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I Corinebatteri
Sono detti così per la spiccata somiglianza con i micobatteri e gli actinomiceti.
Hanno diametro tra 1-5mm; sono a forma di clava, ammassati a forma di ideogrammi.
Sono G+ e G variabili ed alcool-solubili. Sono sprovvisti di capsula, asporigeni, immobili con caratteristiche granulazioni (lipidi e polifosfati). Sono aerobi-anaerobi facoltativi, crescono con K2TeO3.
Corynebacterium Dyphteriae è l'agente etiologico della difterite, colpisce solo gli umani nell'infanzia.
La Difterite è un'infiammazione della mucosa con necrosi dell'epitelio inglobato. Si forma un essudato ricco in monociti e leucociti e fibrina, formando delle membrane grigiastre (pseudomembrane) adese al sottomucoso. Ha localizzaione nel rinofaringe, tonsille, velopendulo, ugola. Da qui alla congiuntiva, orecchio medio, cute. La tossina difterica ha diffusione sistemica mediante sangue, raggiungendo il miocardio, fegato, reni, surrenali, nervi cranici e periferici (paralisi del palato molle, mm. Oculari e anche gli arti).
Antigeni e fattori di virulenza
Polisaccaridi: arabinogalactani esterificati con acidi grassi a lunghissima catena in posizione a (acido corynemicolico e acido corynemicolenico).
Strato proteico cui è legato il trealosio e l'acido corynemicolico, detto fattore cordale (simile al fattore cordale dei micobatteri), la cui porzione polisaccaridica forma l'antigene O, gruppo-specifico, mentre la porzione proteica forma l'antigene K, tipo-specifico.
Tossina difterica: è l'unica arma a disposizione di C. Diphteriae; è un'unica catena polipeptidica del peso di 62.000, con due ponti disolfuro intracatenari. Penetra nell'epitelio mucoso e si diffonde attraverso il circolo linfatico, legandosi a tutte le cellule cui entra in contatto, soprattutto le fibre muscolari striate ed i miociti. Questa è codificata dal gene denominato tox ed è sotto il controllo di un repressore funzionale solo dopo combinazione con lo ione Fe2+; se ce n'è troppo, la tossina non è prodotta. L'esatto meccanismo di funzionamento è legato alle due subunità A e B: la subunità B permette di legare la tossina alle zone idrofobe delle superfici cellulari, in cui crea un canale; la rottura del ponte disolfurico permette l'ingresso della subunità A nella cellula che è un enzima ADP-ribosilante, il quale catalizza il legame tra ADP-ribosio ed il fattore EF2, regolatore di sintesi proteica; la sintesi risulta bloccata.
Diagnosi diretta
Esame microscopico: frammento di pseudomembrana; ricerca di corinebatteri è indicativo di infezione.
Esame colturale: terreno di Loffler: siero di vitello coagulato (crescita in 4-8 ore) o in una piastra di agar-sangue con Tellurito di Potassio (crescita in 24-48 ore); le colonie hanno due aspetti principali: miti (2-3 mm di diametro, rotonde, a margini netti e calotta convessa) e gravi (3-4 mm di diametro, con centro rilevato, margini frastagliati e strie radiali)
Diagnosi indiretta
Immunofluorescenza: impiego di sieri immuni anti-tossina che si legano ai corinebatteri tossigeni, sulla cui superficie è sempre presente una certa quantità di tossina.
Esistono altri Corinebatteri nell'uomo e sono detti pseudodifetrici: C. Xerosis e C. Pseudodyphtericum; questi si distinguono da C. Dyphteriae per fermenatazione di zuccheri:
Dyphteriae: glusosio.
Xerosis: glucosio e saccarosio.
Pseudodyphtericum: nessuno dei due.
Somministrazione di siero immune anti-tossina (1000 U.I/kg i.m.).
Penicillina 4-6 milioni U/die o eritromicina 2g/die (adulti) e 50 mg/die (bambini) per 10 giorni.
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