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Musica - il novecento




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MUSICA - IL NOVECENTO



LA SOCIETÀ E LA CULTURA

Il Novecento si apre con una generale crisi dei valori ottocenteschi. L'idea di nazione è degenerata nel nazionalismo, la libera iniziativa economica nell'imperialismo; l'industria ha fatto passi da gigante, ma le masse operaie reclamano maggiore giustizia. La rivoluzione proletaria in Russia, due guerre mondiali, le dittature fascista e nazista, la guerra civile di Spagna sono le eloquenti testimonianze del travaglio di un'epoca tesa e instabile. Negli ultimi decenni poi si è assistito a una profonda trasformazione della società, nella quale un ruolo sempre maggiore sono andati assumendo presunti valori come quello del benessere e del consumo. Tutto ciò si è riflesso nella ricerca culturale ed artistica, che è stata sollecitata sia dalla necessità di rinnovarsi nei confronti dell'eredità ottocentesca, sia dal bisogno di aderire a una realtà sempre più difficile e mutevole. Per quanto riguarda in particolare la musica, con l'avvento del disco si crea una nuova situazione d'uso: quella che pone di fatto l'ascoltatore in una dimensione di isolamento. Musica leggera, pop, rock sono divenuti il sottofondo costante della nostra esistenza quotidiana. Importantissimo per la storia della musica è l'avvento del cinema, della radio e della televisione, che determinano con fusioni di immagini-parlato-suoni modi diversi di percepire e ascoltare la musica.


L'IMPRESSIONISMO E IL VERISMO

La Francia di fine secolo si mostra estremamente ricettiva nei confronti delle nuove correnti musicali assorbendo le esperienze stilistiche provenienti dagli altri paesi europei e dalla scuola russa. Da questa straordinaria mescolanza di idee nasce lo stile impressionista che, caratterizzato da un raffinato colorismo orchestrale e da originali impasti sonori in grado di descrivere sensazioni emotive immediate, avrà come principali esponenti Claude Debussy e Maurice Ravel. In Italia compositori come Puccini, Mascagni e Leoncavallo, stanchi dell'irrealtà romantica, scelgono libretti che raccontino storie più vicine alla realtà di tutti i giorni, utilizzando melodie descrittive e 'orecchiabili', di semplice comprensione.


LA SCUOLA VIENNESE

Anche in musica, come nelle altre manifestazioni artistiche, la nascita del nuovo secolo è caratterizzata da un generale desiderio di rinnovamento. In particolare Schönberg riesce a elaborare un sistema musicale totalmente nuovo (la dodecafonia) basato sull'utilizzo dei dodici suoni della scala cromatica ordinati in una specifica successione chiamata serie.


IL JAZZ

Le origini del jazz vanno ricercate nel cuore dell'Africa, nei villaggi delle foreste equatoriali. Le tribù si ritrovavano intorno al fuoco dopo una caccia, una battaglia o un qualsiasi altro evento, e davano libero sfogo alle loro sensazioni con danze e canti al ritmo frenetico dei tamburi. Quando, nel Settecento e nell'Ottocento, dilagò il commercio dei neri, le popolazioni africane vennero trasferite con viaggi disumani negli Stati americani del Sud e impiegati come schiavi nelle piantagioni di cotone e nella costruzione di strade ferrate. Coloro che sopravvissero al trauma del viaggio e del distacco dalla loro terra si ritrovarono in luoghi sconosciuti, sfruttati, analfabeti, privi di ogni mezzo di sostentamento. Fu in questa condizione di profonda sofferenza umana che la nostalgia della perduta libertà si riversò nei canti e nei ritmi della terra natale. Il jazz divenne popolare all'inizio del Novecento a New Orleans, città della Louisiana sul fiume Mississippi, e si ispirò appunto ai canti di lavoro (work songs) delle piantagioni di cotone, agli spirituals (canti religiosi), ai blues (canti accorati e nostalgici) e al ragtime (una vivace musica popolare). Le prime bands, formate da una sezione melodica (cornetta, clarinetto, trombone) e da una sezione ritmica (banjo, chitarra, bassotuba), improvvisavano a orecchio e si esibivano in parate stradali in occasione di matrimoni e funerali. Questo era lo stile hot, ossia il jazz improvvisato. La musica jazz andò progressivamente affermandosi; risalgono al 1913 le prime incisioni di dischi. Verso gli anni Venti il jazz si 'trasferì' a Chicago: qui, negli anni Trenta, nacque il boogie-woogie. E qui nacquero anche le grandi orchestre jazz nelle quali si distinguevano per la sezione ritmica il pianoforte, il banjo, la chitarra, il contrabbasso e la batteria; per quella melodica i sassofoni, le trombe, i tromboni, i clarinetti. Emersero i maggiori solisti jazz: Bessie Smith, grande interprete di blues, Louis Armstrong, cornettista-trombettista, Sidney Bechet, clarinettista-sassofonista, il pianista Duke Ellington. Negli anni Trenta predominò un nuovo genere, lo swing, caratterizzato da anticipazioni e ritardi nel ritmo. Nell'era dello swing si costituirono le orchestre per la musica da ballo. La cantante Ella Fitzgerald fu la voce più popolare dello swing, e Benny Goodman divenne il 're dello swing'. L'orchestra di Glenn Miller portò il jazz a livello di piacevole consumo e la musica leggera di tutto il mondo assunse il ritmo del jazz. Negli anni Quaranta, con la terribile esperienza bellica, vi fu negli Stati Uniti una nuova presa di coscienza della popolazione nera, e sorse il genere be-bop, un linguaggio musicale di protesta: i massimi rappresentanti di questo periodo furono il sassofonista Charlie Parker e il trombettista Dizzy Gillespie. Con la fine degli anni Quaranta si distinse per potenza ritmica e sonora l'orchestra del vibrafonista Lionel Hampton. Nel primo dopoguerra si impose il cool jazz; con un ritmo più pacato, negli anni Cinquanta, l'hard bop, con sonorità accese e ritmi accentuati, che trovò la sua voce nella tromba di Miles Davis. Alla fine degli anni Cinquanta, negli Usa, vi è una nuova coscienza politica tra la popolazione nero-americana e i problemi razziali sono molto sentiti. Nasce il free jazz (jazz libero) a opera principalmente di Ornette Coleman, dove 'libero' significa la volontà di liberarsi delle esperienze jazzistiche precedenti e affermare una cultura nera indipendente dalla cultura bianca; è caratterizzato dalla musica di Max Roach, batterista, e da quella di Charles Mingus, contrabbassista e compositore. Dagli anni Settanta il jazz subisce le influenze del rock e delle nuove tecniche elettroniche.


ALTRI COMPOSITORI DEL NOVECENTO

Nella seconda metà del XIX secolo l'assestamento di valori e ideali nazionali negli Stati Uniti stimola la produzione di una musica interamente americana. Nasce così un nuovo genere musicale che, influenzato da tutte le forme nelle quali si era sviluppata la musica jazz, troverà la sua piena espressione nel musical del Novecento. Tra i compositori statunitensi più popolari del XX secolo vi è certamente George Gershwin, autore di concerti, musical. Igor Stravinskij è probabilmente il musicista più noto del XX secolo. Egli volle bandire dalla musica qualsiasi significato espressivo, sostenendo che essa altro non è che il prodotto di una pura azione costruttiva, del tutto simile a quella di un artigiano. Nelle proprie composizioni, Stravinskij ha valorizzato soprattutto l'elemento ritmico; la melodia è spezzata, contorta, spesso grottesca e beffarda. Tra le sue opere: i balletti l'Uccello di fuoco e Petroucka; la Sagra della Primavera. Reazioni contrarie ai sistemi ottocenteschi si manifestano nel ritorno a musiche di età barocca: è questa la linea seguita da compositori italiani come Ildebrando Pizzetti, Ottorino Respighi, Gianfrancesco Malipiero.


LA MUSICA DEL PERIODO PIÙ RECENTE

La molteplicità delle proposte della musica contemporanea rende difficile darne in breve un'idea precisa. Alcune tendenze possono comunque essere così tratteggiate: a) musica seriale: si riallaccia alla dodecafonia: in queste ricerche si punta alla continua variazione della dinamica, dell'intensità, del timbro, del ritmo. In questa direzione hanno lavorato e lavorano compositori come Stockhausen, Boulez, Pousser e, in parte, l'italiano Luciano Berio; b) musica aleatoria: il compositore usa una notazione volutamente generica o imprecisa o indica linee e diagrammi ('gesti' sonori) che l'esecutore ha libertà di eseguire come meglio crede. Rappresentanti di questa tendenza sono Cage, Kagel e, in alcuni casi, l'italiano Bussotti; c) altri musicisti, come l'italiano Nono, Ligeti  (recentemente scomparso e noto al grande pubblico per i vari brani che caratterizzano in modo rilevante i film di Stanley Kubrick 2001 Odissea nello spazio, Shining e Eyes Wide Shut) o Penderecki si propongono di conservare un rapporto con il pubblico e di mantenere un contenuto espressivo alla musica.


MUSICA CONCRETA E MUSICA ELETTRONICA

Comune a molte delle esperienze appena citate è l'uso di strumentazioni elettroniche. Questa tendenza è iniziata con la musica concreta. I musicisti che si dedicano a questo 'genere' si propongono di utilizzare suoni di varia natura, tratti dalla realtà ambientale e da oggetti vari, incidendoli su un supporto magnetico e quindi elaborandoli attraverso tecniche varie (cambiamento di velocità, inversione del senso di rotazione e così via). I rumori così ottenuti vengono poi montati, con risultati spesso di particolare efficacia. La musica propriamente elettronica si serve di suoni prodotti da apparecchiature quali sintetizzatori, registratori, macchine per la trasformazione del suono, filtri, mixer o lo stesso computer. Si possono ottenere in questo modo impasti timbrici e atmosfere sonore straordinari, assolutamente non riproducibili con un'orchestra tradizionale. Al di là degli usi sperimentali, la musica elettronica ha largo impiego attualmente nelle colonne sonore cinematografiche e televisive, rivelando in tali utilizzazioni una grande efficacia.

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Appunti su: colorismo orchestrale novecento,



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