Leadership e rispetto per le persone.
Difficoltà e potenzialità
In questo lavoro si è sempre cercato, almeno
nelle intenzioni, di tener ben presente tale scelta condivisa pienamente; per
ribadirla in maniera più chiara, si illustrerà ora come, seppur sospinti dai
più nobili intenti e orientamenti di rispetto per le persone, da questi ci si
possa "inavvertitamente" distaccare ove non si ponga estrema attenzione ad ogni
singola scelta operativa.
Gilbert in
particolare prende spunto da un articolo, "Imperativi etici e leadership aziendale" col quale Kenneth
Goodpaster cerca di dare una risposta
alla domanda : " Qual è il vantaggio d'includere un senso di rispetto per
le persone nella nostra interpretazione dell'azienda moderna ?". Secondo
la tesi di Gilbert, la risposta che da Goodpaster, in quanto basata su alcune
premesse fondamentali della teoria della direzione aziendale, ha intrinseca una
contraddizione di fondo, tanto che si può ritenere che il "nucleo normativo" della trattazione di
Goodpaster sia contraddistinto da un disprezzo per le persone quali agenti
autonomi - vale a dire, capaci di distinguere e di dominare le loro azioni -
anziché dall'ipotizzato rispetto.
Goodpaster,
per rispondere alla domanda, formula infatti una proposta basata sulla
convinzione che, se il rispetto per le persone è posto al centro del senso di
comunità aziendale, allora la diffusione di un esteso disordine morale che egli
brevemente qualifica col termine di teleopatia possa essere arrestata
sia dentro sia attorno all'azienda moderna. Goodpaster però parla di "rispetto
per i diritti e gli interessi delle parti toccate" e di "rispetto per gli
altri", ma non esplicitamente di "rispetto per le persone" in quanto tali ed
oltre a questo la sua presentazione riflette una contraddizione, come già
detto, in quanto, sostanzialmente, secondo quanto egli scrive, per
interiorizzare il "rispetto per le persone" nella concezione dell'azienda
moderna si devono trattare le persone come "neofiti" morali.