegata
1 copia non rilegata, da destinarsi alla riproduzione su microfiche per
la conservazione in Biblioteca.
Le copie della tesi dovranno inoltre contenere, rilegata come seconda pagina,
l'autorizzazione (o non autorizzazione) alla consultazione della tesi medesima.
Per la redazione dell'autorizzazione, dovrà essere utilizzato il fac-simile
distribuito in Segreteria studenti.
Il laureando dovrà consegnare alla Segreteria studenti:
- un floppy disk (o un CD) contenente la copia conforme all'originale della
tesi di laurea;
- un floppy disk (o un CD) contenente un unico file con le seguenti
caratteristiche:
Nome del file: 'numero_di_matricola.TXT'
(es. 99999.TXT per il laureando il cui numero di matricola è 99999).
Il file deve essere in formato di testo (ASCII)
[si ottiene questo formato salvando il file come 'solo testo' -
'text only']
Il file non deve contenere simboli speciali (formule, lettere greche, .) né
lettere accentate (al posto di è si usa e') e nemmeno il carattere
'#' se non dove prescritto.
Il file deve essere organizzato in sezioni, ognuna delle quali costituita da un
identificatore e da un contenuto, secondo la sintassi:
#identificatore#contenuto#
La tabella seguente presenta la lista degli identificatori e indica la
semantica del rispettivo contenuto.
Identificatore |
Contenuto |
NOME |
cognome e nome del laureando |
MATRICOLA |
numero di matricola del laureando |
ANNO |
anno accademico della sessione di laurea |
RELATORE |
cognome e nome del docente relatore |
TITOLO |
titolo della tesi |
AUTORIZZAZIONE |
SI, oppure NO |
TESTO |
testo del riassunto |
Per esempio, il file 99999.TXT potrebbe essere
il seguente:
#NOME#Rossi Giovanni#
#MATRICOLA#99999#
#ANNO#1995-96#
#RELATORE#Bianchi Mario#
#TITOLO#Un metodo per la determinazione .#
#AUTORIZZAZIONE#Si#
#TESTO#Scopo di questa tesi e' la formulazione di un metodo .#
5. Decalogo di comportamento
Maturare
un'idea con un buon potenziale di sviluppo |
Collegarsi ad un docente/istituto interessato a condividerla |
Tradurre
l'idea in progetto |
Completare l'iter accademico superando gli esami eventualmente mancanti |
Iniziare le attività per far evolvere il progetto in tesi (cfr par. 3 L'organizzazione della tesi) |
Mantenersi aggiornati sui problemi/argomenti oggetto della tesi (biblioteche, convegni, dibattiti, media) |
Rispettare e presidiare le procedure necessarie per coordinarsi con la segreteria studenti |
Nel procedere alla stesura, verificare gradualmente con il relatore i passaggi in cui si articola l'organizzazione della tesi (da introduzione a riassunto) |
Gestire i tempi di lavoro, soprattutto in chiusura, coordinando i fabbisogni dei diversi soggetti coinvolti nella tesi (lo studente, il relatore, la segreteria, gli attori esterni) |
Prepararsi alla discussione in sede d'esame per laurearsi |
6. Indicazioni bibliografiche per ulteriori approfondimenti
Testi disponibili presso la biblioteca LIUC:
Brusati, Luca; Rondo Brovetto, Paolo; Guida alla tesi di laurea in economia
aziendale. Milano, Egea, 1996.
Utilizzando numerosi esempi, è particolarmente utile a chi redige una tesi
nelle varie discipline dell'Economia aziendale. Ricca di suggerimenti non solo
riguardo la stesura, ma pure con riferimento all'impostazione, al rapporto con
il Relatore, al momento della discussione.
Di Girolamo, Costanzo; Toschi, Luca; La forma del testo. Guida pratica alla
stesura di tesi di laurea, relazioni, articoli, volumi. Bologna, Il mulino,
1988.
Una guida alla scrittura, nella quale a indicazioni di carattere grafico e
formale si uniscono suggerimenti pratici su come migliorare e finalizzare
l'espressione scritta.
Eco, Umberto; Come si fa una tesi di laurea. 31. ed. Milano, Bompiani,
1994.
In modo chiaro e piacevole il libro dice che cosa si intende per tesi di
laurea, come scegliere l'argomento e predisporre i tempi di lavoro, come
condurre la ricerca bibliografica e organizzare il materiale, infine come
predisporre l'elaborato.
Lesina, Roberto; Il nuovo manuale di stile. 2. ed. Bologna, Zanichelli,
1994.
Altamente raccomandabile, il manuale suggerisce come impostare, organizzare e
impaginare il testo, come trattare titoli e paragrafi, nomi, numeri e simboli,
tabelle, riferimenti e note.
Matricciani, Emilio; La scrittura tecnico-scientifica. Un manuale per tesi
di laurea, articoli, relazioni, libri. Milano, CittàStudi, 1992.
Una guida per imparare gli elementi fondamentali della scrittura
tecnico-scientifica.
Melograni, Piero; Guida alla tesi di laurea. Milano, Rizzoli, 1993.
Pensato soprattutto per chi deve laurearsi in materie storiche, il libro contiene
utili suggerimenti per ogni laureando. Da segnalare in particolare il capitolo
dedicato all'esame di laurea.
Nobili, Massimo; Guida alla tesi di laurea in materie giuridiche e politico
sociali. Bologna, Pàtron, 1986.
Suggerimenti pratici sui problemi che si incontrano nel lavoro di redazione di
una tesi di laurea.
Indicazioni specifiche rispetto alle singole discipline sono contenute in
materiali non pubblicati reperibili presso le segreterie di istituto LIUC:
Sinatra, Alessandro; Guida alla tesi di laurea. [p/o Istituto di
Economia aziendale]
Per ricerche di carattere bibliografico, suggerimenti e richieste di informazioni sui materiali archiviati o sul contenuto di queste pagine inviare un messaggio alla Biblioteca |
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Biblioteca «Mario Rostoni» |
Ultimo aggiornamento: 18/02/2002
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