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Cellule staminali




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CELLULE STAMINALI


Uno dei problemi che la bioetica si trova a dover affrontare quotidianamente è, senza dubbio, quello posto dalle cellule staminali. Infatti, la ricerca in questo campo fa ogni giorno passi da gigante e si propone come la prossima ed imminente rivoluzione della medicina. Ultimamente se ne sente molto parlare anche in televisione, in quanto il dibattito che il loro utilizzo ha scatenato è molto acceso. Tuttavia per comprendere il dibattito, è innanzitutto necessario capire di cosa si sta parlando.

Le cellule staminali sono particolari cellule il cui destino non è ancora stato fissato. Esse sono cellule che non essendo ancora specializzate, o meglio, differenziate, sono in grado di produrre diversi tipi di tessuti presenti nel corpo umano tramite una procedura chiamata, appunto, differenziazione. Perciò, si può dire che, almeno potenzialmente, con le cellule staminali si può creare un osso così come un muscolo.

Sono proprio queste proprietà a fare delle cellule staminali il centro di moltissimi studi in ogni angolo del mondo. Infatti, l'abilità di sviluppare nuovi tessuti potrebbe essere estremamente utile per la cura di patologie gravi ed invalidanti piuttosto che per la produzione di sangue in mancanza di donatori umani. In secondo luogo, lo studio sulle cellule staminali può darci tantissime informazioni sulla nostra storia biologica; ad esempio può spiegare come può un embrione composto da due sole cellule diventare un organismo così complesso.

Esistono diversi tipi di cellule staminali aventi caratteristiche differenti. Un primo tipo è costituito dalle cellule staminali embrionali, ovvero quelle cellule che formano l'embrione nelle primissime fasi di sviluppo. Esse sono dette totipotenti, in quanto in grado di dare origine a qualsiasi tipo di cellula presente nel corpo umano. Ci sono poi le cellule staminali fetali, cioè le cellule che costituiscono il feto. Esse sono multipotenti, quindi possono contribuire alla creazione di più tipi di cellule ma non di tutti i tipi. Infine ci sono le cellule staminali adulte, presenti in un organismo già formato, utilizzate per accrescere e sviluppare i tessuti durante il periodo della crescita oppure per sostituire cellule morte. Queste sono multipotenti od unipotenti, quindi in grado di creare alcuni se non un solo tipo di cellula.

Sui giornali e in televisione si sente sempre più spesso parlare dell' importanza del cordone ombelicale, in quanto fonte di cellule staminali e del continuo aumento di centri dove è possibile conservarlo. In effetti, il cordone ombelicale contiene cellule aventi caratteristiche simili a quelle presenti in un organismo adulto ( sono dette multipotenti), ma sono estremamente abbondanti, mentre in un adulto le cellule staminali sono molto difficili da individuare. Allo stato attuale degli studi, sembra che le cellule staminali del cordone ombelicale possano solamente essere impiegate per la produzione di sangue, ma nella scienza mai dire mai.

La differenza esistente fra le cellule staminali ( che ci permette di distinguerle in totipotenti, multipotenti ed unipotenti) è il loro grado di differenziazione. Più una cellula si specializza meno sarà "universale". Le ricerche, quindi, si stanno concentrando proprio sul processo di differenziazione e in particolare, sulle cause che portano a questo processo. Infatti, una volta noti, sarà possibile riprodurli in laboratorio, e creare artificialmente i diversi tipi di cellule, o almeno così si spera. Questi obiettivi sono ancora piuttosto lontani da raggiungere, ma i risultati che ogni giorno vengono ottenuti fanno pensare che non si tratti di vera e propria fantascienza. Ciò che è certo è che le cellule comunicano fra loro mediante segnali chimici. Quando viene a mancare un tipo di cellula o c'è un danneggiamento di gruppi di cellule vengono rilasciate delle sostanze chimiche che "avvertono" le cellule staminali, che a loro volta si attivano e cominciano il processo di differenziazione.

Tuttavia, come già dimostrato prima, l'attenzione della comunità scientifica si sta concentrando sulle cellule embrionali staminali, in quanto sono quelle che hanno le potenzialità di sfruttamento maggiori. Esse vennero isolate e mantenute in vita per la prima volta dal biologo James Thomson nel 1998. Fino a qualche anno fa, lo studio di cellula staminali embrionali era possibile solo quando embrioni in eccesso nella fertilizzazione in vitro, venivano donati alla ricerca mentre oggi, si stanno cercando nuovi metodi più accettabili eticamente.

Tuttavia la ricerca sulle cellule embrionali staminali è ancora agli inizi proprio a causa del dilemma etico che hanno provocato non solo nella comunità scientifica, ma nell'opinione pubblica. Infatti, ottenere almeno una linea cellulare significa la distruzione dell'embrione, quindi di un essere umano già concepito. Il dibattito, quindi, vede contrapposti coloro che hanno scelto una posizione prudente e contraria all'utilizzo delle cellule embrionali e coloro che, invece, sostengono la ricerca sulle cellule embrionali, fermo restando che le cellule utilizzate sarebbero prelevate da embrioni congelati che verrebbero comunque distrutti in seguito alla perdita della loro efficacia dopo anni di conservazione.

Di fronte a questa problematica, i vari stati del mondo hanno attuato politiche diverse. Ad esempio la Germania considera illegale l'estrazione di cellule staminali da un embrione. In Gran Bretagna, invece, tutto ciò è perfettamente legale, ma le condizioni sono rigorose: l'embrione utilizzato ai fini della ricerca deve essere fecondato da meno di quattordici giorni. Anche negli USA tutto ciò è già legale, mentre in Italia è possibile la conservazione di cellule staminali placentari solo a scopo "personale", o più precisamente intrafamiliare. Altrimenti, la legge italiana permette, previa autorizzazione da parte delle autorità di conservare il cordone ombelicale e spedirlo all'estero in laboratori privati, mentre non è possibile la ricerca sulle cellule embrionali. Ci sono, poi, molti stati che ancora oggi non si sono espressi a riguardo e non hanno fornito una legislazione adeguata a regolare questo campo di ricerca.

Inoltre, ci sono stati, dove la ricerca non solo è permessa, ma sta anche raggiungendo risultati importanti. È il caso della Corea del sud, dove già nel novembre del 2004 sono state sperimentate con successo terapie basate su cellule staminali multipotenti, prelevate dal cordone ombelicale, che hanno permesso ad una donna paralizzata di tornare a camminare con l'aiuto di un tutore. Infatti, le cellule sono state iniettate nella zona danneggiata della colonna vertebrale della donna e hanno permesso il miglioramento. Il lavoro è stato svolto dai professori Chang-hun e Kyung-sun a Seoul. 

Negli ultimi tempi si sta aprendo un'ulteriore strada per la ricerca scientifica. Infatti, si è scoperto che le cellule contenute nel liquido amniotico, oltre ad essere staminali multipotenti, sono estremamente "vitali", ciò significa che sono in grado di moltiplicarsi centinaia di volte e possono differenziarsi in vari tessuti embrionali. Esse sono facilmente recuperabili poiché si trovano nei campioni residui prelevati per l'effettuazione dell'amniocentesi. Il vantaggio di questo tipo di cellule sta nel fatto che esse non presentano problemi etici e che possono essere utilizzate a scopo autologo, cioè sull'individuo stesso senza alcun rischio di rigetto, cosa che non è possibile con le cellule embrionali, dato che l'embrione viene distrutto. La ricerca in questo ambito è ancora agli stadi iniziali, ma ciò che è certo ad oggi è che queste cellule sono in grado di differenziarsi in tessuti cartilaginei, ossei, adiposi e neurali. Un'altra scoperta, altrettanto importante e recente, è quella relativa alle cellule staminali presenti nel midollo osseo di un adulto, le quali sembrano essere in grado di differenziarsi in più tipi di cellule, sebbene abbiano una vitalità minore rispetto a quelle presenti nel liquido amniotico piuttosto che nel cordone ombelicale.

La ricerca sulle cellule staminali pur essendo relativamente nuova, trova il suo inizio nel 1960, quando Joseph Altman e Gopal Das dimostrarono l'esistenza di staminali nel cervello adulto, cosa che prima era assolutamente considerata impossibile. Si riteneva, infatti, che non ci potesse essere produzione di neuroni dopo la nascita. Nel 1978 vennero trovate le prime cellule staminali nel cordone ombelicale umano. La ricerca, tuttavia, subì una battuta d'arresto, quando nel 1995 l'allora presidente degli Stati Uniti, Bill Clinton, rese illegali i fondi federali per la ricerca sulle staminali se ottenute tramite la distruzione di un embrione. Nel 1997 si scoprì che la leucemia, malattia che, a tutt'oggi, è considerata una delle più gravi per l'uomo, è originata da cellule staminali. Come già detto prima, nel 1998 venne isolata la prima linea di cellule embrionali staminali, mentre quelle del liquido amniotico verranno trovate solo dieci anni più tardi, nel 2007.

Oggi la ricerca sulle staminali è sempre più attiva, e tutto ciò si deve anche all'intervento del presidente Barack Obama che il 9 marzo di quest'anno ha rimosso i limiti che esistevano per i finanziamenti pubblici sulle cellule staminali embrionali, permettendo di fatto una svolta in questo campo. Ovviamente questa scelta da parte del neoletto presidente americano ha provocato dure reazioni in particolare da parte della Chiesa la quale ha dichiarato di considerare questo atto esecutivo come "una triste vittoria della politica sulla scienza e l'etica" (Justin Rigali, cardinale di Filadelfia).


La speranza legata allo studio di queste cellule è molto grande. Si pensa, infatti, che queste potranno rivoluzionare il modo di curare tante malattie, ancora oggi mortali, come l'ictus, il diabete, la paralisi. Perché quindi, considerare le cellule staminali con un limite della scienza? Innanzitutto, perché non si sa a cosa potranno portare in futuro ed è quindi necessario procedere con cautela. In secondo luogo, il dibattito che esse hanno scatenato, dimostra quanto la scienza sia "influenzata" da altre discipline, quali appunto la bioetica, che si pongono come ostacoli per impedire alla comunità scientifica di fare errori troppo gradi come la bomba atomica.


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