Il romanticismo nella storia della musica

IL ROMANTICISMO NELLA STORIA DELLA MUSICA

I caratteri tipici del romanticismo hanno profondamente mutato anche la musica, che si rinnova colma di passionalità.

E' proprio la passionalità che rende la musica strabiliante, meravigliosa, servendosi della libera interpretazione del musicista. Quest'ultimo, difatti, non segue più i vecchi schemi, come ad esempio la struttura imposta in un componimento classico, e accentua la propria musica seguendo il proprio impulso creativo, che la rende piena di armoniosi sbalzi d'intensità e a volte anche di andamento.

La musica romantica suscita quindi forti emozioni che magari possono essere ben descritte solo dall'ascolto. Allo stesso tempo, chi la ascolta può notare anche i momenti che esprimono quell'inquietudine e quell'ansia verso l'infinito e l'irrealtà che predominano in ogni campo.

Durante il periodo romantico, inoltre, nascono molte nuove forme strumentali, come il notturno, la mazurka, la ballata, la polacca, lo scherzo, il walzer, la romanza senza parole, il poema sinfonico, lo studio, il Lied etc.

Ma nell'epoca romantica non si evolve solo la musica, ma anche la figura del musicista:

nei secoli precedenti costui era al servizio dei potenti, nelle piccole corti o nei più importanti palazzi imperiali, ora si attribuisce una figura più prestigiosa e professionale guadagnando mediante l'esecuzione di concerti o la pubblicazione delle proprie composizioni.

Questa sorta di corrente fu anticipata anni prima dal celebre compositore neoclassicista Wolfang Amedeus Mozart, che si sottrasse dall'arcivescovo austriaco Sigismondo di Colloredo.

Fra i musicisti romantici di più rilevante importanza si distinguono i pianisti Federich Chopin, Franz Liszt e Schubert, mentre il compositore di opere liriche d'eccellenza è Giuseppe Verdi, affiancato da Carlo Maria Weber e Christian Wegner (istitutore del Teatro Nazionale Tedesco).

Altro importante musicista è il compositore di opere buffe Gioacchino Rossini. La differenza fra un opera lirica ed un'opera buffa consiste principalmente nella differenza fra i vari ceti sociali: un'opera lirica viene composta per essere eseguita nei teatri di maggior prestigio dalla classe aristocratica, mentre quella buffa viene eseguita in teatri più "comuni" e viene composta principalmente per il popolo. I due tipi di opere, inoltre, trattano temi diversi.

Giuseppe Verdi e la Traviata

Giuseppe Verdi nasce nel 1813 a Roncole di Busseto, presso Parma.

Nato da una famiglia di modestissime condizioni, s'incammina verso lo studio musicale con l'organista Pietro Baistrecchi. In seguito Antonio Barezzi viste le situazioni economiche della famiglia lo aiutò e lo condusse a studiare musica dal direttore di banda Ferdinando Pravesi, che ben presto, visti i progressi del giovane alunno, dichiarò di non aver più nulla da insegnargli.

Verdi decide così di entrare al conservatorio, ma per motivi ignoti la richiesta non fu accolta e successivamente ritrovò ancora una volta aiuto in Barezzi.

Gli anni passano e il noto musicista sposa la figlia del maestro, Margherita Barezzi.

Dopo ciò Verdi tenta di mettersi in luce componendo a Busseto numerosi pezzi.

Egli divenne man mano sempre più conosciuto e si trasferisce per motivi di lavoro a Milano.

Fra le sue opere più interessanti e più rappresentate abbiamo: l'Aida, i trovatori e il Nabucco, che comprendono famosissime arie come Va Pensiero, che diventa in seguito il canto degli ebrei in esilio.

Ma la sua opera lirica più rilevante è certamente la traviata.

Quest'opera gli fu commissionata da Maria Piave, che gli affidò un libretto che lui avrebbe dovuto musicare.

La Traviata tratta di un'intrigata storia d'amore che si svolge in Francia, più o meno nell'epoca in cui Verdi la compone. Tutto inizia quando il figlio di una famiglia aristocratica, Alfredo, s'innamora di una prostituta, Violetta. Hanno così inizio i travagliati avvenimenti scolpiti egregiamente nella musica, ma dopo di questi Violetta si ammala di tubercolosi e muore.

Dal punto di vista tecnico, l'opera si divide in tre atti, della durata complessiva di circa un'ora e mezza, e riprende più volte gli stessi motivi. Le parole del libretto sono leggermente riadattate da Verdi che aggiunge alcune scene con proprie parole, come la scena del coro delle zingare e così via.

E' da dire inoltre che le vicende della Traviata sono realmente accadute, e le spoglie della dama delle Camelie, nell'opera Violetta, sono sepolte tutt'oggi a Parigi.