Erika ed Omar: due nomi legati ad un'orribile vicenda

Erika ed Omar: due nomi come tanti ma oramai tristemente noti.

Erika ed Omar: due adolescenti come tanti, due adolescenti come noi, ma protagonisti di un'orribile vicenda.

Erika ed Omar, Erika ed Omar, Erika ed Omar ..

Quante volte in questi ultimi giorni abbiamo sentito, letto questi nomi quante volte siamo inorridito dinanzi all'azione compiuta da questi ragazzi: l'omicidio con NOVANTASETTE coltellate della madre e del fratello di lei, espressione di una violenza truce che sembra senza eguali.

In pochi giorni, dalla pietà e la comprensione  per questa ragazza, ritenuta allora unica scampata alla strage, si è passato all'odio, al rancore, al ribrezzo per la stessa, quando si è scoperto che le mani che hanno accoltellato per novantasette volte la madre e il fratellino erano le sue e quelle del fidanzato.

Ora, mentre le indagini vanno avanti mirate soprattutto a trovare il perché di quell'orribile gesto, Erika ed Omar sono detenuti in carcere in attesa di sapere quale sarà il loro destino.

Ciò che resta ora di quella vicenda non sono altro che due tombe in un cimitero; due famiglie distrutte; due ragazzi che hanno segnato la loro vita per sempre; un padre, quello di Erika, possibile vittima scampata all'eccidio, a cui non resta che chiedersi se la morte non fosse un destino migliore di dover sopportare per tutta la vita la fine atroce di chi amava ed il mistero legato al gesto di sua figlia.

Questo caso ha colpito l'intera opinione pubblica visto che si tratta di ragazzi "normali", come tanti, ed è proprio per questo che ci si domanda quali siano le ragioni di quell' orribile gesto.

Questa ricerca dei motivi però potrebbe divenire senza fine, perché, come stanno ipotizzando molti, si potrebbe trattare di pura e semplice follia.

Si, la follia che senza alcun movente o causa esplode in questi gesti violenti ed inspiegabili.

Secondo alcuni psicologi,infatti, quella di Erika non è altro che una follia fredda, iper razionale,che non le permette di comprendere, emotivamente parlando, ciò che ha fatto. Ciò traspare anche dall'attegiamento che ha Erika ora: indifferente, quasi distaccato da tutta questa vicenda.

Ora si parla di perdono, di condanna, ma non sta a noi decidere la sorte di questi ragazzi. A questo ci penserà la giustizia e la loro coscienza.

Ciò che dovremmo fare, invece, è autoesaminarci, chiederci se è possibile che tragedie come queste possano essere evitate.

Per far ciò, tutti noi, dalla scuola, la famiglia, alla società intera abbiamo il dovere di impegnarci a rinsaldare quei legami fondamentali, come il rapporto genitori-figli,alunni-insegnanti,ecc, che ci permettono di vivere in una società serena e pacifica, con la speranza che tragedie come queste non si ripetano più.