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Shigellosi
La shigellosi o dissenteria bacillare è un'infezione acuta, causata a batteri appartenenti al genere Shigella, che clinicamente si manifesta con disturbi variabili, compresi tra una diarrea acquosa non particolarmente impegnativa e una sintomatologia grave di tipo dissenterico (febbre, dolori addominali, tenesmo ed emissione di feci muco-ematiche).
Eziologia. Le shigelle sono batteri aerobi gram-negativi di forma bastoncellare, privi di ciglia e di spore. In base all'antigene somatico O se ne distinguono quattro gruppi sierologici principali; gruppo A S. dysenteriae, gruppo B S. flexneri, gruppo C S. bodyii, gruppo D S. sonnei
Tutte le shigelle posseggono una tossina termostabile identificabile con l'antigene O.
S. dysenteriae di tipo 1 possiede anche una tossina termolabile ad elevata attività citotossica (citotossina) che contribuisce in maniera significativa ai sintomi tossici, ed eventualmente neurotossici causati da questo particolare tipo di shigella.
Epidemiologia. La shigellosi è una malattia cosmopolita; le shigelle infettano solo il genere umano, senza intervento di ospiti intermedi. L'infezione è trasmessa per via fecale-orale, soprattutto per contatto diretto (mano-bocca), ma anche per inquinamento di alimenti o di acque.
Patogenesi ed anatomia patologica. L'habitat delle shigelle è il grosso intestino. L'infezione è limitata all'epitelio della mucosa intestinale. I microrganismi penetrati per os vengono in parte distrutti dai succhi gastrici; taluni tuttavia riescono a superare la barriera gastrica e giungono all'intestino. Qui si verifica: penetrazione nelle cellule epiteliali della mucosa con moltiplicazione nella sottomucosa; formazione di microascessi con successive necrosi e ulcerazioni superficiali; stravaso ematico nel lume e formazione di pseudomembrane in corrispondenza delle zone ulcerate. I linfonodi mesenterici appaiono aumentati di volume. La guarigione avviene nel giro di 2-7 giorni dopo l'esordio e si accompagna alla detersione e riepitelizzazione delle ulcere.
Sintomatologia. Dopo un periodo d'incubazione tra 6 ore e 4-5 giorni, compaiono sintomi iniziali aspecifici: febbre non particolarmente elevate, e dolori addominali diffusi di tipo crampiforme. Dopo 1 - 2 giorni compare la diarrea, con feci inizialmente poltacee e ricche di muco e quindi, nel volgere di 1-2 giorni, liquide ed ematiche. Lo stato generale diviene compromesso, e appaiono evidenti i segni di disidratazione e tossiemia. L'evoluzione di solito è favorevole, con guarigione spontanea in qualche giorno; nella prima infanzia il decorso può risultare fortemente impegnativo, potendo giungere all'exitus per disidratazione e acidosi importante.
All'e.o. l'addome risulta dolente diffusamente. La colonscopia evidenzia diffusa iperemia, ulcere, zone emorragiche, nonché pseudomembrane di aspetto purulento.
A volte non compare il quadro classico di cui si è appena parlato, il pz è apiretico e presenta solo un alvo ripetutamente diarroico, senza presenza di sangue e muco assai scarso nelle feci. Questa è la forma lieve, che si risolve in 3-4 giorni, a cui si contrappongono le forme fulminanti dei bambini, spesso fatali.
Diagnosi. La malattia è sospettata in presenza di: esordio acuto, febbre e diarrea con feci muco-ematiche. La diagnosi di certezza si fonda sulla coprocoltura.
Terapia. Reidratazione e fluorochinoloni.
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