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Le imposte




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LE IMPOSTE

Imposizione dei tributi e principio di legalità

L'imposta è un prelevamento coattivo di ricchezza effettuata dallo Stato o da altro ente pubblico per far fronte i fini di interesse generale, il dovere di pagare le imposte sorge in base ai dei presupposti stabiliti dallo Stato nell'esercizio della sua sovranità in base alla capacità contributiva ossia la possibilità economica di sostenere tale onere, diventando uno strumento di solidarietà sociale poiché il carico è più alto agli individui che hanno maggiori possibilità.

I tributi secondo la legge possono essere modificati o aboliti solo dal legislatore, in Italia questi sono istituiti con legge ordinaria o con decreto legislativo. Agli organi amministrativi spetta il potere di applicare i tributi previsti dalla legge entro sempre i limiti stabiliti dal legislatore.

Presupposto ed elementi dell'imposta

Il rapporto tra il cittadino e l'ente impositore viene detto obbligazione tributaria in base al quale il contribuente ha l'obbligo al pagamento in quanto previsto dalla legge.

Presupposto dell'imposta è l'atto o il fatto al verificarsi del quale la legge ricollega l'applicabilità del prelievo dai quali si trae la capacità contributiva del contribuente. Questo ha un'importanza fondamentale dal punto di vista giuridico  consistendo nel dovere al pagamento.

Gli elementi dell'imposta sono il soggetto attivo cioè la Pubblica amministrazione, il soggetto passivo è la persona fisica su cui grava l'obbligo del pagamento, l'oggetto è la ricchezza su cui si applica il prelievo detto anche base imponibile, l'aliquota cioè il rapporto tra l'ammontare dell'imposta e l'ammontare della base imponibile esprimendo in percentuale i due si commisurano.

La ricchezza dalla quale il contribuente preleva per far fronte al pagamento dell'onere è detta fonte dell'imposta, poiché generalmente l'imposta viene pagata con il reddito ma in caso che questo sia molto elevato allora questo può attingerlo anche dal patrimonio precedentemente accumulato. L'individuazione di tale fonte non ha importanza dal punto di vista giuridico ma l'ha dal punto di vista economico poiché determina effetti diversi.

L'oggetto e la fonte dell'imposta possono anche coincidere ma non sempre questo accade, per esempio nell'Irpef i due coincidono nel reddito del contribuente, ma non per quanto riguarda l'Ici che ha come oggetto il patrimonio ma aliquota il patrimonio.

Imposte dirette e imposte indirette

Il prelievo fiscale ha caratteri diversi, di conseguenza anche l'imposta ha caratteri diversi e si divide in:

le imposte dirette si basano sulla capacità contributiva, cioè la capacità di un soggetto di contribuire alle spese pubbliche attraverso il pagamento delle imposte, e quindi variano a secondo della situazione economica del soggetto. Le imposte dirette si distinguono in imposte sul reddito quando colpiscono il reddito conseguito dal contribuente e imposte sul patrimonio colpiscono il patrimonio del contribuente.

Le imposte dirette presentano sia pregi che difetti;

pregi nel senso che comportano maggiore giustizia in quanto come abbiamo detto si basano sulla capacità contributiva e quindi chi possiede di più pagherà una somma maggiore rispetto a chi possiede meno ( l'aliquota aumenta all'aumentare dell'imponibile), inoltre possono avere una funzione anti- inflazionistica e consentire cosi il raggiungimento di fini extra fiscali cioè se in una situazione di inflazione causata da un'eccessiva domanda, un aumento delle imposte comporterebbe una riduzione del reddito dei soggetti e di conseguenza non ci sarà il rialzo dei prezzi nel mercato. Ma le imposte dirette presentano anche difetti in quanto un'eccessiva pressione fiscale sui redditi riduce il risparmio e può compromettere gli investimenti produttivi e quindi incoraggia l'evasione, inoltre le imposte dirette presentano una certa rigidità perché non possono essere variate in breve tempo in relazione alle esigenze economiche del momento.

le imposte indirette presentano anch'esse dei pregi e dei difetti, pregi perché esse sono:

divisibili perché pagate al momento dell'acquisizione di un bene o un servizio.

elastiche perché si adattano alla situazione economica del momento.

flessibili perché possono essere variate in breve tempo in relazione alle esigenze economiche del momento.

Ma presentano anche inconvenienti in quanto non sono commisurate nel loro importo in base alla capacità contributiva quindi non consente l'esenzione per coloro che posseggono un reddito minimo.

Le imposte indirette si possono classificare in:

Imposte indirette sui consumi e sugli scambi: gravano sul reddito nel momento in cui esso viene speso dal contribuente per l'acquisto di beni o servizi.

Imposte indirette sui trasferimenti di ricchezza: gravano sugli atti di trasferimento di proprietà

Imposte speciali e generali, reali e personali

Vi sono inoltre:

Imposte generali colpendo tutti gli elementi di una data manifestazione di ricchezza  con la stessa aliquota.

Imposta speciale colpendo solo determinate categorie di redditi o colpendoli tutti i beni e tutte le attività ma con aliquote differenti.

Imposte reali colpendo determinati beni o attività commerciali tendendo conto della loro natura e della condizione del contribuente, esempio è l'Ici con carattere reale poiché colpisce il valore di un terreno o di un fabbricato considerando le sue caratteristiche e non la situazione del possessore;

Imposte personali colpendo la ricchezza complessiva del contribuente tenendo conto delle sue condizioni economiche, familiari ed economiche in cui egli si trova, esempio è l'Irpef che ha come oggetto il reddito complessivo , a parità di reddito paga meno chi ha dovuto sostenere spese per malattie o ha più carichi familiari. L'imposta personale quindi si base e quindi varia a seconda delle condizioni del contribuente senza creare discriminazioni o privilegi.

Imposte regressive, proporzionali e progressive

Imposta proporzionale hanno aliquota costante sicché il prelievo varia nella stessa proporzione dell'imponibile.

Un' imposta è progressiva se l'aliquota è crescente, e quindi l'imposta aumenta in modo più che proporzionale rispetto all'imponibile.

La progressività  dell'imposta può essere attuata in forme diverse: per progressione continua, per deduzione e per scaglioni.

Nel caso della progressività continua l'aliquota viene determinata con una formula matematica, in modo che la stessa risulti una funzione continua della base imponibile. Poiché si tratta di una modalità di complessa attuazione, la progressività continua viene raramente utilizzata dai sistemi tributari.

La progressività per scaglioni è stata introdotta allo scopo di superare il suddetto effetto distorsivo della progressività per classi. Anche in questo caso si hanno differenti classi di valore della base imponibile (dette scaglioni) cui corrispondono aliquote crescenti; tuttavia, la base imponibile viene suddivisa nelle quote che ricadono entro i singoli scaglioni e a ciascuna di queste quote viene applicata l'aliquota del corrispondente scaglione. In questo modo l'aliquota marginale corrisponde a quella stabilita per lo scaglione nel quale ricade l'ultima quota della base imponibile, mentre l'aliquota media è sempre inferiore (salvo che per nel primo scaglione, ove è uguale) ed è pari alla media della aliquote ponderate con le quote di base imponibile che ricadono in ciascuno scaglione. La progressività per scaglioni è quella normalmente utilizzata per le imposte sul reddito e sul patrimonio, quale l'IRPEF nel sistema tributario italiano.

Si ha progressività per detrazione quando dalla base imponibile, prima di applicare l'aliquota, viene detratto un importo determinato; in questo modo l'aliquota media è inferiore a quella marginale (che coincide con quella nominale fissata dalla legge) ma la differenza tende a diminuire con l'aumentare della base imponibile. La progressività così realizzata è poco accentuata, sicché, di solito, questa modalità viene utilizzata in congiunzione con altre.


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