I valori quale fondamento ; la loro rilevanza

Porre a fondamento dell'agire dell'impresa anche valori etici, allora, può principalmente conferire ai leaders della stessa una dimensione culturalmente più ampia rispetto alle incomplete vedute e capacità d'interpretare la realtà. In questo modo, peraltro, i vertici aziendali possono derivarne una stimolante e positiva "autovalutazione" del loro operato, accanto alla comprensione della rilevanza sociale del loro agire ; la spinta motivazionale aumenta, con particolari benefici per i processi economico - produttivi d'impresa.[1]

La direzione delle risorse aziendali deve convenire sul fatto che ogni contesto umano, consapevolmente o meno, è comunque permeato dall'affezione a certi valori e principi che definiscono le norme di condotta per qualsiasi sfera dell'agire, inclusa l'economica. Da questo si ne ricava che conviene portare in superficie tutti quei valori che possono positivamente influire sulla gestione d'impresa, fra i quali si possono brevemente annoverare il senso di lealtà, responsabilità, condivisione, sacrificio e abnegazione che deve caratterizzare ogni persona, maggiormente se collabora con altri individui.

Detti valori possono svilupparsi se nell'impresa esiste una visione ed un clima che favoriscano la riflessione e la libera formazione di sperimentazioni di un'etica di coesione e partecipazione con le aspettative degli stakeholders. Una simile impresa è certa dei suoi doveri sociali e, per questo, adatta le politiche di fondo e le pratiche operative, tenendo in elevata considerazione le varie istanze sociali nonché le critiche ricevute. << Qualsiasi impresa, ancorché non ne sia consapevole o non abbia scoperto la sua specifica missione, in ultima analisi è chiamata a servire economicamente determinati bisogni di dati clienti in un contesto che oggi è altamente concorrenziale, valorizzando e sviluppando certe risorse di cui dispone e può disporre, prime fra tutte quelle umane. Se si conviene su questo assunto, consegue che i valori - cardine del successo imprenditoriale hanno inevitabilmente a che fare con categorie come il "servizio al cliente" (che presuppone "l'ascolto delle sue necessità"), il "rispetto e la valorizzazione delle persone", "l'economicità della gestione", "l'innovatività".

Ma, e qui veniamo al punto più importante, tutti questi valori sono veramente i principi - guida al successo d'impresa solo se integrati in una "visione imprenditoriale unitaria e unificante", che , lungi dall'ammettere divaricazioni di obiettivi, indirizzi tutti gli sforzi al raggiungimento di un mobile traguardo di eccellenza imprenditoriale >>[2].

Un sistema dinamico come quello raffigurato può innescarsi e funzionare se - e soltanto se - l'impresa trova la sua strada, che deve configurarsi come un cammino di apprendimento imprenditoriale a lei congeniale e fecondo, destinato a sfociare nella realizzazione e nel rinnovarsi di una formula imprenditoriale di successo. Perciò, i valori - cardine del successo imprenditoriale sono collegati con le categorie indicate, ma sempre all'interno di una specifica e coerente vocazione imprenditoriale. In conclusione, << il valore - cardine del successo di una impresa è, in ultima analisi, la sua specifica vocazione >>, destinata a realizzarsi proprio in quanto questo ideale di eccellenza si incorpori nel tessuto organizzativo e sociale dell'impresa e informi di sé i comportamenti di coloro che vi operano.

Per spiegare più compiutamente il senso di tale citazione, nonché il fondamento, qualora l'autorevolezza dell'Autore citato non sia sufficiente garanzia di veridicità e chiarezza, si può ricordare brevemente che, per esempio, Demostene, nelle sue orazioni, ha scritto : << Si vive come si pensa >>. Prima ancora Buddha : << Noi siamo quello che pensiamo >>.

Con ciò si intende porre in evidenza che, come l'uomo coi suoi pensieri costruisce il mondo che lo circonda, allo stesso modo, - fatte le debite proporzioni - il punto di partenza indispensabile per il successo dell'impresa, sta nel definire il pensiero strategico, inteso come la visione del manager di ciò che l'azienda dovrebbe essere, e nell'individuare i fattori - chiave che lo determinano. Ancora << La più grande scoperta della mia generazione - ha scritto W. James - è che gli esseri umani possono cambiare le loro vite cambiando le attitudini mentali >> . << La vita non è quella che dovrebbe essere è quella che è. E' il modo in cui la si affronta che fa la differenza >>[4].

La differenza in oggetto è quella tra chi vive con successo e tra chi subisce la vita ; tra i realizzati, i leaders, i contenti, i realizzatori, gli attivi e i depressi, i perdenti, gli sfortunati, gli ammalati psichici. << E' sorprendente - sostiene il filosofo Bernard Russel - vedere come il rendimento di una persona e la sua serenità aumentino se essa riesce a educare la mente all'ordine e a pensare le cose adeguate al momento giusto anziché quelle inadeguate e in qualsiasi momento >>.

Il modo di pensare di ognuno, allora, è il risultato di una scelta, spesso inconsapevole, ma in ogni momento correggibile e riorientabile. Per questo motivo la scelta di pensare positivo, cioè di privilegiare le opportunità, gli aspetti su cui agire, i particolari piacevoli e le prospettive di sviluppo, è alla portata di tutti.

Pensare positivo permette di realizzare l'empowerment verso i collaboratori, di offrire fiducia ai clienti e ai fornitori, di apprezzare collaboratori e superiori per ciò che ognuno di essi "è" sorvolando su ciò che ognuno di essi "non è".

"Pensare positivo", ancora, aumenta l'energia ed eccita la creatività, sviluppa la ricerca e il miglioramento continuo ; è molto più che essere ottimisti, è decidere, con coraggio e lucida razionalità che se le paure si apprendono si possono anche disimparare e che, pur essendo il dolore e il male una dimensione inevitabile dell'esistenza, l'infelicità, invece, è un optional.[5]

Tutto ciò, senza eccessive forzature, può essere considerato inerente pure la realtà d'impresa, in quanto formata, governata e guidata da uomini ; per quanto attiene invece più strettamente il manager, oggetto del presente studio, ci basti precisare che il pensiero positivo equivale e corrisponde al pensiero strategico, conformemente alla citazione precedentemente riportata.