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Endoscopia tradizionale
L endoscopia intestinale è un esame strumentale che permette l esplorazione del tratto digestivo basso. Quando si esaminano il retto e il sigma (le parti terminali dell'intestino), si parla di rettosigmoidoscopia mentre quando si studiano anche le restanti parti del colon si parla di colonscopia. Per l'esecuzione viene utilizzato l'endoscopio (cfr. Arjo J. Loeve (Fig. 1.5), un tubo flessibile lungo circa 1,5 m all'interno del quale sono presenti alcuni canali per il passaggio di: strumentazione specifica, aria o acqua e cavi elettrici. Nella parte finale, lunga circa 10 cm, sono presenti tre uscite: nella prima è presente una telecamera
digitale per la visualizzazione della mucosa interna dell'intestino, nella seconda dei led o fibre ottiche come fonte di luce mentre la terza permette il passaggio di una specifica strumentazione o l'insufflazione di aria per dilatare l'intestino nel caso in cui fosse collassato. Quest'ultima parte facilmente manovrabile dal medico può essere curvata in due direzioni grazie alla presenza di un controllo manuale sull'impugnatura del dispositivo.
L applicazione principale della colonscopia riguarda l indagine dello stato di salute della mucosa colica, al fine di individuare eventuali lesioni, ulcerazioni, occlusioni o masse tumorali nelle immagini che scorrono sullo schermo.
La colonscopia ha quindi essenzialmente due grossi campi applicativi: lo screening del cancro al colon e la ricerca di elementi diagnostici in presenza di segni e sintomi di natura intestinale.
Il tumore colorettale infatti è il terzo tumore più frequente in entrambi i sessi in
Fig. .5
Europa e Stati Uniti e in particolare in Italia costituisce la seconda causa di mortalità per tumore, nelle donne dopo il tumore alla mammella e negli uomini dopo il tumore al polmone. I ricercatori del Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York, uno dei più prestigiosi centri anti-cancro del mondo, hanno dimostrato che si può prevenire i tumori colorettali e ridurne del 5 % la mortalità
attraverso programmi di screening che utilizzano la colonscopia. I tumori del colon retto originano da escrescenze, dette comunemente polipi, della mucosa (parte interna) del colon, l ultimo tratto dell intestino, lungo circa 130 cm. I polipi sono essenzialmente di due tipi: infiammatori (assolutamente benigni) e adenomatosi. Questi ultimi possono, crescendo in dimensioni, dare origine a delle trasformazioni cellulari che, in una certa percentuale di casi, può portare allo sviluppo di un tumore vero e proprio. Il processo di trasformazione avviene lentamente, nell'arco di un periodo lungo anni. Nel 1980, sempre al Memorial Sloan Kettering, fu lanciato un programma di screening multicentrico chiamato National Polyp Study (Nps) che ha arruolato 9112 pazienti, seguiti longitudinalmente per 22 anni. A 2602 pazienti, al netto di quelli già ammalati di neoplasia conclamata al momento della prima colonscopia (422 , grazie allo screening furono riscontrati e rimossi svariati polipi adenomatosi. Le morti per carcinoma colorettale nell arco di poco più di due decenni, in questo gruppo di pazienti, furono 12. In un analogo gruppo di pazienti non sottoposti a screening, stando alle statistiche dei registri tumori, se ne sarebbero attesi 25,4: il 3% o in più. Lo studio cfr. A.G. Zauber et al) è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista New England Journal of Medicine il 23 febbraio 2012. Le principali organizzazioni scientifiche gastroenterologiche: American Cancer Society, American College Gastroenterology, Società Italiana Endoscopia Digestiva raccomandano la prima colonscopia di screening per popolazioni sane" a rischio normale a 50 anni e, le successive, se non vengono riscontrate anomalie, ogni 10 anni. Sono invece state individuate popolazioni di pazienti a rischio maggiore, che quindi devono essere sottoposte a colonscopia con intervalli più frequenti, e soprattutto prima dei 50 anni come ad esempio: pazienti con parenti di primo o secondo grado operati di tumore al colon, specialmente se in giovane età (40 anni); pazienti affetti da poliposi del colon; da retto colite ulcerosa malattia autoimmune infiammatoria cronica del colon); e infine, naturalmente, pazienti che hanno già subito l asportazione di polipi adenomatosi del colon o addirittura di tumori del colon.
Oltre che nello screening del cancro al colon retto, la colonscopia viene tipicamente utilizzata per indagare le origini di sintomi come dolori addominali, sanguinamento rettale, stipsi o diarrea cronica, frequenti alterazioni dell alvo (periodi di stitichezza alternati ad episodi diarroici), anemia sideropenia di origine sconosciuta, tenesmo (sensazione di incompleta evacuazione delle feci), emissione di escrementi nastriformi e abbondante presenza di muco nelle feci. Molti di questi sintomi sono riconducibili anche alle forme tumorali del cancro al colon retto
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