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Mastocitosi




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Mastocitosi


Sono un gruppo eterogeneo di patologie accomunate da un netto aumento dei mastociti, abbondanti nelle zone di frontiera (cute, polmone, fegato, apparato gastrointestinale, cuore, milza, linfonodi). Alla base vi è una mutazione somatica nei mastociti di c-Kit (mutazioni gain of function).

Il recettore c-Kit lega il fattore di crescita SCF (Stem Cell Factor), un dimero, che provoca la dimerizzazione e la autocatalisi dei siti tirosin-kinasici. L'attivazione dei recettori attiva almeno tre pathway: via PI3k-Akt per l'inibizione dell'apoptosi; via JaK-STAT nella regolazione della proliferazione; via RAS nella regolazione dello stato di attivazione del mastocita.

Nelle mastocitosi, la mutazione più frequente è la D816V che probabilmente favorisce il pathway di proliferazione; mentre nella MAS (Mastcell Activation Syndrome) e nella MMAS (Monoclonal Mastcell Activation Syndrome) la mutazione è in sito diverso che probabilmente favorisce il pathway di attivazione mastocitaria. Di conseguenza i sintomi dipendono o dall'iperattivazione e quindi dall'eccesso di mediatori in circolo, o dall'iperproliferazione e quindi da infiltrazione d'organo. L'iperplasia mastocitaria, dal momento che la proliferazione non è conseguenza di una mutazione nel recettore, è una condizione reversibile.

La mastocitosi è una malattia quasi esclusivamente cutanea e pediatrica (85% dei casi); il rimanente 15% comprende le mastocitosi sistemiche di cui il 10% è rappresentato dalle mastocitosi sistemiche indolenti a prognosi benigna, e il 5% da mastocitosi sistemiche aggressive metastatizzanti.

Delle cutanee, la forma più frequente è l'orticaria pigmentosa, caratterizzata da lesioni cutanee stabili, pigmentate dal rosso al marroncino (per l'iperproduzione di melanina sotto lo stimolo dell'MSH. Il flushing (simile ad una vampata di calore diffusa a tutto il corpo) si manifesta soprattutto dopo ingestione di alimenti. Tra i sintomi neurologici abbiamo cefalea e depressione, per il rilascio di serotonina. Tra i sintomi gastrointestinali diarrea e gastrite/ulcera. Altri sintomi sono: dolori osteo-articolari, osteoporosi/osteosclerosi; bronco costrizione, ipotensione, alterazione della coagulazione (per rilascio di eparina), cachessia (da rilascio di IL-6 e TNFα). Molto spesso c'è ipereosinofilia per rilascio di GM-CSF e IL-5.

Frequentemente le anafilassi ricorrenti idiopatiche nascondono una mastocitosi sistemica.

All'esame obiettivo si può evocare il SEGNO DI DARIER, ovvero si gratta la lesione, senza provocare escoriazione; la stimolazione meccanica causa la degranulazione dei mastociti e come conseguenza si può osservare la formazione del pomfo. Questo segno è patognomonico di mastocitosi cutanea.

Nel 95% dei casi in età pediatrica, la patologia si risolve spontaneamente entro i 18-20 anni di età senza esiti. Nell'adulto, invece, la condizione si mantiene e persistono gli esiti pigmentari cutanei.

Una variante diffusa nei bambini è la forma bolloso, dove al posto delle lesioni purpuriche si possono osservare vescico-bolle sierose. In questo caso è importante evitare la rottura delle bolle in modo che non si abbiano sovrainfezioni delle lesioni (impetiginizzazione).

Altre forme di mastocitosi cutanea sono la forma esfoliativa o la mastocitosi solitaria o mastocitoma dove si può rilevare un'unica lesione, infiltrata e rilevata.

Nell'adulto la mastocitosi è quasi sempre sistemica, quindi un soggetto con età >18 anni con segni clinici di mastocitosi cutanea deve affrontare sempre un ulteriore percorso diagnostico per escludere o confermare una m. sistemica.

L'esame di primo livello è il dosaggio della TRIPTASI sierica.

È una serina proteasi accumulata nei granuli dei mastociti (in piccole quantità nelle cellule staminali e nei basofili) di p.m. 134 kDa e presente in due isoforme:

- α triptasi, che viene secreta continuamente dal mastocita ed è espressione di crescita

- β triptasi, contenuta nei granuli e rilasciato solo in seguito alla degranulazione, è quindi espressione di attivazione mastocitaria.

Nella m. sistemica i livelli di triptasi sono, infatti, elevati raggiungendo anche i 600 μg/L.

Ma bastano livelli superiori ai 20 ng/mL per porre il sospetto diagnostico di m. sistemica.

Livelli al di sopra dei 100 ng/mL possono indirizzare già verso una m. sistemica anche in soggetti con meno di 18 anni di età.

Una diagnosi definitiva di m. sistemica deve soddisfare dei criteri diagnostici, ovvero:

  • 1° criterio maggiore: sono rilevabili infiltrati compatti e multifocali di mastociti (triptasi positivi) nel midollo osseo o in altri organi extracutanei con più di 15 mastociti per aggregato.
  • 1° criterio minore: presenza di mastociti anomali nel midollo
  • 2° criterio minore: dimostrazione di mutazioni in c-Kit
  • 3° criterio minore: presenza dei marcatori di clonalità CD2/CD25
  • 4° criterio minore: triptasi sierica > 20 ng/mL

Basta che sia soddisfatto il criterio maggiore ed uno minore, oppure 3 minori per fare diagnosi certa di mastocitosi sistemica.

La ricerca delle mutazioni di c-Kit e dei marcatori di clonalità va eseguita su biopsia midollare o tessutale con immunoistochimica.

La mastocitosi sistemica può essere infine stadiata in:

  • Reperti B = indicano una mastocitosi indolente: il midollo ha un grado di infiltrazione maggiore del 30% ma non si evidenziano segni di dismielopoiesi; la triptasi è maggiore di 200 ng/mL; i tessuti sono infiltrati ma conservano la loro citoarchitettonica e le funzioni non sono intaccate.
  • Reperti C = si ritrovano nelle mastocitosi aggressive: il midollo ha un alto grado di infiltrazione con compromissione della mielopoiesi, infatti sono presenti piastrinopenia, leucopenia e anemia; l'infiltrazione d'organo è marcata e causa alterazioni funzionali: p.es. alterazioni epatiche causano deficit della coagulazione per ridotta produzione di fattori, ipoalbuminemia, ascite, test di funzionalità epatica alterati, .
    Si osserva ipersplenismo che accentua la citopenia e a livello del tratto gastrointestinale si possono osservare sindromi da malassorbimento. A carico dell'apparato scheletro si osservano lesioni osteolitiche, da distinguere da quelle osteoporotiche in quanto quest'ultime derivano da un alterato equilibrio tra assorbimento e deposito di matrice ossea causato dall'alterato signalling citochinico, mentre le lesioni osteolitiche sono prodotte dall'infiltrazione dei mastociti nel tessuto scheletrico a cui si sostituiscono.
  • Reperti C progressivi = sono rilevabili nelle mastocitosi più aggressive: si osserva pan citopenia marcata e perdita totale delle funzioni dei tessuti colpiti.

N.B.: nelle m. sistemiche le IgE totali sono INDOSABILI perché vengono catturate dai mastociti.

Flushing , Orticaria, Cefalea, Diarrea, Reazione avversa ad Imenotteri

 

Anamnesi

Esame Obiettivo

Orticaria (Segno di Darier), Epato-Splenomegalia, Linfoadenomegalia

 

Biopsia cutanea

 

Indagini ematochimiche

Dosaggio della triptasi

Ecografia addome

Rx Scheletro

 

Mastocitosi  cutanea

 

Biopsia osteomidollare

Biopsia gastrica o del colon

 

Scintigrafia ossea (ipercaptazione diffusa)

MOC

EGDS/Colonscopia

TC Total Body

 

Mastocitosi  Sistemica

 
I sintomi iniziali più frequenti di m. sistemica sono: flushing (80%), orticaria (70%), anafilassi e ipotensione (40%), cefalea (30%), vomito e diarrea (35%).

Flow chart diagnostica


















Le cause più frequenti di anafilassi nella mastocitosi sono le punture di imenotteri e l'assunzione di acido acetilsalicilico e FANS che bloccano la sintesi di PGE2, un freno per i mastociti.

Non è necessaria terapia nella mastocitosi cutanea pediatrica o nell'adulto e nella mastocitosi sistemica indolente; in questi casi si attua il wait and watch.

Nei casi di mastocitosi sistemica grave la terapia prevede antistaminici anti H1 o anti H2, anti cysLT4, corticosteroidi, adrenalina per gli shock anafilattici, .

Nei casi di mastocitosi sistemica aggressiva si deve ricorrere alla chemioterapia citotossica.


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