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Malattia da Cytomegalovirus
CMV è un agente ubiquitario che può determinare varie sindromi nei bambini e negli adulti. La sua principale caratteristica consiste nella capacità di rimanere latente nell'organismo dopo l'infezione primaria e riattivarsi a distanza di mesi o di anni. Le cellule che fungono da reservoir di CMV durante il periodo di latenza non sono note con precisione ma probabilmente comprendono i monoliti, linfociti e forse i granulociti. E' stata avanzata l'ipotesi di un'eventuale oncogenicità del virus. L'infezione da parte di CMV ha una diffusione molto elevata; la malattia è evento più raro.
Eziologia. CMV è un virus a DNA a doppia elica con un capside proteico e un involucro lipoproteico.
Epidemiologia e patogenesi. Nel primo decennio di vita il contagio avviene per via respiratoria, successivamente si aggiungono le possibilità di trasmissione sessuale. L'infezione può essere trasmessa anche col sangue. Alla penetrazione dei virus fa seguito una disseminazione per via ematogena ai vari organi e tessuti. Nel sangue CMV è veicolaro dai leucociti. Nei tessuti CMV provoca la comparsa di tipiche cellule citomegaliche di grosse dimensioni e con inclusioni nucleari e citoplasmatiche. Dette cellule sono osservate in: ghiandole salivari, polmone, fegato, rene, surrene, vie digerenti, pancreas, SNC. Nell'ospite si attua produzione di plasmacells, linfociti e monociti-macrofagi; talvolta si sviluppa una reazione granulomatosa, soprattutto nel fegato.
L'infezione è prevalentemente asintomatica; la guarigione presuppone una risposta immunitaria normoergica.
Dopo la fase viriemica dell'infezione primaria, molti soggetti albergano il virus in vari orani per mesi o lo eliminano con le secrezioni. Negli immunocompromessi la risposta cellulo-mediata alterata può condurre alla malattia citomegalica anche per reinfezione endogena.
Sintomatologia
Infezione primaria acquisita. Nel bambino e nell'adulto immunocompetente l'infezione decorre in maniera asintomatica. Quando si estrinseca clinicamente, si evidenzia in genere con una sindrome febbrile aspecifica e benigna, accompagnata da faringodinia.
Talora la manifestazione clinica è più tipica e il sospetto viene posto per la comparsa si una sindrome mononucleosica (mononucleosi da CMV), di frequente riscontro nei giovani adulti sessualmente attivi. Il periodo di incubazione è di 20-60gg e i sintomi sono: cefalea, mialgia, malessere e astenia profonda. Obiettivamente si apprezza splenomegalia. A differenza della mononucleosi da EBV la firingotonsillite essudativa e la linfoadenopatia cervicale sono rare.
La maggioranza dei pz guarisce in 2-4 settimane ma l'astenia perdura e l'escrezione di CMV con le urine può durare per anni.
Infezione dell'ospite immunocompromesso. Il pz immunologicamente defecato spesso presenta la malattia da CMV, soprattutto se è alterata la risposta cellulo-mediata. La malattia può essere espressione o di un'infezione primaria o più spesso di una reinfezione endogena. Il CMV è la più importante causa di complicanze infettive dei trapianti d'organo. Nel pz con AIDS quando la conta dei linfociti CD4+ è sotto i 50-100microL l'infezione da CMV è molto frequente e si manifesta con retinite, esofagite, colite ulcerativa, encefalite e poliradicolite subacuta progressiva. L'interessamento sistemico della cytomegalovirosi disseminata è una delle principali cause di morte nei pz con HIV.
Infezione congenita e connatale. La contaminazione fetale avviene unicamente nel corso di infezione primaria della madre. Il contagio al momento della nascita non provoca in genere malattia acuta. Il neonato presenta basso peso alla nascita e uno o più dei seguenti sintomi: epatosplenomegalia, porpora piastrinopenica, alterazioni neurologiche, polmonite interstiziale persistente. Si rilevano in ordine di frequenza decrescente: IgM sieriche (> 0,2 g/L), linfociti atipici, aumento ALT/AST e bilirubina, iperprotidorrachia.
Diagnosi. E' complessa. L'isolamento di CMV può essere effettuato su campioni di saliva, sangue, urine, secrezioni cervicali, prelievi endoscopici e frammenti bioptici. In tutti i pz è utile il mezzo shell vial (coltura rapida), con identificazione immunocitochimica di CMV mediante anticorpi monoclonali diretti contro i suoi antigeni immediati precoci pp65 e pp72. L'esame istopatologico può confermare il sospetto diagnostico, rivelando all'oservazione del frammento bioptico l'aspetto ad "occhio di gufo" delle cellule infettate da CMV.
Terapia. Nell'ospite immunocompetente la risoluzione è spontanea. Nei pz con AIDS si usa ganciclovir o foscarnet.
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