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Giullari e Trovatori
I giullari raggiunsero la loro massima diffusione nel Basso Medioevo: venuta meno la tradizione scenica dell'antichità, l'unica forma di teatro profano che sopravvive è la spettacolarità diffusa degli intrattenitori. Fare il giullare era comunque un mestiere, o almeno un modo per ricavare da vivere mediante l'esibizione delle proprie abilità.
Nel XIII e nel XIV secolo, con il termine "giullare" s'intende una vasta gamma di tipologie di intrattenitori, che si esibiscono anche in luoghi improvvisati, come taverne, strade e piazze dei mercati.
Anche il pubblico dei giullari è molto eterogeneo, poiché comprende sia le famiglie nobiliari sia i ceti popolari.
Durante le "corti bandite", cioè i festeggiamenti organizzati nei palazzi in occasione dei matrimoni o di altri eventi eccezionali, i giullari accorrono in gran numero cercando di offrire il loro spettacolo in cambio di denaro e regali.
A partire dal XIV secolo, molti suonatori e buffoni riusciranno a stabilirsi in modo permanente nelle corti d'Europa, sottraendosi così ai disagi e ai pericoli della vita girovaga.
I giullari che viaggiavano per vendere il loro spettacolo a un pubblico prevalentemente popolare avevano un repertorio molto diversificato, che poteva spaziare dalle performances acrobatiche alla recitazione di chansons de geste. La maggior parte degli intrattenitori sapeva suonare almeno uno strumento musicale, anche senza conoscere la musica. Molto diffusi erano gli esibitori di animali ammaestrati, come orsi e scimmie. Ma anche i danzatori, gli equilibristi e i giocolieri erano uno spettacolo frequente nella vita quotidiana medioevale. Gli intrattenitori che si producevano in esercizi di abilità ginnico-acrobatica o che esibivano animali ammaestrati si rivolgevano soprattutto a un pubblico popolare, mentre i buffoni di corte si sbizzarrivano in virtuosismi verbali e affabulatori, con storielle comiche, scioglilingua e frizzi di ogni genere.
A partire dalla fine del XIV secolo, dal variegato e multiforme mondo dei giullari finirono per emergere i buffoni di corte, che risiedevano stabilmente nei palazzi per allietare i momenti ricreativi dei nobili.
Una figura talvolta assimilata al giullare è il trovatore, che è però in primo luogo un compositore di versi e melodie, cioè si diletta nella nobile arte dell'inventio letteraria o musicale. Inoltre, a differenza del giullare che chiede doni o denaro, il trovatore è disinteressato. In verità anche molti trovatori giravano per le corti d'Europa in certa di ospitalità e favori, altri, invece, erano ricchi e di origine nobile. Il più antico trovatori di cui si abbia notizia è addirittura Guglielmo IX (1071-1127), duca d'Aquitania e conte d'Alvernia. I trovatori divennero sempre più numerosi a partire dal XIII secolo, con la diffusione della poesia epica e della letteratura cortese.
I giullari di corte e i trovatori erano più fortunati degli altri intrattenitori, poiché agivano soprattutto in ambienti aristocratici, mentre la maggior parte dei giullari doveva arrabattarsi per vivere.
I buffoni assunti in servizio permanente a corte potevano infatti contare su elargizioni costanti, mentre i giullari girovaghi finivano spesso per confondersi con i mendicanti. Tuttavia, se anche alcuni giullari di corte si arricchirono al punto di diventare possessori di terre e di case, pare che la maggior parte di essi dilapidasse velocemente il denaro accumulato per poi finire la propria vita in miseria.
La varietà e l'eterogeneità degli intrattenitori medioevali trovano conferma nella molteplicità dei termini usati per designarli. Alla fine del XIII secolo, il trovatore Guiraut Riquier scrisse una supplica al re di Pastiglia Alfonso X, per pregarlo di porre fine alla confusione di nomi utilizzati per indicare i giullari. Giuraut era un trovatore, per cui si sentiva superiore, dal punto di vista professionale e sociale, ai giullari che chiedevano soldi per le strade in cambio di un misero spettacolo: strimpellatori di strumenti musicali, acrobati, prestigiatori, esibitori di marionette e così via. Come argomenta Riquier, l'opera del trovatore è qualcosa che rimane e non dura soltanto per il tempo dell'esecuzione. La tradizione della cultura orale comincia insomma a cedere il posto al crescente prestigio della scrittura. La risposta del re, scitta anch'essa probabilmente da Riquier, stabilisce dunque che debbano essere chiamati "giullari" (joglars) soltanto coloro che suonavano o contavano in modo appropriato le canzoni altrui, mentre il titolo di "trovatori" spetta a colui che compone versi o melodie. Nella realtà le categorie erano, però, meno differenziate e la confusione terminologica non accennò a diminuire. A partire XIII secolo, per esempio, viene usato sempre più spesso il termine "menestrello". Come suggerisce l'etimologia stessa della parola (da ministerium, servizio), originariamente era riservato ai giullari a servizio permanente presso un signore. Nei secoli successivi il termine passò a indicare i giullari in genere, o almeno gli intrattenitori che cercavano di distinguersi dai loro colleghi di infimo livello.
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