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AIDS: Impariamo a conoscerla
La Sindrome da Immuno-Deficienza Acquisita, o più comunemente chiamata AIDS, è una malattia scoperta nel 1984 di cui non è ancora stata trovata una cura efficace nonostante le ricerche di scienziati di numerose parti del Mondo. È stato inventato un farmaco, l'AZT, che è in grado di rallentare lo sviluppo della malattia. Questa medicina però provoca pesanti effetti collaterali. Non è stato scoperto nemmeno un valido vaccino, nonostante alcune ricerche abbiano dato già buoni risultati: hanno avuto esito positivo le sperimentazioni di vaccini prodotti con le chemochine, che sono molecole prodotte dall'organismo per bloccare malattie o infezioni.
L'AIDS, infatti, può essere considerata una malattia infettiva che viene causata dalla distruzione delle cellule del sistema immunitario, i linfociti, da parte del virus HIV (Human Immuno-deficiency Virus).
L'AIDS resta in incubazione diverso tempo, che può essere anche di molti anni e varia per ogni persona prima di sviluppare la malattia. In questo periodo la persona viene definita "sieropositiva" . La diagnosi si ottiene da un semplice esame del sangue.
La Sindrome sembra manifestarsi soprattutto nelle persone tra i 30-40 anni. Il virus dell'HIV si trasmette principalmente attraverso il liquido seminale e il sangue infetto di persone malate o di portatori sani.
La malattia si sviluppa nella maggior parte dei soggetti sieropositivi, ma non in tutti.
I sintomi che si riscontrano all'inizio dell'infezione non sono propri dell'AIDS, ma si possono scambiare per una semplice influenza e possono essere febbre e diarrea. In una grande parte degli infetti si evidenzia una notevole diminuzione di energia, forza e peso, seguita all'apparizione di malattie, come tumori che, dopo pochi anni, provocano la morte.
La maggior parte delle persone che risultano sieropositive agli esami è costituita da tossicodipendenti (66%) che fanno uso di droga per endovena e vengono esposti al contagio scambiandosi aghi e siringhe.
Il virus dell'HIV si trasmette anche attraverso i rapporti sessuali, sia tra persone di diverso sesso (12%) che omosessuali (14%), in quanto le cause principali sono rappresentate dalle secrezioni e dalle piccole "raschiature" che si possono verificare durante il rapporto. Per evitare il rischio di un contagio sarebbe meglio evitare di avere rapporti non protetti con sconosciuti (come con le cosiddette "lucciole") e con un grande numero di partner diversi. È importante anche ricordare che i preservativi sono il sistema più efficace per prevenire il contatto con il sangue infetto.
È stato poi accertata la difficoltà di contagio attraverso le trasfusioni di sangue in quanto avvengono numerosi controlli sui campioni prelevati.
Sembra anche totalmente da escludere che la trasmissione della malattia avvenga attraverso i baci, le punture di insetti e l'aria. È per questo che non c'è nessun motivo per evitare totalmente persone affette dal virus: non esistono rischi di contagio se non avvengono rapporti non protetti o dei contatti diretti col sangue infetto.
I dati più preoccupanti, secondo le recenti statistiche, riguardano l'aumento dei casi di sieropositività tra uomini anziani e giovani tra i 16 e i 20 anni. Questi ultimi, molto probabilmente, sono più esposti al contagio per colpa della disinformazione che c'è tra i ragazzi.
È quindi bene tenersi informati, perché basta un piccolo errore per cancellare una vita intera.
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