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Per anoressia si intende la perdita totale o parziale, dell'appetito. Questo stato di incapacità di assumere regolarmente cibo si può ricollegare a cause organiche, quali tumori dell'apparato digerente, epatiti infettive, ipotiroidismo e deficit funzionali dell'ipotesi o a turbe dell'affettività.
L'anoressia mentale più frequente è quella essenziale che colpisce con maggiore frequenza le femmine, mentre i maschi vanno soggetti a forme secondarie o pseudoanoressiche.
Nelle forme essenziali, come ritiene Lanzi "vi è un iperattivismo irriducibile ed il corpo è apparentemente privo di ogni interesse e di ogni attenzione da parte del malato", in quella secondaria c'è invece uno stato di preoccupazione da parte del malato che si vede deperire e che desidera assumere il cibo senza tuttavia riuscire in questo intento.
Il pseudoanoressico, a parole, dimostra l'intenzione di alimentarsi normalmente senza tuttavia mettere in pratica questa volontà che è più verbale che non veramente sentita. Si può anche dire che l'anoressia secondaria è un sintomo di un quadro più vasto riconducibile ad uno stato nevrotico, all'ipocondria, ad una psicosi.
E' evidente quindi la netta differenza esistente con l'anoressia mentale essenziale in cui esiste il vero rifiuto del cibo visto come qualche cosa inquietante.
La malattia, nei tempi passati, era piuttosto rara: sono note alcune descrizioni nel 500 e nel diciassettesimo secolo: oggi tuttavia è in costante aumento.
Essa è caratteristica di soggetti apparentemente sani, tranquilli, "buoni", con un comportamento soddisfacente in ogni campo e direzione. L'ambiente familiare è spesso apparentemente sereno; i genitori si dimostrano miti, uniti e molto vicini ai figli che sono ricoperti di attenzioni e di regali con la precisa volontà di essere per questo da loro gratificati assumendo comportamenti secondo modelli a loro cari. Alla base spesso sta un matrimonio non soddisfacente in cui i genitori cercano che i figli soddisfino le loro esigenze ed aspettative
Secondo alcuni autori la famiglia di questo tipo è caratterizzata dal fatto che i genitori sono delusi dai loro parters e quindi sollecitano i figli "a soddisfare in maniera vicaria quanto fa difetto nel coniuge frustrante..E' un matrimonio a tre, nel senso che ogni componente della famiglia è sposato con due persone; i genitori tra di loro e con il figlio, il figlio con il padre e con la madre". Ciò, se da un lato può essere soddisfacente per i genitori che risultano in tal modo appagati, non lo è per il figlio che non riesce a sviluppare l'autonomia di cui ha bisogno nell'ambito della sua maturazione psicologica
Questa crisi d'identità porta il giovane ad uno stato di incapacità e di inutilità. La madre diviene così un essere onnipotente fonte di odio e di bisogno. Rifiutare il cibo significa cancellare la dipendenza che viene imposta dall'ambiente: il cibo diviene" pericoloso e contaminante" in quanto perpetua questo rapporto. L'anoressico, specie in età prepubere, rifiuta così di alimentarsi non sedendo a tavola con i genitori, sminuzzando il cibo che alla fine non viene regolarmente assunto.
Frequente è un esasperato timore di riacquistare il peso normale; spesso è presente il timore di perdere il controllo dell'alimentazione e di divenire obesi.
L'anoressica, spesso, è stata, nell'infanzia una bambina il più delle volte figlia unica di genitori iperprotettivi e rigorosi con cui come già accennato si è instaurato un legame stretto ed ambivalente.
La personalità può presentare attitudini ossessive, rigide, limitative e componenti isteriche.
L'insorgenza di questo stato patologico spesso è associata a conflitti di tipo emotivo Inerenti l'accettazione del proprio ruolo e conflitti in particolare con la madre. Spesso l'anoressia trae origine da una riduzione della dieta perché la giovane si sente grassa o è stata presa in giro per la sua struttura corporea; altre volte deriva da uno stato depressivo.
Compare spesso amenorrea, irsutismo, alterazioni nella secrezione degli estrogeni e particolarmente dell'ormone follicolostimolante che viene secreto dalla parte anteriore dell'ipofisi.
Quanto fino ad ora esposto riguarda in generale tutti gli anoressici, ma in modo particolare le femmine in età prepubere e pubere.
La pseudoanoressia o anoressia secondaria come già accennato, è invece più frequente nel sesso maschile.
E' sempre caratterizzata dall'incapacità. di assunzione del cibo ma con un comportamento alimentare sostanzialmente diverso.
Esiste infatti la preoccupazione per il proprio corpo emaciato e malridotto a causa del non mangiare per cui l'impegno ad alimentarsi è sentito, ma non esiste la possibilità di introdurre adeguatamente cibo. Questo quadro rientra in quello delle nevrosi ed è quindi da intendersi come un aspetto di una patologia di più ampia portata da valutare con maggiore attenzione
E' un eccesso di appetito che fa seguito ad una esigenza impellente di placare la fame. Ciò porta a stati di superalimentazione che possono provocare un senso sgradevole di pienezza gastrica, nausea, malessere. E' un sintomo frequente nell'anoressia nervosa, nelle nevrosi e nella schizofrenia.
Con questo termine si indica la mancanza del flusso mestruale. La ragazza presenta tutti i caratteri sessuali secondari, tuttavia il suo organismo non è in grado di provocare la mestruazione. Ciò avviene durante la gravidanza e molto spesso in giovani donne obese.
Esistono meccanismi biormonali legati all'attività delle gonadotropine, l'obesità ed il centro della sete sembra giochino, in ciò, un ruolo importante.
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