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Mastigophora (flagellati)




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MASTIGOPHORA (flagellati)


localizzazione intestinale: GIARDIA INTESTINALIS

localizzazione genito-urinaria: TRYCOMONAS VAGINALIS

invadere sangue (emoflagellati) : LEISHMANIA , TRIPANOSOMA


GIARDIA INTESTINALIS ( localiz. intestinale)

è patogena x l'uomo, equini,bovini, canidi e felini.

Tipica infezione a trasmissione oro-fecale,a diffusione ubiquitaria e ad altra prevalenza nelle aree a basso tenore igienico-sanitario.


AGENTE EZIOLOGICO E CICLO VITALE

Il ciclo biologico presenta 2 fasi di sviluppo:

forma vegetativa , trofozoite -> ha un aspetto piriforme, derivante dall'escistamento della forma cistica ingerita con cibo o acqua contaminati. Si localizza al livello dell'intestino tenue, dove aderisce con un meccanismo di ventosa alla mucosa duodeno-digiunale tramite il disco ventrale (situato in una depressione sulla parte ventrale). Dietro al disco si evidenziano 2 nuclei, tra i quali sono presenti 4 blefaroplasti da cui originano 8 flagelli che conferiscono motilità al protozoo. Il trofozoite si moltiplica x scissione binaria. Può essere messo in evidenza nel lume intestinale (esame del liquido duodenale) o nelle feci diarroiche (esame a fresco), quando l'accelerato transito intestinale ne impedisce l'incistamento.

forma di resistenza ,cisti -> è responsabile della trasmissione oro-fecale dell'infezione. L'incistamento avviene al livello del colon; si assiste a una retrazione dei flagelli all'interno del corpo, poi segue la condensazione del citoplasma e la formazione della parete della cisti (struttura fibrillare e le conferisce resistenza nei confronti di agenti naturali esterni: sole, calore, essiccamento). La cisti ha 4 nuclei. È evidenziabile all'esame diretto delle feci.


PATOGENESI E FORME CLINICHE

A seguito del processo di escistamento, che avviene nell'ambiente acido dello stomaco, si individuano 2 trofozoiti, i quali si localizzano (duodeno, digiuno) moltiplicandosi alla superficie della mucosa.

L'infezione da Giardia intestinalis decorre nella > parte dei casi in maniera asintomatica, e l'assenza dei sintomi clinici favorisce il perpetuarsi della eliminazione fecale del protozoo e l'espandersi dell'infezione.

Nei soggetti con scarsa produzione di IgA, la moltiplicazione può raggiungere quote notevoli di ampiezza, tappezzando la mucosa duodeno-digiunale, provocando infiammazione con manifestazioni diarroiche acute e croniche, causando malassorbimento.


DIAGNOSI E TERAPIA

Le metodiche di ricerca diretta: ricerca microscopica a fresco, delle cisti nelle feci spontaneamente e dei trofozoiti nelle feci diarroiche.

Le metodiche di ricerca indiretta: mirano alla identificazione di antigeni parassitari (trofozoiti e cisti) presenti nelle feci del paziente. Sono state messe a punto metodiche immunoenzimatiche (ELISA) e immunoelettroforetiche.

Farmaco: metronidazolo.



TRICHOMONAS VAGINALIS (localiz. genito-urinaria)

AGENTE EZIOLOGICO E CICLO VITALE

È un parassita ubiquitario, diffuso in tutti i continenti;

Non possiede la capacità di produrre forme di resistenza (cisti), xciò è molto fragile al di fuori dell'organismo umano.

MO -> il trofozoite è un flagellate senza simmetria bilaterale, con un profilo piriforme, 2 coppie di flagelli situati al polo anteriore ed una breve membrana ondulante che si estende dal polo anteriore a metà del soma. La porzione centrale accoglie il nucleo.

Possiede evidente apparato di Bolgi e ribosomi, ma sono assenti i mitocondri, la cui funzione è sostituita dagli idrogenosomi, granuli che assicurano il metabolismo di tipo fermentativo.

Il ciclo vitale: è semplice e prevede il passaggio diretto del trofozoite dall'apparato urogenitale dell'uomo (dove si localizza e livello dell'uretra, della prostata, dell'epididimo, testicoli) a quella della donna (vagina, cervice uterina, vescica) e viceversa i rapporti sessuali. Può esistere anche una trasmissione indiretta tramite biancheria intima e spugne umide (infezioni in età pediatrica).


PATOGENESI E FORME CLINICHE

Trichomonas vaginalis, provoca un'infezione localizzata delle mucose dell'apparato genitale senza attraversare la mucosa, alla cui superficie aderisce.

Aderendo direttamente e danneggiando le cellule dell'epitelio vaginale, si ha la conseguente formazione di microlesioni ulcerative. Pochi gg dopo l'infezione si assiste a una desquamazione dell'epitelio vaginale, con infiltrazione leucocitaria infiammatoria.

Nel sesso femminile la trichomoniasi si manifesta sottoforma si vaginite, con abbondante leucorrea (secrezione biancastra), prurito, edema della mucosa vaginale (aspetto "a fragola").

Le manifestazioni cliniche sono talora assenti, + spesso nell'uomo. Cmq l'infezione sintomatica del maschio provoca: uretrite purulenta, edema del meato uretrale, dolore alla minzione e all'erezione.


DIAGNOSI E TERAPIA

- diagnosi diretta: poiché la trichomoniasi è un'infezione localizzata, si ricerca il parassita nell'essudato vaginale (tampone) e nelle urine. La riceca può essere realizzata a fresco x apprezzare la mobilità; mediante colorazione (colorazione di Papaniculau, Gram, May-Grumwald-Giemsa);

E' possibile anche allestire una coltura in vitro di materiale biologico in condizioni di anaerobiosi (semina del protozoo al fondo di un provetta).

- Terapia: metronidazolo.



EMOFLAGELLATI

Comprendono protozoi che si localizzano a livello del sangue e dei tessuti profondi.

Provvisti di 1 unico flagello

Nella stessa specie possono presentarsi diversi aspetti morfologici, corrispondenti a diversi stadi di sviluppo:

Amatigote → è la forma + semplice, ovale, intracellulare, piccolo diametro (2 μm). Il flagello è rudimentale e non fuoriesce dalla tasca flagellare.

Promastigote → è allungata di > dimensioni, con un lungo flagello che fuoriesce dalla estremità anteriore del corpo. Il cinetoplasto (organo che dà energia al flagello x il movimenti) è posto anteriormente al nucleo.

Epimastigote → forma di comune riscontro in coltura e nelle ghiandole salivari dei vettori. Ha una forma allungata, è di dimensioni simili al promastigote. Il flagello fuoriesce nel terzo anteriore del corpo protozoario, con il quale rimane in contatto x mezzo di una membrana ondulante sino al polo anteriore, dove è libero.

Trypomastigote → di grandi dimensioni (15-30 μm). È la forma circolante nel sangue (osservata nei preparati). Il flagello è nel polo posteriore del corpo e di dirige verso il polo anteriore rimanendo ad esso adeso x mezzo di una membrana ondulante, e al livello dell'estremità anteriore si rende libero. Il cinetoplasto è posteriore al nucleo.

Non si conoscono cisti o forme di resistenza.

La trasmissione avviene sempre x mezzo di artropodi ematofagi nei quali il protozoo svolge una parte del ciclo vitale (vettori biologici).

I generi che interessano la medicina sono: - TRIPANOSOMA

- LEISHMANIA



TRIPANOSOMI

Nell'uomo i tripanosomi sostengono:

Tripanosomiasi americana: Tripanosoma cruzi (ciclo vitale tutti i morfotipi)


Tripanosomiasi africana:    Tripanosoma brucei gambiense

Tripanosoma brucei rhodesiense


T. brucei (gambiense e rhodesiense) hanno un ciclo vitale che prevede solo la forma trypomastigote circolante e la forma epimastigote nell'insetto vettore.

T. cruzi e brucei si dividono x fissione binaria.



TRIPANOSOMA CRUZI : tripanosomiasi americana


AGENTE EZIOLOGICO E CICLO VITALE

Sono stati isolati focolai in America latina, Argentina, Messico.

È una tipica malattia del sottosviluppo, poiché gli emitteri vettori (della famiglia Reduvidae), responsabili della trasmissione dell'infezione, trovano l'habitat ideale nelle irregolarità costruttive delle case di fango e legno che costituiscono la > parte delle periferie delle metropoli sud americane.

Forma di Trypomastigote T. cruzi, responsabile dell'infezione viene emesso con le feci del vettore durante il pasto ematico e penetra la cute, tramite le soluzioni di continuo indotte dal grattamento.

Forma amastigote: vanno a colonizzare il sistema macrofagico nel quale si verifica una prima moltiplicazione x scissione binaria. La presenza della fase amastigote intracellulare, consente di sfuggire all'azione degli anticorpi specifici.

Forma di Trypomastigote: La successiva fase ematica, permette la colonizzazione a distanza nel sistema reticolo-macrofagico e nelle cellule muscolari striate e lisce, ponendo le basi x le manifestazioni cliniche della malattia: dilatazione cardiaca, megacolon, megaesofago.

Gli emitteri si contaminano all'atto del pasto ematico mediante ingestione delle forme Trypomaticoti circolanti, che si tramutano nell'intestino, prima in epimastigoti e poi in forme metacilciche infettanti.


PATOGENESI E FORME CLINICHE

Periodo di incubazione silente di 15-20gg, caratterizzato da una lesione nodulare alla porta di ingresso del parassita (chagoma)

Fase ematica seguono sintomi aspecifici, febbre, epatosplenomegalia, linfoadenomegalia. Tale fase dura diverse settimane e può residuare nella fase cronica, se trascurata.

Fase cronica: può seguire l'infezione anche di alcuni decenni. Gli organi + colpiti sono: cuore, l'esofago, il colon. Il cuore si presenta dilatato, con pareti assottigliate e con possibile presenza di trombi. Il fascio di His è sede di intensa colonizzazione infiamatoria, con possibile fibrosi.


DIAGNOSI E TERAPIA

Ricerca diretta -> è di utile impiego nella fase acuta. Il ciclo vitale di T. cruzi permette la sua ricerca diretta solo a partire dal sangue durante la fase ematica, mediante esame a fresco, strisco sottile colorato (May-Grumwald-Giemsa), tecniche di concentrazione (goccia spessa). Si può far contemporaneo ricorso alla coltura in terreno NNN (Novy-McNeal e Nicolle, questo terreno deve essere costruito in laboratorio vedi appunti...) e alla prova biologica in topino, aumenta il livello di sensibiltià della ricerca diretta del parassita nella fase ematica.

Tecniche sierologiche -> utili nella fase acuta.

TERAPIA: benzinidazolo



TRIPANOSOMA bucei gambiense e

TRIPANOSOMA brucei rhodesiense

(tripanosomiasi africana)


AGENTE EZIOLOGICO E CICLO VITALE

È conosciuta anche come "malattia del sonno". Si conoscono 2 entità nosologiche, distinte tra loro in base all'area di endemia, alla presenza del serbatoio animale:

Tripanosoma brucei rhodesiense: tripanosomiasi est-Africana; è trasmessa da glossine "xerofile", x la loro tendenza a vivere in zone aride della Savana, dove vivono gli animali che ne costituiscono il serbatoio (antilopi). Provoca nell'uomo un'infezione che spesso evolve in forme acute che possono portare rapidamente a morte il soggetto.

Tripanosoma brucei gambiense : tripanosimiasi ovest-Africana; trasmesso da glossine "igrofile", x la loro tendenza a vivere in zone umide, nn dimostrato alcun serbatoio animale. È un parassita esclusivo dell'uomo, provoca una patologia, che ha un andamento cronico ("malattia del sonno") che si prolunga x anni.

Il ciclo vitale: è identico nelle 2 forme e comporta l'inoculazione della glossina sotto forma metaciclica infettante, che raggiunge il circolo ematico, dopo essere andata incontro a una 1° moltiplicazione nel sottocute (nel sito di inoculo con reazione locale). La forma trypomastigote circolante può colonizzare a distanza il sistema linfatico e il SNC, rendendosi responsabile della manifestazione clinica della malattia.


PATOGENESI E FORME CLINICHE

Periodo di incubazione: caratterizzato da una lesione cutanea locale nel punto di inoculo ed ha durata di 20gg fino a 1 anno.

Fase emolinfatica: corrisponde al periodo di invasione ematica del protozoo. I protozoi raggiungono le stazioni linfonodali, sede di intensa reazione infiammatoria. Da qui i protozoi raggiungono la circolazione generale, interessamento di cuore e milza. Questa fase è caratterizzata da: febbre, compromissione dello stato generale, linfoadenomegalia, epatosplenomegalia.

Fase di localizzazione cerebrale: ha un andamento + cronico nella forma occidentale (l'infezione perdura x mesi, con elevata parassitemia, prima di causare la morte) mentre + acuta è quella orientale, con conseguenze gravi a + breve termine. A livello del SNC causa un'invincibile sonnolenza (il paziente si addormenta mentre porta il cibo alla bocca, cachessia e morte) cefalea, astenia.


DIAGNOSI E TERAPIA

- La diagnosi diretta-> evidenziazione del protozoo:

nel sangue e negli aspirati ghiandolari(fase emolinfatica), la diagnosi si avvale sia dell'esame a fresco, che dell'osservazione dello striscio di sangue sottile colorato con May-Grumwald-Giemsa e della goccia spessa.

nel liquor cefalorachidiano (fase cerebrale), esame condotto sul liquor, è opportuno procedere all'isolamento colturale il terreno NNN.

- La diagnosi indiretta ->ricerca di una risposta anticorpale specifica

-TERAPIA: - fase acuta: suramide sodica

- fase cerebrale: melarsoprolo (ottima diffusibilità barriera ematoencefalica).


LEISHMANIE (emoflagellati)

Le leishmaniosi si possono dividere in:

- Leishmaniosi viscerale (kala-azar):

Leishmania donovani donovani (viscerale indiana) → ha come serbatoio l'uomo, e come vettore il pappatacio (Phelebotomus spp.).

Leishmania donovani infantum (viscerale medio-orientale e mediterranea) → ha come serbatoio il cane o la volpe e come vettore il pappatacio (Phelebotomus perniciosus)


- Leishmaniosi cutanea del Vecchio Mondo:

Leishmania tropica minor (cutanea secca o urbana) → ha come serbatoio il cane e l'uomo. È diffusa nel mediterraneo e sostiene una forma cutanea: si ha la lesione nel punto di inoculo, è poi fagocitata dai macrofagi, la leishmania si moltiplica e dà origine a lesioni simili a foruncoli, che poi diventano crateri ai cui margini le leishmanie continuano a replicarsi sempre all'interno di macrofagi. Diagnosi microbiologica : biopsia della parte esterna della lesione.

Leishmania tropica maior (cutanea umida o rurale) → ha come serbatoio il roditore. È diffusa in Asia.


- Leshmaniosi cutanea del Nuovo Mondo

Leishmania braziliensis→ vettore è il pappatacio (Lutzoma spp.). Sostiene una forma maculo-cutanea che interessa le cavità nasali fino ala erosione della cartilagine nasale.


AGENTE EZIOLOGICO E CICLO VITALE

Le differenti specie sono morfologicamente indistinguibili tra loro in MO. La differenziazione tra i complessi viene effettuata sulla base delle caratteristiche cliniche ed epidemiologiche.

Il ciclo vitale di tutte le specie di Leishmania prevede solo le forme amastigote (nell'ospite vertebrato) e promastigote (nell'insetto vettore e in coltura).

Nelle specie del gruppo Leishmania donovani, i parassiti diffondono rapidamente dal punto di inoculo, invadendo le cellule reticolo-edoteliali e parenchimali (milza, fegato, linfonodi, midollo osseo).

Nelle specie che fanno parte dei complessi Leishmania tropica e L. brazilienses, i protozoi inoculati sottoforma promastigote¸vengono fagocitati dagli elementi del reticolo-endotelio, in cui si moltiplicano x scissione binaria sotto forma di amastigote, producendo la lisi della cellula ospite e la diffusione x continuità dell'infezione.


PATOGENESI E FORME CLINICHE

Leishmaniosi viscerale → in corso di leishmaniosi, il sistema reticolo-endoteliale è ricco di macrofagi "nn attivati" da un'efficace risposta linfocitaria (T-CD4+/Th-1). Dopo 2-4 mesi di incubazione, si rende clinicamente evidente l'interessamento generalizzato con febbre, epatosplenomegalia, linfoadenomegalia, iperplasia macrofagica del midollo osseo (anemia, leucopenia, trombocitopenia). Con il progredire dell'infezione, la febbre assume carattere ondulante e possono verificarsi fenomeni edematosi, dissenterie e emorragie mucose. Progressivamente lo stato generale del paziente decade, in assenza di terapia, sino alla cachessia terminale. Nelle forme + acute lo stadio terminale si verifica dopo 3-4 settimane ma nella > parte dei casi ha un decorso sub acuto che dura diversi mesi.

Leishmaniosi cutanea del Vecchio Mondo → periodo di incubazione di 4-8 settimane; appare la tipica lesione evolutiva nella sede di inoculo (volto, braccia). La lesione può assumere un aspetto papulo-nodulare non ulcerato o esordire come macula ulcerata al centro che si estende x continuità nei tessuti circostanti.

Leishmaniosi cutanea del Nuovo Mondo → si intende una molteplicità di patologie mucocutanee causate dalle specie appartenenti al complesso L. braziliensis e generalmente localizzate sulle parti scoperte (volto e braccia).


DIAGNOSI E TERAPIA

Leishmaniosi viscerale → la diagnosi di basa sull'identificazione MO diretta del protozoo a livello degli organi colpiti (midollo osseo, milza, linfonodi, fegato), prelevati mediante biopsia o agoaspirato. Si può ricorrere alla colorazione di Giemsa, x evidenziare l'amastigote all'interno della cellula reticolare. Alla ricerca microscopica può essere utile associare la semina del materiale in terreno NNN. La diagnosi indiretta: si avvale dell'identificazione di una risposta immunitaria umorale (tecniche sierologiche -> immunofluorescenza diretta IFA, l'ELISA) che cellulo-mediata (intradermoreazione). TERAPIA: derivati atimoniali della N-acetilglucamina; amphotericina B. La guarigione si accompagna a una solida immunità cellulo-mediata.

Leishmaniosi cutanee → il protozoo può essere messo in evidenza direttamente nell'essudato delle lesioni ulcerative mediante grattamento o biopsia del fondo dell'ulcera. Le L. appaiono sotto forma di amastigote nelle cellule reticolari. TERAPIA: antimoniato di N-acetilglucamina.

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