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Questa tesi vuole rappresentare un progetto interdisciplinare che racconti la storia del periodo medievale agli alunni di una classe II media,attraverso dipinti,testi,musiche.
Anzi gli alunni stessi contribuiranno alla raccolta dei materiali attraverso l'utilizzo di strumenti multimediali e alla realizzazione di questo stesso progetto che prevede l'ascolto di musiche dell'epoca,la trascrizione dei brani anche con l'ausilio di software adeguati ( reperibili gratuitamente sulla rete internet) e l'esecuzione degli stessi con un piccolo organico strumentale.
Per realizzare questo progetto sarà necessario il contributo degli insegnanti di lingue(francese e tedesco),di lettere e di educazione artistica.
Gli obiettivi generali di questo progetto sono quelli di avviare un percorso didattico che porti all'utilizzo di strumenti alternativi quali computer e internet in sostituzione del libro di testo.
In particolare:
Utilizzo di diapositive multimediali realizzate con il programma Power Point per la presentazione delle unità di apprendimento.
Dispense contenenti la traccia di ogni unità e gli eventuali approfondimenti necessari per lo studio.
Realizzazione da parte degli stessi alunni di spartiti musicali da utilizzare per la pratica strumentale e vocale(scrittura con programma NoteWorthy Composer scaricabile gratuitamente dalla relativa pagina Web.)
Ricerca e catalogazione di risorse musicali reperibili sulla rete Internet da usare per approfondimenti.
Utilizzo di programmi di registrazione ed elaborazione del suono che permettono di illustrare attraverso esperimenti pratici argomenti quali i parametri del suono, la struttura della scala musicale, le alterazioni, ecc.)
Obiettivi Specifici
Conoscere le caratteristiche della musica profana del medioevo
Comprendere l'importanza che essa ha avuto nello sviluppo della musica occidentale
Conoscere alcune figure di musicisti che hanno caratterizzato questo periodo storico
Conoscere gli strumenti musicali che venivano utilizzati nel medioevo
Nelle piazze dei paesi, nei castelli e nelle corti del medioevo la musica è sempre presente per allietare feste, banchetti e cerimonie.
Nobili cavalieri o poveri artisti girovaghi, i musicisti di questo periodo cercano di guadagnarsi da vivere cantando le gesta degli eroi, l'amore per una dama, le battaglie dei Crociati per la conquista di Gerusalemme.
Cantano e danzano accompagnando le loro melodie con i più strani e pittoreschi strumenti musicali: ghironda, liuto, salterio, cornamusa, chalemie
Ascoltiamoli con attenzione perché sono i testimoni di un'epoca lontana che, attraverso il linguaggio della musica, fa giungere a noi la propria voce.
La musica è sempre stata presente in tutte le attività dell'uomo.
Feste, banchetti, spettacoli teatrali, cerimonie profane o sacre, preghiere, danze, sono sempre state accompagnate dal canto e dal suono degli strumenti musicali.
Nei primi secoli del medioevo artisti ambulanti giravano nelle piazze dei paesi per offrire alla gente del luogo i loro spettacoli .
Questi artisti, chiamati "giullari" o "menestrelli", erano ben accolti anche nei castelli dove venivano invitati per allietare le feste di corte.
Erano cantori, abili suonatori, danzatori, acrobati e buffoni.
Spesso provenivano da luoghi lontani ed erano a conoscenza di avvenimenti che potevano suscitare curiosità ed interesse.
In un mondo privo ancora di mezzi di informazione essi costituivano un'insostituibile fonte di notizie e, in un certo senso, anche di cultura.
Per le loro musiche utilizzavano vari tipi di strumenti musicali, molti dei quali sono gli antenati degli strumenti attuali.
Fino all'anno Mille la musica profana (cioè la musica non destinata alle cerimonie religiose) era per lo più affidata a questi artisti vagabondi.
Le loro canzoni erano basate su semplici melodie ripetute e narravano storie di eroi e condottieri:
-Carlo Magno e i suoi paladini contro gli infedeli Saraceni
-Re Artù e i cavalieri della tavola rotonda
-Le spedizioni dei Crociati in Terra Santa
Le melodie di queste canzoni erano spesso improvvisate sul momento, quindi nessuno si preoccupava di scriverle.
Per questo motivo esse non sono giunte fino a noi.
Col nome di menestrelli si definiva una vasta gamma di artisti: dagli istrioni e dai giocolieri ai poeti epici. Espletavano mansioni di grande importanza in una società tanto complessa quanto incolta.Un menestrello intelligente sapeva trasformare in poesia un racconto, e in canzone una poesia. Poteva dar ali alla fama di un eroe e risvegliare l'ardore di una comunità o di una nazione. I menestrelli erano cronisti, confidenti,
messaggeri segreti, ambasciatori. (G. Dyson, Storia sociale della musica |
La vita esce dal mondo chiuso del feudo e anima le città che diventano centri di produzioni e di commercio.
L'arte e la cultura trovano nuove vie di sviluppo.
Nella
Francia del Sud (in Provenza) a partire dal XII secolo nasce una nuova figura
di poeta-musicista:
il trovatore
I trovatori erano per lo più di origine nobile e amavano dilettarsi nella poesia e nella musica componendo versi e a volte anche la melodia sulla quale cantarli.
Essi frequentavano le corti aristocratiche dedicando la loro arte soprattutto alle signore
Alla nobile dama il trovatore si dichiarava fedele servo: l'amore devoto e un po'astratto era infatti l'argomento principale delle sue canzoni
Egli si esprimeva nella lingua d'Oc, una lingua romanza (derivata dal latino) ancora oggi in uso presso le popolazioni occitane
Il primo trovatore di cui si ha notizia è Guglielmo di Aquitania, vissuto dal 1071 al 1127
Fra i trovatori di cui ci resta qualche esempio musicale ricordiamo:
Raimbaut de Vaqueyras
Bernart de Ventadour
Raimbaud de Vaqueyras Chateau de Vaqueiras
l grande poeta provenzale Raimbaut de Vaqueiras nacque nella Francia del sud nel 1150 circa.
Inizialmente fu alla corte di Guglielmo d'Orange, ma molto presto, e in questo fu tra i primi, scese in Italia dove conobbe Bonifacio I Marchese di Monferrato. Di questo Signore cantò la figlia Beatrice.
Partecipò alla IV Crociata e divenne feudatario a Salonicco e, da buon vassallo, trovò la morte accanto al suo Signore, mentre combatteva gli 'infedeli' nel 1207 circa.
Per la sua lunga permanenza a Genova e nel Monferrato, ma soprattutto per il suo indiscusso valore è considerato uno dei trovatori più famosi in Italia.
Di lui ci sono rimaste trentacinque poesie, di cui sette musicate: tra queste la più famosa è Kalenda Maya.
Kalenda Maya (Calendimaggio)
Dedicata alla festa popolare che celebra il ritorno della primavera, Kalenda Maya è scritta in lingua d'oc, parlata nel XII secolo nella Francia del sud, la Provenza.
Il testo è abbinato a due melodie dal ritmo piuttosto marcato e allegro, la prima melodia ripetuta due volte svolge la funzione di ritornello.
Kalenda maya, ni fuelhs de faya ni chanz d'auzelh, ni flors de glaya non es quem playa pros domna guaya, tro qu'un ysnelh messatger aya del vostre belh cors, quem retraya plazer novelh qu'Amors m'atraya e iaya em traya vas vos, domna veraya e chaya de playa l gelos ans quem n'estraya. |
Calendimaggio, non c'è foglia di faggio né canto di uccello, né fiore di giglio che mi piaccia, o donna prode e gaia, fino a quando io non abbia un messaggero veloce del vostro bel viso che mi porti un nuovo piacere, fino a quando Amore mi attragga e mi conduca a voi, o donna sincera e muoia di rabbia l'invidioso prima che io mi allontani da voi. |
Bernart de Ventadorn
Nacque fra il 1120 e il 1130 a Ventadorn, nel Limosino.
Frequentò la corte dei visconti di Ventadorn,poi quella prestigiosa di Eleonora d'Aquitania, infine quella di Raimondo V di Tolosa.
Nel 1194 prese i voti nell'abbazia cistercense di Dalon,nella regione della Dordogna,dove morì qualche anno dopo.
Fu in contatto con alcuni fra i più noti trovatori e con Chrétien de Troyes,grande poeta medievale predecessore di Dante ed autore della serie di romanzi che narrano la storia di Re Artù e dei Cavalieri della Tavola Rotonda.
Le canzoni che ci sono pervenute(una quarantina,tutte d'argomento amoroso e caratterizzate da un'estrema fluidità musicale)fanno di lui uno dei più limpidi e suggestivi poeti della letteratura medievale.
A differenza di quella dei menestrelli, la musica dei trovatori solitamente veniva scritta, e questa è una conferma della sua origine colta
Complessivamente sono giunte fino a noi 264 melodie di trovatori e quasi 2000 di trovieri
Dal punto di vista musicale queste melodie risentono dell'influsso del canto gregoriano, il genere musicale più diffuso a quel tempo, del quale conservano l'andamento monodico
Di tutte le melodie dei trovatori che conosciamo è possibile solo interpretare l'altezza delle note, non il ritmo
Il ritmo, nella notazione dell'epoca, non era ancora precisato di conseguenza occorre ricavarlo dall'andamento metrico del testo poetico
Non abbiamo notizie precise sugli strumenti musicali usati per accompagnare i canti
Le miniature medioevali raffigurano i trovatori quasi sempre con strumenti a corde quali la viella, il liuto e vari tipi di arpa
Nel nord della Francia lo stile dei trovatori fu ripreso dai trovieri nella lingua d'Oil (la lingua che darà origine al francese moderno).
Con i trovieri si accentuò il carattere aristocratico di queste musiche.
Fra di essi troviamo addirittura dei re, come il famosissimo Riccardo cuor di leone.
Il più conosciuto tra i trovieri è però Adam de la Halle(1237 - 1287), autore del celebre teatro musicale "Il gioco di Robin e Marion".
Adam de la Halle
Soprannominato Adam le Bossu,(il Gobbo)nacque nel1238 ad Arras.
Iniziò gli studi nell'abbazia cistercense di Vaucelles ma non prese i voti .
Successivamente avrebbe desiderato completare gli studi a Parigi, ma impossibilitato dal diniego paterno, visse alcuni anni di vita dissoluta ad Arras.
Fu poeta e musico del conte Roberto II d'Artois che accompagnò in vari luoghi: in un viaggio in Sicilia e a Napoli, dove passò alla corte di Carlo I d'Angiò per il quale scrisse il suo Jeu de Robin e Marion.
Morì probabilmente a Napoli verso il 1288.
Adam de la Halle appartiene all'ultima generazione dei Trovieri, quelli di estrazione prevalentemente borghese.
La sua fama è legata a le Jeu de Robin et Marion che costituisce il primo esempio di teatro medievale, sganciato dai moduli del dramma liturgico e proiettato in un'atmosfera di vivace profanità.
Quest'opera è una "pastorella drammatica" che, sviluppando il tema delle pastourelles liriche, mette in scena personaggi del mondo agreste e un cavaliere con i suoi tentativi di seduzione, in pratica il classico triangolo amoroso del pastore Robin, della pastorella Marion e del cavaliere Aubert.
Adam de la Halle ci lasciò 36 chansons, 18 jeux, 16 rondeaux, 5 mottetti a 3 voci, e 3 lavori teatrali.[S2]
« Le jeu de Robin et Marion"
Scena Prima
Aux champs, près d'Ayette. Marion, qui garde, seule, ses brebis, chante un refrain où il est question de Robin : il aime Marion, lui offre des cadeaux, l'a demandée en mariage. Il l'aura donc
Nei secoli XII e XIII la schiera di trovatori e trovieri aumenta notevolmente (si conoscono le opere di almeno trecento artisti) .
Il canto dei trovatori fu particolarmente apprezzato in Germania dove ispirò i Minnesänger .
I Minnesänger erano borghesi,cavalieri,nobili,ma anche poeti di professione.
La musica dei Minnesänger si sviluppò circa nel XII secolo in Austria e Baviera ma già nella prima metà del XIII secolo si era già sparsa per tutte le regioni dell'Impero Germanico.
I loro canti,nati dapprima come imitazione di quelli dei trovatori e dei trovieri,pian piano si arricchirono dell'influenza delle tradizioni popolari acquisendo un proprio carattere
Walther von Vogelweide nacque forse in Tirolo nel c.1170, forse da un funzionario imperiale, non nobile, ebbe educazione cavalleresca. Fu alla corte dei Babenberger a Vienna, poi presso Filippo di Svevia. Dopo il 1203 tornò a Vienna, poi dal langravio Hermann di Turingia, poi al servizio di Ottone di Brunswick di cui celebrò l'elezione a imperatore. Tramontato Ottone, sostenne la politica di Federico II attaccando duramente papa Innocenzo III e esaltando la crociata del 1228. Dall'imperatore svevo ottenne un feudo nella regione di Würzburg. Morì nel c.1230.
Vogelweide in quarant'anni di attività compose circa 100 composizioni fra "canti delle crociate","elegie" e "canti d'amore".
Celebre la ballata "Sotto il tiglio" in cui una fanciulla rievoca le ore trascorse con l'uomo amato: si tratta di una poesia molto immediata e spontanea, in grado di essere apprezzata anche oggi.
Sotto Il tiglio
(Angelo Branduardi)
1) Sotto il tiglio, vicino alla landa, là dove era il nostro letto, là potete trovare come noi due rompemmo fiori ed erba. Davanti al bosco, in una valle, così bene cantava l'usignolo.
2) Arrivai al prato, là dove era giunto il mio amore. E ne fui accolta in modo tale che ne sono sempre più felice. Se lui mi baciò? Oh, per mille ore! Guardate com'è rossa la mia bocca!
3) Là aveva costruito un giaciglio tutto ricco di fiori. Riderà di cuore chi passi di là, per quello stesso sentiero. Dalle rose potrà scorgere dove giaceva il mio capo.
4) Se qualcuno venisse a sapere (Dio non lo voglia) che lui giacque con me, io mi vergognerei. E nessuno sappia mai quel che ha fatto con me, a parte noi due e un piccolo uccellino che certamente si dimostrerà fedele.
Con il sorgere della civiltà comunale, nelle città i costumi si erano evoluti ed erano cambiate le abitudini e il modo di vivere.
Accanto ai valori dello spirito acquistavano ora maggior importanza anche i valori terreni, le cose di questo mondo .
Si aprono scuole e università che favoriscono il diffondersi della cultura al di fuori dell'ambiente della Chiesa.
Nell'ambiente universitario nasce un genere di musica particolarmente scanzonato e irriverente: i canti goliardici.
Gli autori di questi canti erano i "clerici vagantes", giovani studenti che si spostavano da una scuola all'altra attratti dalla fama di un grande maestro o dal desiderio di avventura e novità .
Di questi canti sono giunti fino a noi pochi esempi, i più celebri dei quali sono i "Carmina Burana".
I carmina burana
I Carmina Burana risalgono alla prima metà del XIII secolo.
Sono stati tramandati in un manoscritto rinvenuto nel 1803 presso il monastero benedettino tedesco di Benediktbeuren (il nome carmina burana significa infatti "Canti di Beuren").
Questi canti, scritti in un buffo latino mescolato con la lingua volgare, hanno contenuti e caratteri diversi.
Esaltano la passione amorosa, il vino e il divertimento in genere e spesso ironizzano, anche in modo blasfemo, sui temi religiosi.
La musica, scritta con una notazione approssimativa, trova ispirazione sia dalle melodie dei trovatori che dai canti gregoriani.
Exiit
diluculo
cb90
Exiit diluculo
rustica puella
cum grege cum baculo
cum lana novella
Sunt in grege parvulo
ovis et asella
vitula cum vitulo
caper et capella
Conspexit in cespite
scolarem sedere
quid tu facis domine
veni mecum ludere
La musica strumentale ha origini ancora oscure:
-Sembra che all'inizio gli strumenti fossero usati per sostituire o raddoppiare le voci.
-In seguito si cominciò a scrivere brani solo per strumenti .
Una delle forme più antiche di musica per strumenti è l'estampie, che risale al XIII secolo.
Il nome pare che derivi dal provenzale "estampida": poesia che veniva cantata con un accompagnamento strumentale.
Una delle estampie più famose è "Il lamento di Tristano", di autore ignoto.
Questo brano è suddiviso in due parti:
-"Il lamento", basato su tre frasi musicali ripetute, di andamento lento e cantabile, in tempo ternario.
-La seconda parte, intitolata "La rotta", anch'essa divisa in tre frasi ripetute, ha un
andamento
più veloce e brillante ed è in tempo binario.
Il ritmo è più marcato grazie all'intervento degli strumenti a percussione .
Non sappiamo esattamente con quali strumenti venissero eseguite queste musiche: probabilmente venivano suonate utilizzando strumenti diversi a seconda delle occasioni.
Le danze
La danza costituiva uno dei divertimenti preferiti nel medioevo.
Nelle piazze il flauto diritto, accompagnato dal tamburello, dava vita a danze allegre e vivaci come il saltarello.
Il saltarello è una danza di origine italiana eseguita con passi saltellati.
Altre forme di danza, come l'estampida e il rondeau avevano anche un testo cantato.
Nelle sale dei castelli e dei palazzi si preferivano danze più aggraziate e lente che venivano accompagnate da strumenti dal suoni più dolce, come il liuto e la viella.
Gli strumenti musicali
Nei primi secoli del cristianesimo gli strumenti musicali erano stati vietati nella musica sacra.
Essi non erano ritenuti degni di essere usati per accompagnare i canti religiosi, che dovevano essere eseguiti dalle sole voci.
Con l'affermarsi della musica profana gli strumenti musicali cominciano a diffondersi.
Menestrelli, giullari, trovatori li utilizzavano come accompagnamento per le loro canzoni e danze.
Tra gli strumenti ad arco i più diffusi erano la viella e la ribeca.
Si usavano strumenti a fiato come trombe flauti corni chalemie e cornamuse.
Strumenti a corde pizzicate come il liuto, l'arpa e il salterio.
Strumenti a percussione come il tamburello, i tamburi, i cimbali e le campane .
Il primo strumento ad essere usato nell'accompagnamento dei canti religiosi fu l'organistrum o ghironda.
Dal XIII secolo si afferma invece l'organo, che diventerà lo strumento principe della musica sacra.
Il Liuto
Il liuto è uno strumento a corde pizzicate. Esso è costituito:
-Da una cassa di risonanza a forma di mezza pera (bombata nella parte posteriore e piatta anteriormente)
-Da un manico sul quale sono tese le corde in budello (da 6 a 13) che vengono pizzicate direttamente con le dita
-Dal cavigliere (che forma un angolo rispetto al manico)
Le origini di questo strumento sono molto antiche.
Nell'VIII secolo, in Asia centrale, il liuto prese la sua forma definitiva.
In questo periodo la cassa dello strumento era costituita da un unico blocco di legno scavato.
Attraverso le vie di commercio orientali il liuto fu portato in Spagna.
Qui divenne uno degli strumenti fondamentali della musica arabo-andalusa.
Dal XIV secolo il liuto si espande per tutto l'Occidente.
Nel periodo che va dal XV al XVII secolo diventa uno degli strumenti più usati durante le feste di corte per accompagnare canti o danze. La possibilità di eseguire più suoni contemporaneamente lo rende uno strumento adatto per la musica polifonica.
Nei secoli successivi il liuto viene pian piano abbandonato, sostituito da strumenti dotati di maggiore sonorità.
La Viella
Con il nome di "vielle ad arco" si intende un gruppo di strumenti a corda strofinata.
Ognuno di essi si differenzia per forma e dimensione ma sono tutti suonati strofinando un archetto sulle corde.
In Europa non si hanno testimonianze di strumenti ad arco prima del X secolo, ma da qui in poi essi sostituiscono, nella pratica e nell'iconografia, strumenti più antichi e illustri, legati a immagini sacre o mitiche, a funzioni sociali e religiose.
Nel XIII secolo gli strumenti ad arco in uso in Europa erano principalmente la ribeca e la viella.
La ghironda
La ghironda e' uno strumento a corde di origini antichissime, tuttora usato in molti paesi europei per l'esecuzione di musiche delle tradizioni popolari.
Durante il medioevo accompagnava i canti liturgici nelle abbazie e nei monasteri.
Un trattato del X° secolo parla della ghironda, chiamandola 'organistrum".
Sostituita nel XIII° secolo dall'organo nell'uso religioso, la ghironda diventa la compagna dei menestrelli ambulanti.
Infine diventa lo strumento dei mendicanti e dei ciechi (veniva chiamata infatti 'viola da orbi').
A partire dal 1800 si diffonde in ambito occitano e nelle nostre zone, come accompagnamento e sostegno ritmico delle danze popolari.
La ghironda e' uno strumento musicale a corde sfregate
Il funzionamento e' simile a quello di uno strumento ad arco, come il violino, dove al posto dell'archetto si usa una ruota che sfrega sotto le corde.
La ruota e' posta in movimento da una manovella che sporge dall'estremità posteriore della cassa, e che e' normalmente azionata dalla mano destra del suonatore.
Esistono corde ad intonazione fissa (bordoni) ed altre che, attraverso una tastiera esterna che ne regola la tensione, hanno il compito di produrre la melodia.
Il salterio Cathédrale Saint Pierre de SAINTES XV° s
Il salterio è un particolare tipo di chitarra.
Si differenzia da essa per la forma, ma il principio di funzionamento è lo stesso.
Le corde, più o meno lunghe, possono essere in metallo o in budello.
Esse sono tese sopra una cassa di risonanza piatta e vengono pizzicate generalmente con l'aiuto di un plettro.
A volte le corde possono essere percosse utilizzando un piccolo martello.
L'Arpa
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Chapiteau de
Saint Martin de Boscherville
Musée des Antiquités
Rouen
L'arpa è senza dubbio il più antico strumento a corde
Era già conosciuta dagli Egizi che la rappresentarono in numerosi dipinti
Dell'arpa medioevale non ci rimane alcun modello originale
Possiamo ricostruirne l'aspetto solo attraverso le rappresentazioni iconografiche
Il numero di corde variava da 21 a 28 ed erano costruite in budello o, più raramente, in metallo
Il Flauto
Nell'iconografia medioevale vengono spesso rappresentati suonatori di flauto
Oltre ai tradizionali flauti diritto (chiamato anche "dolce" o "a becco") e traverso esistono strumenti di diverso tipo:
-Il flauto in corno
-Il flauto a becco doppio
-Il flauto a tre fori(galoubet) si suonava con una mano mentre con l'altra si batteva il ritmo su un tamburo.
Heures du Duc de Guise
Musée Condé-Chantilly
Alcuni di essi sono ancora utilizzati nella musica popolare di alcune nazioni, in particolare dell'Europa centrale.
La tromba
La tromba era conosciuta , con il nome di "tuba" fin dal tempo dei romani
La tromba medioevale, chiamata "buccina Cantigas de Santa Maria
era innanzi tutto uno strumento di segnale.
Essa veniva suonata dagli araldi durante le cerimonie o nei tornei cavallereschi
Era formata da un lungo tubo diritto e aveva una gamma molto limitata di suoni
A partire dal XIV secolo appaiono le prime trombe a "coulisse
La coulisse permette di modificare la lunghezza del tubo per ottenere un maggior numero di suoni
Cathédrale de
Burgos
XIII° siècle
Sono strumenti di diverse dimensioni costruiti utilizzando corna di
vari tipi di animali
Venivano in genere utilizzati come richiamo durante le battute di caccia
Le possibilità musicali di questi strumenti erano limitate e l'intonazione molto approssimativa
Alcuni modelli di corno erano dotati di fori e potevano suonare semplici melodie
Il cornetto Cantigas de Santa Maria
Il cornetto è uno strumento a fiato di origine molto antiche (700 d.C.).
Era costituito da un tubo di legno o avorio leggermente ricurvo, terminante con un'apertura a sezione ottagonale.
Erano presenti 6 fori e un'imboccatura simile a quella della tromba.
Nel 1500 nasce il basso del cornetto, dal tubo ripiegato ad S che gli farà assumere il nome di "serpentone.
Lo chalemieCantigas de Santa Maria
Lo chalemie è uno strumento ad ancia doppia importato dall'Oriente in Europa al tempo dei Crociati.
Può essere considerato l'antenato del moderno oboe.
Venne utilizzato nella musica militare e nelle cerimonie, nelle processioni e nella musica di danza.
Dallo chalemie derivarono altri strumenti:
-La bombarda
-Lo chalumeau
-La dulciana (che darà origine al fagotto) Cantigas de Santa Maria
-Il cromornoCanrigas de Santa Maria
La cornamusaEglise de Taivassalo Finlande-XIV°s.
La cornamusa è uno strumento a fiato conosciuto fin dal medioevo
È costituita da:
-Una sacca di pelle di pecora che viene riempita d'aria soffiando attraverso una canna
-Una o più canne sonore ad ancia semplice o doppia
Una di queste canne è dotata di fori per permettere l'esecuzione di più note
Le altre canne sono ad intonazione fissa e producono un unico suono che serve da accompagnamento (bordone)
L'organo portativoMusée des Augustins Toulouse XIV° s.
L'organo portativo appare spesso nelle illustrazioni medioevali
È uno strumento ad aria, di piccola taglia, molto leggero e facilmente trasportabile ma dal suono molto limitato
L'esecutore con il braccio sinistro attiva la riserva d'aria (mantice) mentre con la mano destra suona una piccola tastiera (una dozzina di tasti)
Il suono è prodotto dal passaggio dell'aria nelle canne
Le origini dell'organo risalgono all'impero romano
Durante il medioevo viene utilizzato prevalentemente nella musica profana
L'organo portativo scompare progressivamente dopo il XV secolo
L'organo positivoSanta Croce-Firenze-
A partire dal XIV secolo si iniziano a costruire organi di taglia più grande
Questi strumenti non sono più trasportabili (portativi) ma diventano fissi (positivi)
Acquistano un maggior numero di canne e, di conseguenza, devono disporre di una riserva d'aria più grande
Il mantice aumenta di dimensioni e per azionarlo si deve utilizzare un'altra persona
L'esecutore rimane così libero di suonare con entrambe le mani.
Nei secoli successivi l'organo diventa sempre più imponente (centinaia, a volte migliaia di canne).
Esso viene utilizzato prevalentemente per la musica religiosa
Le percussioni
Gli strumenti a percussione hanno avuto un ruolo molto importante nella musica del medioevo
Nelle miniature dell'epoca ne sono raffigurati di vari tipi:
-Carillon di campane Miniatura del XIII secolo
-TamburoTamburo del XIII secolo(Biblioteca di Lione)
-Tamburello basco Canzoniere del XII secolo(Biblioteca di Lisbona)
-Cimbali(piatti)
-TriangoloXV secolo(Biblioteca di Lione)
La loro funzione era, come del resto anche ai giorni nostri, di accompagnamento ritmico sia al canto che agli altri strumenti melodici.
Bibliografia
G.Dyson "Storia sociale della Musica"
G.Baldi-S.Giusto-M.Razetti-G.Zaccaria "Dal testo alla storia dalla storia al testo"
G.V.Amoretti "Le più belle poesie liriche della letteratura tedesca"
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